20 novembre 2017

La casa delle ragazze

Ho rincontrato  dopo anni una compagna di liceo, lei adesso lavora in una struttura dove vivono ragazze, o meglio donne giovani e meno giovani, che cercano di uscire da un passato difficile.
Anche se i servizi sociali provvedono alle spese, ho capito che gli abiti  sono graditi, anche cose da bambino, dato che alcune di quelle ragazze hanno dei figli
Volevo andare lo scorso mercoledì, ma poi ho avuto un problema alla Panda, mi sono accorta che improvvisamente stava  consumando più benzina del solito, per fortuna  era solo il filtro dell'aria da cambiare, però il pomeriggio mi è sfumato!
Così ho rimandato a sabato scorso e ho preso un  bel borsone di vestiti, alcuni me li ha dati anche una collega, altri una signora che viene in chiesa e un sacchetto di kiwi dei "nostri", che mio fratello ha raccolto in questi giorni. Per la strada ho pensato che sarebbe stato bello portare anche qualche dolcetto e così ho fatto tappa in una pasticceria.  Ho detto alla signora della pasticceria che stavo andando "dalle ragazze" e lei quando mi ha battuto lo scontrino mi ha tolto 1 euro e 80, un gesto carinissimo da parte sua!

E poi mi sono avviata con la Panda in collina, percorrendo la stradina soleggiata  tra gli ulivi, suonando ad ogni curva in salita.
Ho parcheggiato fuori dal paese e a piedi ho preso un viottolo con il selciato di pietra. La prima casa che s'incontra salendo è quella che apparteneva a mio nonno e ai suo 7 o 8 fratelli, una casa venduta chissà quanto tempo fa, una volta era scomodo abitare da queste parti, senza macchina, senza fognature, lontani dalla piana, dal treno che ti portava a lavorare a Spezia, in Arsenale.
Hanno venduto la casa e sono scesi giù quasi tutti.  E passando lì accanto in questa mattina di sole, non ho potuto non fermarvi, chiudere gli occhi e pensare che in  quella casa che oggi mi è estranea, quantunque bella con il giardino e le statue di pietra viveva la mia famiglia, la mia gente.
E mi sono immaginata la mia bisnonna Cristina, una matriarca che non ho mai conosciuto, una figura dominante,  una donna caparbia, rossa con le lentiggini, che mi è stata descritta nei  racconti dei miei parenti,  chissà quante volte in quella casa aveva messo il paiolo sul fuoco per preparare il pranzo ai suoi figli! Ancora un attimo lì innanzi a quella casa e avrei sentito il profumo del minestrone e le voci di mio nonno e dei suoi fratelli da ragazzi.
E ho proseguito il mio percorso, con il borsone, il sacchetto dei kiwi e il vassoio della pasticceria. Sono arrivata al campanello, salendo le scale e ho pensato che non ce l'avrei fatta a sopportare di tornare in quel terrazzo che mi si parava oltre il cancello, sarebbe stata un'emozione troppo grande, quella struttura un tempo era l'asilo delle suore in cui andavo da bambina!
E invece poi ho suonato e sono entrata nella "casa delle ragazze"
Sono contenta di esserci andata, sono contenta delle cose che ho portato, che poi il contributo ce l'abbiamo messo un po' tutti, la mia collega,la signora che viene in chiesa, mio fratello, la signora della pasticceria:un po' per uno, si fa qualcosa di buono!

7 commenti:

Mariella ha detto...

Sai a volte si contribuisce anche con il proprio lavoro, come faccio io.
Abbraccio.

Francesco ha detto...

avete tutti raggiunto un risultato. il vostro risultato.

Pier ha detto...

queste sono le cose che danno senso alle giornate, che appianano gli scorni e ti riallineano con l'universo.

RobbyRoby ha detto...

Un bel gesto.
Una buona giornata.

Federica ha detto...

un mondo più bello si inizia a costruirlo così :)

UnUomo.InCammino ha detto...

Tu sei nobile di animo, Sara.
Fosse anche solo per questo non dovresti essere una cattocomunista, vista la stragrande maggioranza di ipocriti, furbastri, dissociati, borghesi lonegomalovoglioessere, settari, rancorosi, antgonisti che contraddistingue questa categoria.

nico ha detto...

E io sono contento che tu abbia linkato questo post e mi abbia quindi permesso di leggerlo! Tu sei una bella persona, lo so io e lo sappiamo in tanti, ma il modo in cui racconti le tue esperienze, anche quando sono piccole, apre veramente il cuore e lascia con dentro una sensazione di buono, di bello e di positività. Che, ti assicuro, ci vuole! Un abbraccio Nico