30 giugno 2012

Pensare globale, agire locale!

per leggere cliccare sull'immagine.

le risposte alle FAQ per la festa di stasera



No, la mia asina non fa il latte, non ha partorito. Avrebbe il latte se avesse un asinello

No, la gatta non è incinta, è grassa.

Si, è una gatta molto bella.

Non so quanti anni abbia Apua, penso che picchi sui 9, 10 anni.

Siamo sposati da sei anni.

Stiamo insieme da 12 anni.

No, non è il mio compleanno.

No, Pino non l'ho invitato.

Si, lavoro sempre al museo.

Si, gente al museo ne viene anche troppa, siamo noi che ci lavoriamo che siamo in pochi.

Il vestito l'ho preso in quel negozio che fa angolo all'imbocco di via Landinelli. Si quel negozio che fa angolo! di fronte all'orefice!

Si, ho smesso di fumare, ormai sono tre anni e mezzo.

Si, a tratti mi viene la voglia di fumare, ma giusto ogni tanto.

No, quando ho smesso di fumare non sono ingrassata.

A Genova sono andata due anni  a fare un corso in Archivio.

Con il Silvy ci conosciamo dalle elementari

No, la pasta al forno non l'ho preparata io.

Si, mi sto facendo crescere i capelli.

No, non mi tingo i capelli, questo è il mio colore.

Si, quella nel vaso dell'ibisco è una lucertola morta, non sapevo dove metterla

MARESCO for PRESIDENT

dal blog L'alba sulla collina di Maresco Martini


Mi  ritorna in mente quando lottavamo per la difesa della salute? la prevenzione?  vecchio p.c.i quante riunioni per la riforma sanitaria? ..... Eccoli lì tutti i nostri amministratori progressisti a organizzare sagre del cinghiale. del papero, del tartufo, medievali ecc. Sarebbero porcherie per la salute sfritti e salse a cena....
continua su Uscita in società

predestinazione & vocazione

vocazioni

28 giugno 2012

Privilegi

Mi sono vestita. Mi devo ancora truccare. Poi uscirò di casa e il treno mi porterà a Genova.
Muovendomi da un capo all'altro di quella città, non mi farò mancare un passaggio in Via del Campo.
Vuoi mettere il privilegio di camminare dentro una poesia?

Non ci sono più le estati di una volta!

24 giugno 2012

anniversario di matrimonio

Rosita e Sara


Abbiamo fatto le cose per bene,cioè la chiesa, il prete, i confetti.
E'stata una festa così bella, ma così bella che ogni anno la replico l'ultimo we di giugno. 
Ci siamo sposati sei anni fa.
Chissà a quanto ci davano i bookmakers?!

21 giugno 2012

Grande FIOM! vergogna FIAT!

Il Tribunale di Roma ha condannato la Fiat per discriminazioni contro la Fiom a Pomigliano: 145 iscritti alla Fiom dovranno essere assunti nella fabbrica e 19 iscritti al nostro sindacato avranno anche diritto a 3.000 euro ciascuno per danni 

da FIOM

mi sento il diritto di esprimere un'opinione perché io ho una Panda.
Perché è una cosa che mi manda in bestia è sentir pontificare contro gli operai Fiat, da chi guida un'auto straniera!
Con questo non so se anche la mia prossima auto sarà una Fiat, perché allo stato attuale mi vergogno molto di guidare un'auto prodotta da chi  attua una politica aziendale discriminatoria. 
Chi per forma mentis subalterna, per mancanza d'idee, nutre l'illusione che ci possa essere ripresa economica, ledendo i diritti dei lavoratori, dovrebbe guardare con onestà a quanto è accaduto negli ultimi 20 anni: 
cioè meno diritti, meno lavoro, più crisi economica. 
SVEGLIAAAAA!!!


forza FIOM!




19 giugno 2012

Vieni nel mio giardino, sto preparando una festa!

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La organizzo ogni anno a fine giugno. Più o meno anche il mio matrimonio è stato qualcosa di simile, cioè una grande festa nell'aia come si faceva un tempo.
Sono famose le mie feste. Lo scorso anno Mirco Grisolia  e Luca Cozzani hanno fatto un concerto bellissimo, che culo avere certi amici!
Mi sono emozionata quando li ho presentati al microfono, nella notte, sotto al bersò e ho ringraziato tutti per la presenza e l'amicizia. 
Adesso devo iniziare a lavorare seriamente alla festa dell'estate 2012, manca poco, il tempo stringe ma gli inviti li ho già fatti nel corso di tutto quest'anno. E poi pensare ala gastronomia, le sedie, le tovaglie etc.
Il vestito l'ho già presto!

fontanelle

Quando ero piccola c'era una fontanella lungo i binari della stazione ferroviaria vicino a casa. Ma ho memoria di altre fontanelle in altre stazioni. Così che se passavi, ti veniva voglia e bevevi un sorso d'acqua, ricco o povero che tu fossi, perché l'acqua era gratis.
Un po'come l'aria insomma.
Oggi vedo stazioni e binari e treni e gente che passa e soprattutto vedo tanti distributori automatici d'acqua in bottigliette di plastica. Le fontanelle sono sparite oppure messe fuori uso.
Negli ultimi decenni oltre che più poveri, siamo diventati anche più inquinatori, spreconi e fondamentalmente più scemi.


18 giugno 2012

#SAVE194: COSE DA SAPERE

"A pagare il prezzo più alto, come sempre accade quando i diritti zoppicano, sono le persone più deboli: le donne con meno mezzi economici, senza amici al posto giusto, che vivono in zone rurali o che non sono consapevoli dei propri diritti. Ed è forse proprio da qui che si potrebbe partire per invertire la corrente: sapere che l’interruzione di gravidanza deve essere garantita e che l’assistenza è un dovere da parte del personale sanitario. Almeno sulla carta e almeno finora”.


di Loredana Lipperini 



13 giugno 2012

Se non pagava il parcheggio, stava ancora nei guai!


Perchè questo paese è così che funziona. Se non paghi un'ora di parcheggio, ti perseguitano per tre generazioni, se invece riduci in fin di vita una ragazza, invece di stare in galera, stai a casina tua.


(ANSA) – ROMA, 11 GIU – “Addolorata, allibita e infuriata”: queste le parole con le quali la presidente dell’associazione nazionale Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, descrive, in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera e indirizzata al ministro della Giustizia Paola Severino, il suo stato d’animo, dopo aver letto che l’ex caporale dell’Esercito accusato di aver stuprato e quasi ucciso una giovane ventenne tre mesi fa a l’Aquila, ha ottenuto gli arresti domiciliari.
“Sono 25 anni che operiamo al fianco delle vittime, invitandole innanzitutto a denunciare – ricorda Moscatelli – una percentuale bassissima, pari all’8% di donne, trova il coraggio di farlo. Ci dica, signora ministra, dopo una decisione simile, con quale animo possiamo continuare a fare il nostro lavoro? Con che forza possiamo dire alle donne di denunciare e a questa ragazza di credere alla giustizia?”.
La presidente di Telefono Rosa chiude la lettera con un abbraccio alla vittima “che in questo dramma si e’ sentita sola, non protetta dalla giustizia e ha perso la fiducia nel nostro Paese. A questa ragazza – conclude – diciamo che noi di Telefono Rosa ci siamo ma e’ lo Stato che non puo’ restare insilenzio e fermo”. (ANSA).


08 giugno 2012

dedicato a tutti quelli a cui ho rotto i vasi

 (ma mi è servito per coltivare fiori bellissimi!)


Se sei un attivatrice di cambiamenti, fallo per il bene del mondo e un po’ anche per te. L’attivatrice di cambiamenti sa che i benefici saranno goduti da altre/i: lei sarà per tutte/i una grandissima rompiscatole.
Se sei un attivatrice di cambiamenti sai che spesso i cambiamenti avvengono in tempi lunghi: non importa, vai comunque avanti.
La change agent non ha paura del dissenso.
La agente di cambiamento sa che se ottiene troppo consenso significa che non sta apportando cambiamenti reali.



di Lorella Zanardo

Ma pussa via! (chiavi di ricerca)

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Ma ora a te ti pare che uno cerca strappare le erbacce in giardino e gli esce questa mia vecchia foto? ma come si permettono?! ma lo sapete che un giardino non è un campo da golf? che poi il giardino è una realtà vivente?
e ora cosa saranno mai un pochino di erbacce, insomma ma-dove-la-vogliamo-mettere-la-biodiversità?in-tasca!!! 
ma non c'avete altro da vedere in rete, che venire a scuriosare se nel mio giardino se ci sono le erbacce?eh! che poi è anche una foto vecchia! ecco!
particolare di tutore da giardino, prodotto Arrosoir & Persil, Sauve, France.

in questo periodo mi sento molto petrarchesca


Ciò che solevo amare, ora non amo più.
Mento: amo, si, ma meno.
Ecco, ho mentito ancora.
Amo, ma con maggior vergogna, con maggior tristezza.
Finalmente ho detto la verità!
Infatti è proprio così: amo, ma ciò che amerei non amare, ciò che bramerei odiare.
Amo, tuttavia, ma perché sono costretto.
Amo, ma con tristezza, piangendo.
E in me stesso, misero, avverto tutta la verità di quel verso di quel famosissimo poeta:
Ti odierò se potrò, altrimenti di amerò, mio malgrado. 


L'ascensione al monte Ventoso di Francesco Petrarca (in nota la versione originale in latino)



Avevamo 16 anni, Che belle che eravamo! a darci l'ombretto di nascoste nel banco in ultima fila. Capitava che uno "più grande", molto figo, un po'per caso un giorno ti dicesse una frase di cui non capivi il significato e giù pomeriggi interi con le amiche e invece di studiare, tutte a dire la nostra opinione su cosa avranno significato quelle parole. 
Che se ci ripensi oggi, non significavano proprio niente!
E che dire di quelle frasi d'amore ricopiate che passavano di diario in diario, non c'era il copia  e incolla, non c'era la rete,  nondimeno viaggiavano quelle frasi, eccome! le ritrovavi persiino   vergate dalle più coraggiose  sullo stipite di una porta del bagno della scuola. Quei versi d'amore e di vita  passati di mano in mano su foglietti,  letti ad alta voce, con le altre in silenzio che ascoltavano sedute intorno. Laura, che ancora oggi è una mia amica, recitava le strofe di De Andrè. La Emy non la vedo invece da anni, citava Finardi e mi fece un regalo smisurato, inaspettato: l'album Diesel in casetta. 
Le parole circolavano insomma! E fu così che un giorno entrò meravigliosamente nei nostri scambi di poesie, un brano tratto  da L'ascensione al monte Ventoso di Francesco Petrarca.


nota: versione originale:
quod amare solebam, iam non amo; mentior: amo, sed parcius; iterum ecce mentitus sum: amo, sed verecundius, sed tristius; iamtandem verum dixi. sic est enim; amo, sed quod non amare amem, quod odisse cupiam; amo tamen, sed invitus, sed coactus, sed maestus et lugens. et in me ipso versiculi illius famosissimi sententiam miser experior:

odero, si potero; si non, invitus amabo. (Ov., amor. 3, 11, 35)

a un regista


Ciao
mi ricordo quando venisti a Luni a fare le riprese e quel giorno d'ottobre, al profilarsi dei miei primi 40 anni (!), ti dissi che ero in procinto di iniziare un corso di studi presso l'archivio di Genova.
L'ho concluso oggi questo percorso e ancora non mi sembra vero, perché, a parte sperimentare l'efficenza del nostro sistema ferroviario, è stato particolarmente faticoso pure il senso di delocalizzazione, cioè di non essere mai completamente a Luni, o a Genova, o a casa con mio marito. 
Sono stati due anni intensi e in virtù delle esperienze che ho vissuto, non credo che sarò più quella di prima e avverto in me stessa questa piccola ferita,e cioè il passaggio dalla Sara che hai conosciuto tu, cioè quella che piagnucolava sulle gradinate dell'anfiteatro, per il suo ruolo da vestale spodestata, alla Sara di oggi, che ride sotto gli spruzzi della fontana di piazza De Ferraris, riuscendo a trovare quasi bella anche quella che è una piazza di risulta. 
Credo che ricomincerò a fare teatro.

07 giugno 2012

quando tu



BRANDUARDI canta YEATS

Quando tu sarai vecchia e grigia,
col capo tentennante
ed accanto al fuoco starai assonnata,
prenderai questo libro.
E lentamente lo leggerai, ricorderai sognando
dello sguardo che i tuoi occhi ebbero allora,
delle loro profonde ombre.
Di quanti amarono la grazia felice
di quei tuoi momenti
e, d'amore falso o a volte sincero,
amarono la tua bellezza.
Ma uno solo di te amò l'anima irrequieta,
uno solo allora amò le pene del volto tuo che muta.
E tu, chinandoti verso le braci, sarai un poco triste,
in un mormorio d'amore dirai,
di come se ne volò via...
passò volando oltre il confine di questi alti monti
e per sempre poi il suo volto nascose
in una folla di stelle.

05 giugno 2012

in questo periodo sono molto manzoniana

La mia professoressa del ginnasio ci accompagnò per due lunghissimi anni, 18 ore alla settimana, senza concederci mai la gradita sorpresa di una malattia, che ne so, un'influenzetta, un' appendicite, un ginocchio della lavandaia. 
E'sempre stata al suo posto implacabilmente fino alla pensione e l'unica volta che l'ho vista manifestare una debolezza umana è stato quando la Malou le consegnò un enorme fascio di fiori, quale saluto collettivo di quella che è stata l'ultima sua classe di ragazzi, cioè la nostra.
Non so se quando la ministra Fornero pontifica sul licenziamento dei dipendenti pubblici, ha la minima idea che il nostro paese è tenuto in piedi da persone che ogni giorno, in silenzio, con gran senso di responsabilità, coscienziosamente,  magari senza essere nemmeno troppo simpatiche, compiono in loro dovere, come la mia professoressa, appunto, 
In V ginnasio ci perseguitò facendoci studiare i Promessi Sposi, passo dopo passo, appunto, implacabile.


Dedicato a quelli che s'illudono che l'uscita dalla crisi economica passi attraverso il precariato di alcuni, la perdita dei diritti di altri, il licenziamento di tutti


Fate a mio modo, Renzo; andate a Lecco; cercate del dottor Azzecca-garbugli.... Pigliate quei quattro capponi, poveretti! a cui dovevo tirare il collo, per il banchetto di domenica, e portateglieli; perché non bisogna mai andar con le mani vote da que' signori. Raccontategli tutto l'accaduto; e vedrete che vi dirà, su due piedi, di quelle cose che a noi non verrebbero in testa, a pensarci un anno.
         Renzo abbracciò molto volentieri questo parere; Lucia l'approvò; e Agnese, superba d'averlo dato, levò, a una a una, le povere bestie dalla stìa, riunì le loro otto gambe, come se facesse un mazzetto di fiori, le avvolse e le strinse con uno spago, e le consegnò in mano a Renzo; il quale, date e ricevute parole di speranza, uscì dalla parte dell'orto, per non esser veduto da' ragazzi, che gli correrebber dietro, gridando: lo sposo! lo sposo! Così, attraversando i campi o, come dicon colà, i luoghi, se n'andò per viottole, fremendo, ripensando alla sua disgrazia, e ruminando il discorso da fare al dottor Azzecca-garbugli. Lascio poi pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe, a capo all'in giù, nella mano d'un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. Ora stendeva il braccio per collera, ora l'alzava per disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi, dava loro di fiere scosse, e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura.