Ci sono tante iniziative in corso che commemorano il centenario della I guerra mondiale. Ricordo il mio preside delle medie, che quando ci portò sul Pasubio, considerò da insegnante, che c'era purtroppo una sorta di pudore nel raccontare, nell'insegnare, quel conflitto, quasi fosse una vergogna storica di cui non parlare.
Ora però se ne parla eccome, dando voce per lo più al dolore di quanti in quella guerra hanno perso la vita e la gioventù, portati sul fronte, contro gli Austriaci, che altro non erano che sventurati come loro.
Oggi sono andata alla presentazione di un libro, un diario di guerra, ma anche lo scorsa domenica ho assistito ad un'analoga lettura pubblica da brividi.
Il mio bisnonno materno ha fatto la prima guerra mondiale, si chiamava Ottavio ed fu niente meno che un ragazzo del '99. Sapere che nel mio sangue scorre la sua tempra, mi rende orgogliosa e forse pure un po'più caparbia, casomai ce ne fosse bisogno.
Per fortuna è tornato dalla guerra e ha sposato Stellina, la prima delle sue tre mogli, con lei ha avuto 6 figli, 5 femmine e un maschio, mio nonno Nandino della Battilana.
Stellina è mancata giovane, a poco più di 50 anni, accipicchia, che bello sarebbe un giorno ritrovarsi tutti proprio tutti insieme e fare una gigantesca sterminata, famiglia allargata. Stellina non l'ho mai conosciuta, quindi non so se le assomiglio.
Il mio bisnonno l'ho conosciuto da vecchio, ricordo il suo aspetto fiero, le sue immancabili camice bianche, cioè non ha mai avuto l'aspetto malmesso di certi anziani, né nella postura, né nell'abbigliamento.
Oggi ascoltando questa ed altre canzoni, durante la presentazione del libro, mi sono commossa, ho pensato a lui ragazzino, catapultato lontano da casa, in una realtà di morte e violenza, chissà perché ma mi viene da pensare che per difendersi abbia assunto una corazza, che poi ha tenuto per sempre.
Les Anarchistes è un gruppo di Carrara e al mio bisnonno Ottavio, che portava un cognome che più carrarino non si può, sarebbero sicuramente piaciuti.