31 agosto 2008

un bicchiere d'acqua nella piccola Atene

Sabato sera nella piccola Atene, così si chiama Sarzana, per bocca di chi ne vuole un centro d'attrazione turistica e culturale.
Conduco il figlio di un conoscente a prendere un gelato. Gli prendo un cono da 3 euro in una stimatissima gelateria del centro. Per tutta risposta, lui che un bimbo di 11 anni mi dice che il gelato è carissimo, che dove abita lui, cioè a Roma, per 3 euro si mangiano coni ben più grossi. Non ne dubito, io che appartengo alla generazione che un gelato lo pagava 100 lire e lo prendevo tutti i pomeriggi quando passava il gelataio con il suo carretto-frigo e il motorino e noi bimbi ad aspettarlo seduti su un muretto. Non c'era nemmeno bisogno che suonasse la trombetta per richiamarci perchè eravamo lì già da un po', in attesa.
Saranno passati ormai 30 anni o quasi
Se non che ieri sera il bimbo del nostro amico, dopo il gelato, consumato in piedi, aveva sete e si è rifatto la fila al bar affollatissimo e per un bicchiere d'acqua si è sentito chiedere 50 centesimi.
Forse un po'più di fontane pubbliche non guasterebbero anche nella "piccola Atene".

30 agosto 2008

Il Festival della Mente di Sarzana

Non è che io m'impegni a fare il bastian contrario, beh, si diciamo che è un mio talento naturale, ecco tutto.
E dunque mi rallegra il fatto che da 4 anni a questa parte a Sarzana si tenga il Festival della Mente. Sarà che ho anche un campanilismo tanto congenito quanto sfegatato, ragion per cui sono contenta di vedere tanti foresti, lombardi per lo più, calare nella mia piana e prender coscienza di quanto sia bella.
Mi piace girare per Sarzana con Apua al guinzaglio e vedere belle signore bionde di mezza età, muoversi a drappelli, oppure sedute ai tavolinetti dei bar. Mi piace che mi fermino e mi chiedano dov'è il Chiostro di San Francesco e se ho tempo posso pure girare sui tacchi e accompagnarcele direttamente. Sembra più bella anche a me la mia città in questi giorni.
Quello che mi lascia più perplesso è il comportamento degli autoctoni, o almeno di parte di essi. Entri in un negozio di vestiti e trovi la titolare al telefono che manco ti fila "Eh...c'è il festival della mente! Vengono da tutte le parti del mondo!(si va beh...n.d.r.)" sulla soglia di un altro negozio, colgo un'altra conversazione animata di due signore" Bisognerebbe trovare i biglietti per andare ad ascoltare qualcosa...".
Certo il programma presenta un fitto calendario di conversazioni "intelligenti", condotte da filosofi, scienziati, artisti e tutto ciò bellissimo.
Tuttavia tutto l'anno la nostra provincia riserva appuntamenti culturali eccellenti, con protagonisti noti e meno noti, oltretutto a ufo e molti troppo spesso sono negletti o comunque con un uditorio numericamente limitato e ciò mi lascia perplessa a fronte del fermento di questi tre giorni sarzanesi, per cui mi chiedo quanto sia reale questa fame-sete di cultura, o quanto invece non sia l'ambizione di poter dire "Io c'ero".
La cultura è un percorso. E' un impegno. Un piacere. Un sacrificio. Non si consuma in un evento, che certo può concorrere, ma non è sufficiente.

29 agosto 2008

Auguri Tiziana!

Oggi è il compleanno di una persona speciale.
Direi che è una persona fortunata perchè ha accanto un marito innamorato, hanno due figlie belle, ma proprio belle e brave e abitano in un posto bellissimo dove lei negli anni ha realizzato passo dopo un passo un giardino insolito, grande, pieno di piante particolari, messe insieme con un gusto originale.
Non credo che abbia copiato mai quello o quell'altro progettista dei giardini, nondimeno sono anni che lei studia le piante. Le conosce per nome, e identifica, le insegue, le scova!
E dunque al di là della donna generosa che conosco, dell'ottima cuoca che apprezzo, dell'amica solidale con cui scambio malumori, battute e talee, quel giardino aristocratico e insolito in cui minuzie si incontrano con esotiche rarità, possa dare di lei il ritratto più autentico.
Auguri Tilla!

20 agosto 2008

Foulard

Mentre sono in procinto di trasformare in meritorie opere di beneficenza, si fa per dire, vestiti appartenuti a molte SARE fa, dato che non posso comperarmi un armadio per tenerci abiti che non uso più per sopraggiunti limiti d'età, o alternanze dell' Io dominante, mi separo controvoglia da una dignitosa collezione di foulard. Mi piacciono tanto i foulard, li considero accessori femminili molto eleganti e strategici. E così li passo in rassegna. Uno celeste a pois bianchi comperato sul lungomare di Rimini in un lontano settembre. L'altro morbido,lucente, nero a fiori oro e rossi, preso al volo da un ragazzo senegalese in Corso Italia a Pisa.
Casca l'asino, si fa per dire, su un paio che ricevemmo in regalo la mia genitrice ed io il 26 dicembre del 1997. Mia mamma che è di Battilana dice che i foulard sono come fazzoletti, cioè regalarli porta rogna, a meno che non si paghi simbolicamente il pegno con una monetina. Non so se per quei due mia madre pago, perchè andavamo un po'di fretta quella mattina. E ho idea che nemmeno la mia allora suocera abbia pagato il pegno per un bellissimo foulard che aveva ricevuto a sera prima e la mattina del 26 mi mostrava in cucina.
Com'è, come non è, ci ritrovammo in regalo un foulard a testa.
A me andò peggio di tutte perchè mi feci 11 giorni d'ospedale, più un ricovero sucessivo con anestesia totale. Mia suocera guidava, ma è comprensibile che anche mia mamma si sia presa una bella batosta.
Poi alle volte uno dice "superstizioni"...

n.d.r. quel giorno dell'incidente dovevamo andare al mio mio pranzo di laurea, ma non arrivammo mai al ristorante. Va detto che per una che ha fatto una tesi sugli "auxilia dei", cioè sugli aiuti che Dio manda, metabolizzare un incidente accaduto PROPRIO quando stavamo per andare a festeggiare la mia agognata, desideratissima laurea, fu una questione imegnativa da mandar giù...

Buon Paradiso, Dottor Gramigna!

è mancato oggi un mio collega, si chiamava Giorgio, ma lui amava autodefinirsi "Dottore in Gramigna".
Mi ripeteva spesso:
STUDIA! STUDIA!
SCRIVI! SCRIVI!
NON TI SPOSARE MAI!
su quest'ultimo punto vorrei spiegare il suo pensiero: diceva infatti che noi donne troppo spesso chiudiamo in un cassetto il nostro titolo di studio, le nostre velleità artistiche, per far fronte alle esigenze della famiglia.
Mi sa che un po'aveva ragione.

15 agosto 2008

Mio nonno Nandino della Battilana



In linea di massima non ho mai avuto un rapporto affettivo dignitoso con i miei nonni, nondimeno ho avuto la fortuna di conoscerli e viverci accanto per diversi anni. Potrei anche assumermi tutte le responsabilità del caso, ma è un onere che non sono ancora in grado di sopportare e non so se accadrà mai e comunque non mi sembra nemmeno proficuo essere tanto generosa,dato che la vita è breve.
Mio nonno Nandino , patriarca paternalista dei Menconi di Battilana è mancato quasi due anni fa, confortato dall'affetto delle nipoti predilette, mentre io me ne stavo in disparte quasi un po'come una venuta in visita e non una di famiglia e poi sono andata direttamente a sdraiarmi sulla ottomana in soggiorno. Ci sarebbe da scrivere un libro sull'ottomana di mio nonno, ma per il momento mi limito a dire che ci andai e semplicemente svenni lì.
A suo modo forse mi avrà voluto bene, ma non ci siamo mai capiti. Io ero un ramo lontano del suo albero, i miei frutti non gli sono mai interessati . Nemmeno la laurea.
Pure quel lavoro modesto, ma tutto sommato dignitoso e gratificante che ho avuto la fortuna di ottenere speravo fosse fonte di una qualche soddisfazione, per chi comunque ha reso possibile che io ci sia, per chi è stato veicolo di trasmissione della vita che io vivo, ma per l'ennesima volta non fu così.
Comunista iracondo e bestemmiatore mio nonno, che prese da anziano la V elementare, scriveva cose divertenti e commoventissime: sei mesi dopo la sua morte fu fatta in paese una lettura di alcune sue poesie. Lo seppi per caso: nessuno pensò di chiamare la sottoscritta a leggerle, nonostante avessi in attivo, pur nel teatro amatoriale, un certo numero di letture poetiche da solista.
Mi chiamavano e mi chiamano ancora ogni tanto a leggere poesie altrui, ma per quelle di mio nonno non fui presa in considerazione, ma del resto, chi ha organizzato la cosa, si sarà attenuto a rispecchiare quelli che erano i nostri rapporti in vita.
Dei suoi beni materiali non mi è arrivato niente, secondo a sua volontà, perchè credo che non si fosse minimamente posto il problema della sottoscritta.
Se le determinazioni genetiche hanno un qualche influsso nell'animo, da lui ho preso una passione smisurata per la "mia" terra, cioè il campo, l'uliveto, la vigna dietro casa e una vena egualitaria a detrimento dell'ordine costituito, mentre con modi garbati cerco di occultare la scomoda appartenenza alla razza "dei matti" di Battilana.
Qualche mese fa mia mamma mi ha portato un libro che ha trovato tra le infinite cianfrusaglie che mio nonno accumulava:
non so perchè quel libro sia passato inosservato nella cernita dei beni terreni del mio progenitore.
Non so nemmeno come mai mio nonno, che nella vita, campagna d'Africa a parte, nei suoi spostamenti non andava oltre Bonascola o San Lazzaro, si ritrovò quel libro, in inglese poi, tra le mani.

Quel libro che ha disegni in bianco e nero e una copertina in cui è profilata stilizzata una rosa ed inciso in caratteri color oro "THE AMERICAN ROSE ANNUAL 1942" dell' AMERICAN ROSE SOCIETY.
Quel libro che, guarda caso, è finito proprio a me.

13 agosto 2008

Ricevo e pubblico: molto volentieri!

L'outlet, prezzi che non dovrebbero esistere in un'Italia in crisi economica, assurdità tipo borse scontate dell'80 per cento a 300 euro.....Prada, prada un c....o, ma guarda te per pagare lo yacht a Miuccia devo spendere 'sti spropositi, fosse per me, altro che ville e piscine, a vangare e a levarmi la gramigna a 10 euro l'ora e niente di più!! Troppo drastica??? Ma no dai!!!

11 agosto 2008

Dioniso si guardava allo specchio e vedeva quella bella immagine di giovane riflessa e perplesso si chiedeva"sono io?". Stava cercando la sua identità, il suo ruolo tra gli dei. Lui non era uno come Ares, come Ermes, insomma di quelli che fanno buon viso a cattivo gioco e tutto sommato si accontentano di un ruolo definito. Non sapeva però cosa fare di preciso e non è che uno può stare nell'Olimpo a scrocco, senza esercitare una funzione.
Allora andò da Zeus che era il direttore amministrativo dell'Olimpo e gli disse: "ragazzo non è più come una volta che uno diventava dio a tempo indeterminato, sono tempi difficili questi! voi giovani vi dovete un po'impegnare! lo so che tu passi il tuo tempo a chiederti "sono io?", ma io non ho tempo per occuparmi delle tue questioni! tu inventati un ruolo e io vedrò cosa si può fare".
E Dioniso sempre un po'triste per la verità, lasciò l'ufficio del direttore amministrativo e prese ad andare a zonzo per l'Olimpo.
E prese a girare tra le dee il figlio di Zeus e per prima incontrò Afrodite e a lei chiese se poteva indicargli un ruolo divino. "Ma qua siamo già in tanti, non è che esattamente abbiamo bisogno di nuovo personale. Io al massimo potrei offrirti un posto da acconciatore celeste: come te la cavi con phon e spazzola?". Si crucciò il figlio di Zeus e allora lasciò a malincuore la bella e capricciosa Afrodite, per presentarsi al cospetto di Atena. All'algida dea della sapienza il figlio di Zeus chiese un suggerimento, aveva bisogna di sapere in che ruolo collocarsi e darsi una risposta alla domanda "sono io?". Ma il colloquio con Atena lo lasciò peggio di come l'aveva trovato e non poteva essere altrimenti, come avrebbe potuto capire, lei, la fiera dea vergine i turbamenti del dio dell'ebbrezza?
Vide la dea Flora e suo malgrado non fece in tempo a nascondersi prima che lei lo chiamasse,"accipicchia!" pensò il giovane dio,"Flora ha sempre qualche faticaccia da farmi fare in giardino, di questa stagione poi fa così caldo...". E così stava per filasela, ma Flora che si era accorta del sotterfugio del Bromio, lo chiamò a gran voce perchè aveva bisogno del suo aiuto: "Da sola non ci riesco! per favore, dammi una mano! Gli dei amano tutti ornarsi di fiori, ma poi il mazzo me lo devo fare io". S'incrinò quasi di pianto la sua voce e Dioniso sapeva che aveva ragione, sapeva delle sue aspre battaglie con il direttore amministrativo dell'Olimpo per governare al meglio quel giardino splendido, sempre un po' ridotto in male arnese e le si fece accanto mentre lei indicando in lontananza tre ninfe paffute che dormivano sotto un lauro e disse stizzita: "Vedi? tre fannullone!".
E allora Dioniso si inginocchiò a terra per aiutare Flora nella semina delle biennali , la digitale purpurea, la malvarosa, le campanule:"Ma perchè semini piante che fioriranno il prossimo anno?" chiese il Bromio con le mani sporche di terra. "Perchè mi piace aspettare" rispose pacata la dea dai guanti color glicine, che sognando a occhi aperti già si vedeva svettare innanzi ai suoi occhi, lunghi steli fioriti di mille colori.
"Beata te Flora, che sai già cosa ti aspetta il prossimo anno, io non lo so. Sono così confuso...". E continuò "l'Olimpo è il mio paradiso, ma è anche la mia prigione e poi Zeus vorrebbe che mi dessi un ruolo definito, ma io non so cosa fare. Ho voglia di partire Flora, ho voglia di andarmene ma ho tanta paura!". Ora era il giovane dio ad avere lo sguardo smarrito.
"Anch'io ho paura, Bromio", gli rispose Flora. "Ho paura ogni volta che devo mettere a terra una pianta o cambiarle di vaso!Ho paura che muoia!" Rise e riprese "Davvero! Non mi credi?" Si, forse le credeva il figlio di Zeus, ma non gli sembrava una faccenda poi così importante.
E allora Flora prese un vaso e ne estrasse la pianta che venne via con il pane di terra tutto attaccato. Le radici bianche erano tutte schiacciate in circolo :"Vedi io ho paura, ogni volta nel mio cuore è una scommessa, ma a un certo punto devo farlo per forza! il vaso è insufficiente, la pianta non ha più sostanze nutritive, le radici sono congestionate, come posso sperare che cresca bene, che venga bella?! Non può stare in un vaso così piccolo! O se ce la lascio, ci sta male!" e parlava animatamente la dea, proprio perchè per lei, cambiare vaso o dimora alla pianta era fonte di preoccupazione. "Ma poi dopo sono sicura che starà meglio, non più costretta, seguirà la sua natura!" e sorrise al Bromio la dea. "Che pianta è?" le chiese, mentre lei separava con un soffio i semi della digitale "Non lo so, ma so che viene da posti lontanissimi, luoghi di bellissimi pieni di colori, sfavillanti di piante di ogni tipo,delle forme più insolite e affascinanti che qua ce li sogniamo...Potessi averne degli altri!"concluse un po'amaramente ora che la calura stazzonava impietosamente i giardini dell'Olimpo, a lei cari più della vita stessa, ma tutto sommato in certi momenti un po'aridi e brulli.
Si rialzò in piedi il dio e Flora vide che era proprio bello. "Ti porterò tanti semi! E se non sarò io, farò in modo di farteli avere tramite Ermes!" la rassicurò felice. E si congedò da lei. E da tutti gli dei. E partì.
Perchè anche l'Olimpo può essere come un vaso angusto che soffoca l'esuberanza vitale di un giovane dio.

Confessioni inattuali

" I liguri sono di due categorie: quelli attaccati ai propri luoghi come patelle allo scoglio che non riusciresti mai a spostarli; e quelli che per casa hanno il mondo e dovunque siano si trovano come a casa loro. Ma anche i secondi, e io sono dei secondi, tornano regolarmente a casa, restano attaccati al loro paese non meno dei primi".
Italo Calvino

io appartengo alla prima tipologia, è inattuale confessarlo, ma la mia Val di Magra è bellissima, non mi stanco mai di quante cose belle ci sono nel luogo in cui vivo.
Tutto sommato è già per metà una vacanza ogni giorno.

La statuaria giardinicola

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(foto 1. nano da giardino regalatomi da Franchino, detto Frank il Selvaggio in occorrenza del mio II anniversario di matrimonio. Trattasi di nano tecnologico accessoriato con lampada a energia solare)

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(foto 2. nano acquistato lo scorso anno all'ipercoop, trattasi di nano di tipo tradizionale, che misteriosamente da un po'di tempo a questa parte, cioè da quando è arrivato il nano tecnologico, ogni mattina rinvengo tramortito in giardino, scomposto nel letto di fragoline di bosco)

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(foto 3. coniglietto che va in bicicletta, privo di ambedue le orecchiette. Pezzo straordinario della mia collezione, attualmente esposto nella celebre rassegna sarzanese "La Soffita nella strada". Trattativa riservata. Prezzo su richiesta.)

10 agosto 2008

Icone fashion

Cinzia Felicetti, leggendaria (ex) direttrice di Cosmopolitan suggerisce di assumere un modello di eleganza femminile a cui ispirarsi, quale punto di riferimento per i propri acquisti. Cioè quando si compra un abito o una gonna pensando alla star a cui maggiormente assomigliamo, che più ammiriamo, più in sintonia con la nostro modo di essere, sarebbe opportuno chiedersi :"ma lei lo comprerebbe?".
Preso amaramente atto che non ci sono più le divine di un tempo - Audry Hepburn, Grace Kelly, Jackie Kennedy - menzionate dalla stessa Felicetti, bisogna accontentarsi di quello che passa il convento e qua iniziano i problemi...io mi sentirei molto vicina strutturalmente a una Monica Bellucci, benché sappia di avere un'indole analoga a quella di Nicole Kidman, tuttavia sono costretta, mio malgrado, nel portafoglio della Pina Fantozzi.

Considerazioni fashion

L'approssimarsi dell'autunno spinge i produttori di cosmetici a lanciare nuovi prodotti sul mercato, praticamente le ultime perle prodotte nei loro straordinari laboratori scientifici: il lucidalabbra, o per meglio dire il gloss che non secca, il balsamo che non appesantisce i capelli, il fondotinta che non soffoca l'epidermide...
Scusate, ma voglio dire, fino ad ora mia avete venduto dei bidoni?

07 agosto 2008

giardinaggio libertario

Misi un post nell'aprile dello scorso anno "Anche i gerani sui balconi hanno il loro significato...(ma dove?)" in cui dichiaravo una sorta di antipatia personale nei confronti dei gerani, mentre per contro manifestavo il mio favore nei riguardi dei garofani. Il fatto è che inizio ad avere una certa età, e la transumanza dei vasi all'approssimarsi dell' autunno è diventata una faccenda impegnativa per la sottoscritta. Nel frattempo però ho ripensato ai gerani e un paio me li sono ritrovati in regalo, mentre un paio addirittura li ho comperati.
Per caso passo oggi a rivedere quel vecchio post e ci ritrovo due commenti anonimi piuttosto stizziti, in uno addirittura c'è scritto "il geranio è proprio una signora pianta ....ma nn credo che ne capirai mai il suo significato".
E che? dal fatto che non amo i gerani uno deduce tutti i tratti della mia persona?
Ora io lo so che il giardinaggio provoca partigianerie feroci, tuttavia in quanto espressione dell'otium, quindi della sfera libera dell'azione individuale, io sostengo che uno legittimamente nel suo giardino può tenerci ciò che vuole, se gli piace può pure piantarci una bouganville.

03 agosto 2008

lessico battilanese

i n' bon a piantar 'n pe'd'ortica = non è capace nemmeno di mettere a dimora una pianta di ortiche, ovvero questa persona non ha la minima capacità giardinicola.