29 agosto 2010

Festivalbar 1987

Ieri notte mi sono imbattuta in Rete 4 che riproponeva una puntata del Festival del 1987.
La sigla d'inizio cantata da Edoardo Bennato era "Ok Italia",e come protagonista del video c'era una bellezza mozzafiato, Susanna Huckstep (ogni maschio che all'epoca aveva almeno 5 anni, di sicuro se la ricorda bene).
L' arena di Verona conteneva 25.000 persone, in tripudio. Che già essere lì all'arena dovrebbe essere uno spettacolo.
C'era Vittorio Salvetti, un gentiluomo, a fare gli onori di casa.
Co-presentatrice Susanna Messaggio, carinissima con una minigonna di raso rosa antico, con fiocco sul didietro, per nulla volgare.
Claudio Cecchetto con un vestito che sembrava fosse di due taglie più grande. Giovane. Pochi discorsi, diretto verso la musica.
Hanno aperto la serata gli Europe con The final countdown, 5 ragazzotti nordici in pantacollant sintetici e cappelli lunghi, e i riccioli messi in piega con la schiuma, proprio come facevamo all'epoca noi ragazze.
Poi è stata la volta di una cantante Celeste, senza retorica, una Venere nera,una creatura astrale davvero, che ha cantato un motivetto da discoteca, indossando un'ampia una tunica bianca, che lasciava generosamente intravedere uno chiccosissimo reggiseno a fascia dorato che copriva elegantemente una seconda di seno.(il video è QUA).

Poi mio marito ha voluto che spegnessi la tv e quindi non vi posso dire del resto.

Faccio però la mia considerazione sulle tre figure femminili, che indubbiamente erano alla ribalta sul palco, in ragione (anche) della loro notevole avvenenza, ma siamo agli antipodi dal modello di bellona-fotocopia che domina a vanvera nei nostri palinsesti, piuttosto erano, cioè sono, tre donne diverse, ciascuna con un peculiare modo di essere bella, in una parola, originale.
Poi all'epoca il ritocchino chirurgico era una pratica moralmente censurata, al limite ammesso come tentativo patetico di qualche vecchia star hollywoodiana sul viale del tramonto, oggi invece vediamo bocche, tette, fondoschiena fatti in serie su qualsivoglia giovanissima starlette che si rispetti. Belle senza fantasia.

Apprendo dal suo sito ufficiale che Susanna Messaggio oltre a tutta la tv che si è fatta in questi anni, ha trovato anche il modo di prendersi due lauree.
Che grandi donne le ragazze degli anni '80!

Rosa Heritage in boccio

Heritage

rosa Ferdinand Pichard

Ferdinand Pichard

rosa rossa

rosa rossa

Questa rosa ha una sua storia. Ma più o meno quasi tutte le mie rose hanno una loro storia.
Per lo più le mie rose celebrano momenti d'amore, rapporti d'amicizia, giornate felici, sguardi carichi di promesse, feste indimenticabili...
Questa rosa invece l'ho presa il giorno in cui è mancato il mio collega Ugo.
Ho preso l'auto e ho guidato senza senso fino al mare. Una volta arrivata a Marinella, ho preso un caffè da sola in quel grigio pomeriggio di dicembre. Non ho fatto in tempo a dirgli che di lì a qualche mese mi sarei sposata e questo è il mio rimpianto.
Sulla strada del ritorno mi sono fermata in un vivaio con la lucida certezza di voler acquistare una rosa per Ugo. E invece di rose ne ho prese due. Una l'ho piantata dove lavoro e l'altra, questa, l'ho messa nel mio giardino.

BUON COMPLEANNO TILLA!!! iiiiiiiiièèèè

Tanti auguri amica cara!
Amica speciale incontrata in età adulta, ma il nostro cuore di femmine giardinicole è sempre un terreno buono per far crescere il seme più prezioso, quello dell'AMICIZIA!
Il regalo più bello te lo sei realizzata da sola, giorno dopo giorno, in tutti questi anni, insieme all'uomo che hai sposato e che non finirà mai di sorprenderci per i suoi talenti artistici e insieme alle vostre figlie, belle e brave.

27 agosto 2010

Nicola di Ortonovo (La Spezia)

Ho sempre sognato di avere una casa a Nicola...
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va beh, facciamo la prossima volta...
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mio zio Sandro,"l'frato", mi menzionava questa fontana
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proprio al centro della piazza del pianello
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laggiù la mia piana...ma come ti hanno ridotto? costruzioni ovunque!
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questa è l'unica bouganville che mi piace! riesco a vederla fin da laggiù, quando sono al lavoro nella mia piana e i foresti mi chiedono del paesino in collina "vale la pena andarci?" e io gli dico che si chiama Nicola, che in greco era Mikauria, miniera d'oro, un toponimo d'origine bizantina, perché qua non ci siamo fatti mancare niente, nemmeno i Bizantini sotto la guida di Narsete. Ma non venitemi a dire che siamo "misti", no, noi liguri apuani non siamo misti, siamo "altri".

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Nicola! venivo all'asilo qua, quando c'erano le suore...ricordo suor Elisabetta, la madre superiora che era un po'in sovrappeso e poi un'adorabile maestra che si chiamava Milvia. Stasera sono salita fin davanti all'ingresso, per rivedere da dietro il cancello quel terrazzo grande grande...
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Quando vedo "la porta" avverto di essere tornata "a casa" e penso a mio nonno paterno, che era di Nicola...
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Ho sempre avuto l'impressione che anche i fiori e le piante a Nicola siano più belli che altrove...sarà l'aria, sarà l'acqua...
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e dunque: nicolese, anzi nicolesa per un quarto!
gli altri tre sono equamente attribuibili a Luni, Candia e Castelnuovo Magra!
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n.d.r. lo so, la foto è impietosa, ma oggi il programma del blog mi ha segnalato che qualcuno è capitato in queste pagine cercando la voce "monica bellucci", quindi un contentino dovevo pur darlo, insomma "Liz Taylor" va bene comunque, no?

UN ROSSO FANTASTICO!

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rosa rossa riprodotta per talea

American Beauty

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roselline rosse

Il mio pot ghetto ovvero autoproduzione giardinicola

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le mie talee.

22 agosto 2010

Apua

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Dal rifugio di Save the Dogs in Romania, al giardino di casa mia!!!

(pietà per la rima!è difficile mettere in posa un cane, soprattutto un cane dolcissimo come Apua, che se mi fermo per fotografarla mi si accosta per darmi tanti baci!)

cottage rose

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Astro settembrino (di già?!)


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trova l'intruso

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cineraria maritima, sin. senecio cineraria

Come fa la tv che d'estate trasmette cose già viste...(post di risulta)

Dioniso si guardava allo specchio e vedeva quella bella immagine di giovane riflessa e perplesso si chiedeva"sono io?". Stava cercando la sua identità, il suo ruolo tra gli dei. Lui non era uno come Ares, come Ermes, insomma di quelli che fanno buon viso a cattivo gioco e tutto sommato si accontentano di un ruolo definito. Non sapeva però cosa fare di preciso e non è che uno può stare nell'Olimpo a scrocco, senza esercitare una funzione.
Allora andò da Zeus che era il direttore amministrativo dell'Olimpo, il quale gli disse: "ragazzo non è più come una volta che uno diventava dio a tempo indeterminato, sono tempi difficili questi! voi giovani vi dovete un po'impegnare! lo so che tu passi il tuo tempo a chiederti "sono io?", ma io non ho tempo per occuparmi delle tue questioni! tu inventati un ruolo e io vedrò cosa si può fare".
E Dioniso sempre un po'triste per la verità, lasciò l'ufficio del direttore amministrativo e prese ad andare a zonzo per l'Olimpo.
E prese a girare tra le dee il figlio di Zeus e per prima incontrò Afrodite e a lei chiese se poteva indicargli un ruolo divino. "Ma qua siamo già in tanti, non è che esattamente abbiamo bisogno di nuovo personale. Io al massimo potrei offrirti un posto da acconciatore celeste: come te la cavi con phon e spazzola?". Si crucciò il figlio di Zeus e allora lasciò a malincuore la bella e capricciosa Afrodite, per presentarsi al cospetto di Atena. All'algida dea della sapienza il figlio di Zeus chiese un suggerimento, aveva bisogna di sapere in che ruolo collocarsi e darsi una risposta alla domanda "sono io?". Ma il colloquio con Atena lo lasciò peggio di come l'aveva trovato e non poteva essere altrimenti, come avrebbe potuto capire, lei, la fiera dea vergine i turbamenti del dio dell'ebbrezza?
Vide la dea Flora e suo malgrado non fece in tempo a nascondersi prima che lei lo chiamasse,"accipicchia!" pensò il giovane dio,"Flora ha sempre qualche faticaccia da farmi fare in giardino, di questa stagione poi fa così caldo...". E così stava per filasela, ma Flora che si era accorta del sotterfugio del Bromio, lo chiamò a gran voce perchè aveva bisogno del suo aiuto: "Da sola non ci riesco! per favore, dammi una mano! Gli dei amano tutti ornarsi di fiori, ma poi il mazzo me lo devo fare io". S'incrinò quasi di pianto la sua voce e Dioniso sapeva che aveva ragione, sapeva delle sue aspre battaglie con il direttore amministrativo dell'Olimpo per governare al meglio quel giardino splendido, sempre un po' ridotto in male arnese e le si fece accanto mentre lei indicando in lontananza tre ninfe paffute che dormivano sotto un lauro e disse stizzita: "Vedi? tre fannullone!".
E allora Dioniso si inginocchiò a terra per aiutare Flora nella semina delle biennali , la digitale purpurea, la malvarosa, le campanule:"Ma perchè semini piante che fioriranno il prossimo anno?" chiese il Bromio con le mani sporche di terra. "Perchè mi piace aspettare" rispose pacata la dea dai guanti color glicine, che sognando a occhi aperti già si vedeva svettare innanzi ai suoi occhi, lunghi steli fioriti di mille colori.
"Beata te Flora, che sai già cosa ti aspetta il prossimo anno, io non lo so. Sono così confuso...". E continuò "l'Olimpo è il mio paradiso, ma è anche la mia prigione e poi Zeus vorrebbe che mi dessi un ruolo definito, ma io non so cosa fare. Ho voglia di partire Flora, ho voglia di andarmene ma ho tanta paura!". Ora era il giovane dio ad avere lo sguardo smarrito.
"Anch'io ho paura, Bromio", gli rispose Flora. "Ho paura ogni volta che devo mettere a terra una pianta o cambiarle di vaso!Ho paura che muoia!" Rise e riprese "Davvero! Non mi credi?" Si, forse le credeva il figlio di Zeus, ma non gli sembrava una faccenda poi così importante.
E allora Flora prese un vaso e ne estrasse la pianta che venne via con il pane di terra tutto attaccato. Le radici bianche erano tutte schiacciate in circolo :"Vedi io ho paura, ogni volta nel mio cuore è una scommessa, ma a un certo punto devo farlo per forza! il vaso è insufficiente, la pianta non ha più sostanze nutritive, le radici sono congestionate, come posso sperare che cresca bene, che venga bella?! Non può stare in un vaso così piccolo! O se ce la lascio, ci sta male!" e parlava animatamente la dea, proprio perchè per lei, cambiare vaso o dimora alla pianta era fonte di preoccupazione. "Ma poi dopo sono sicura che starà meglio, non più costretta, seguirà la sua natura!" e sorrise al Bromio la dea. "Che pianta è?" le chiese, mentre lei separava con un soffio i semi della digitale "Non lo so, ma so che viene da posti lontanissimi, luoghi di bellissimi pieni di colori, sfavillanti di piante di ogni tipo,delle forme più insolite e affascinanti che qua ce li sogniamo...Potessi averne degli altri!"concluse un po'amaramente ora che la calura stazzonava impietosamente i giardini dell'Olimpo, a lei cari più della vita stessa, ma tutto sommato in certi momenti un po'aridi e brulli.
Si rialzò in piedi il dio e Flora vide che era proprio bello. "Ti porterò tanti semi! E se non sarò io, farò in modo di farteli avere tramite Ermes!" la rassicurò felice. E si congedò da lei. E da tutti gli dei. E partì.
Perchè anche l'Olimpo può essere come un vaso angusto che soffoca l'esuberanza vitale di un giovane dio.

19 agosto 2010

Genio e gattofilo

Sissi
Dietro un cancello mezz' arrugginito e due pezzi di muro rincalzati da piante rampicanti, c'era un piccolo giardino incolto, con in fondo una palazzina abbandonata. Un tappeto di foglie secche copriva il viale, e foglie secche giacevano dappertutto sotto i rami dei due platani, formando addirittura delle piccole montagne sulle aiole. Uno strato di foglie galleggiava nell'acqua verde d'una vasca. Intorno s'elevavano edifici enormi, grattacieli con migliaia di finestre, come tanti occhi puntati con disapprovazione su quel quadratino di due alberi, poche tegole e tante foglie gialle, sopravvissuto nel bel mezzo d'un quartiere di gran traffico.
E in questo giardino, appollaiati sui capitelli e sulle balaustre, distesi sulle foglie secche delle aiole, arrampicati al tronco degli alberi o alle grondaie, fermi sulle quattro zampe e con la coda a punto interrogativo, seduti a lavarsi il muso,erano gatti tigrati, gatti neri, gatti bianchi, gatti pezzati, soriani, angora, persiani, gatti di famiglia e gatti randagi, gatti profumati e gatti tignosi. Marcovaldo capì d'essere finalmente giunto nel cuore del regno dei gatti, nella loro isola segreta.
(...)
- Anche lei è amico dei gatti? - Una voce alle sue spalle lo fece voltare. Era circondato di donnette, certune vecchie vecchie, con in testa cappelli fuori moda, altre più giovani, con l'aria di zitelle, e tutte portavano in mano o nella borsa cartocci con avanzi di carne o di pesce, e certune anche un tgamino con del latte. - Mia aiuta a buttare questo pacchetto di là del cancello, per quelle povere bestiole?
Tutte le amiche dei gatti convenivano a quell'ora attorno al giardino delle foglie secche per portare da mangiare ai loro protetti.
- Ma ditemi, perché stanno tutti qua, quesi gatti? - s'informò Marcovaldo.
- E dove vuole che vadano? Solo questo giardino c'è rimasto! Vengono qui i gatti anche dagli altri quartieri, per un raggio di chilometri e chilometri...

Marcovaldo, Il giardino dei gatti ostinati di Italo Calvino

foto gatta Sissi

18 agosto 2010

LA SOFFITTA NELLA STRADA



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Ai miei tempi si scriveva con la "K"

OMISSIS

Quando recitavo



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Alle volte ho un po'di nostalgia, però non bisogna stare troppo legati a se stessi, è meglio seguire l'onda del cambiamento che si fa strada dentro di noi e regalarsi una vita diversa, seguendo l'impulso di una nuova passione.
A un certo punto, proprio mentre il mio gruppo viveva il suo momento migliore, è diventata preponderante l'attrazione-fissazione per il giardinaggio, ancora attuale, a cui di sicuro devo molto, anche se a tratti inizio ad avvertire una certa uggia.
Negli ultimi mesi sento emergere in me stessa un nuovo interesse a cui penso di dedicare più energie in un futuro prossimo.

Di quando recitavo mi resta attualissima la gioia di questa foto e l'amicizia con Ettore.

14 agosto 2010

Soami... Dolcissima cucciola, in pericolo. :(

Soami... Dolcissima cucciola, in pericolo. :(

Temistocle V

Non so quanto tempo sia passato, perché da quando non ti ho più vista, vivo giorni confusi.
Sono tornato che era notte fonda dall'ultima delle mie più feroci battaglie, c'erano tutti ad attendermi, solo tu non c'eri, quando io avrei voluto invece che solo tu ci fossi.
T'avrei amata anche quella notte, nonostante la stanchezza del viaggio.
Si, t'avrei amata, nella tua stanza, alla luce fioca delle tue lucerne, assaporando la tua pelle morbida e bianca, profumata di melissa.
Si,ti avrei amata, anche quella notte, nonostante la stanchezza, nonostante tutto, perché solo la voglia di amarci ci ha tenuto uniti. Niente altro.
Non il legame di un figlio, non l'obbligo di un giuramento fatto innanzi agli dei, non l'onere di condividere case e pascoli produttivi.
Niente altro ci ha tenuto insieme, nel nostro tempo breve, se non la voglia di amarci. E io ho tanto bisogno di essere amato solo per me stesso.

Adesso che tu non ci sei, mi guardo in giro, annuso l'aria in cerca di un'altra sfida: la guerra è la mia dimensione, Ares o piuttosto Marte come lo chiamano alcuni, è il dio che io venero in segreto, e se fatico,si, se fatico a venire a capo delle mie sfide, è perché io sono Temistocle, sono il migliore,posso vincere solo con onestà e virtù, mentre i miei nemici invece hanno la meglio al prezzo immondo della slealtà.
Ma tu sapessi com'è dura vivere sempre senza un cedimento! Tu sapessi l'amarezza che conosco fin da quando ero fanciullo obbligato a dover dar sempre prova di virtù innanzi agli uomini e agli dei, quando intorno i miei compagni erano oggetto d'orgoglio dei loro congiunti, senza pena d'essere altro che se stessi.

E ora che tu non ci sei, che tu sei sparita, penso che sia stata di certo l'invidia di un dio ad allontanarti da me, o forse è a causa qualche maleficio di strega immonda che tu adesso sei lontana da me, dalla stretta appassionata delle mie braccia, dalle mie labbra che hanno sete di te.
E così ti sono venuto a cercare. Le prime volte ho chiesto in giro, con discrezione, poi quando non sono riuscito ad avere notizie certe su di te, sulla tua sorte, mi sono travestito da viandante e a capo coperto sono arrivato fin sulla soglia della tua dimora, all'isola di Venere.

Là, seduto su un gradino mi sono confuso, tra quelli che aspettavano in cortile , in attesa dei benefici della tua casa. Alle 6 del pomeriggio è uscita la tua nutrice. Lei, una vecchietta piccola piccola, d'età indefinita, si è messa a distribuire i pani tra quanti erano lì in attesa e una volta arrivata innanzi a me, si è come arresta, impietrita.
In un sibilo di rabbia mi ha detto "Tu che ci fai qui?Vai via!".
Ma come ha fatto a riconoscermi? Tu mi dicesti che lei era cieca?!
Di scatto mi sono alzato, e dato che stava andando via, le sono arrivato alle spalle per trattenerla. E le ho chiesto di te.

Ed è così che ho saputo che sei andata in Egitto, che ti sei arruolata di tua libera volontà, come una nereide, in un corteo del dio Oceano, presso quello che chiamano il Mar Rosso. La tua nutrice mi ha detto che vivi giorni felici, lontano da me, che pure ti ho amato tanto.
E avevo bisogno di te, di quell'amore nascosto, lontana dalla luce del giorno, lontano dagli uomini.
Avevo bisogno di quel nostro amore, senza scopo, senza ruolo, perché sai, è dura essere il migliore e doverlo sempre dimostrare, non avere mai tregua, ma essere obbligato instancabilmente a passare da una guerra all'altra.

Tu, regina di Venere, mi hai conosciuto invece nelle battaglie del tuo letto dai pesanti drappi bianchi e le mie uniche strategie erano quelle per convincerti a stare con me ancora un poco, e ogni guizzo del tuo sguardo, decretava la mia resa incondizionata innanzi a te, perché tu lo sai, regina, un uomo innamorato è disarmato e inerme come un bambino.

Solo un po'in incognito....

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13 agosto 2010

Domanda di fondamentale importanza

Quante maschere all'acido ialuronico si possono fare in un mese?

Letti separati?

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Bepo e Sexy Sissi

Ancora gatti e fiori!!!
del resto c'è scritto chiaro nell'intestazione del blog, femmina giardinicola e gattara...a immaginarsi la delusione di quelli che "Today's referrers for this page" sono venuti in questo blog a cercare foto di perizomi e massaggiatrici lesbiche...per fortuna non capita più nessuno da queste parti a cercare "signore anziane nude".

Crinum powellii

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n.b. sullo sfondo non son rovi selvatici, ma more coltivate!

Aspettando Murabilia...

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Piove. Anzi diluvia.
Venerdì 13 agosto.
Ancora due settimane all'inizio delle mie ferie.
Tre settimane dall'inizio di Murabilia, la mostra mercato di giardinaggio amatoriale che si tiene ogni anno a Lucca, praticamente la mia Woodstock.


in foto : iris acquistato a Murabilia 2009

08 agosto 2010

"un incidente spiacevole..."

"un danno d'immagine alla città".
In questo modo un assessore di Capri ha qualificato,nel corso di un'intervista in tv, lo stupro subito da una ragazzina francese.

Si commenta da solo.

Qualcosa di perfetto

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Io impazzisco per le geometrie dell'echeveria pumila var. glauca...tanto che ne ho due ciotole piene. D'estate acqua abbastanza di frequente e fertilizzante per succulente; in inverno, meglio un riparo, non tanto dal freddo, quando dalle piogge persistenti (odia i ristagni d'acqua!) e dalla neve.

Interno domestico

Ritratto di femmina giardinicola con gatto bianco.
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nella foto Bepo, il mio pirata.

04 agosto 2010

Sarzana

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Non mi stanco mai della mia città, Sarzana e più in generale del posto in cui vivo e lavoro, la Val di Magra.
Alle volte penso di essere una che si accontenta, altre una sorta di Candido e se il mio non è il migliore dei mondi possibili, nondimeno pochi posti condensano storia, arte, bellezze naturali e paesaggistiche, come quelli di cui beneficio nel mio quotidiano.



Nella foto: l'atrio del palazzo comunale di Sarzana, con capitello in marmo di Carrara proveniente dall'area archeologica dell'antica città di Luni

Da contrattare sindacalmente

Domani viene la TV a far le riprese dove lavoro.
Capita abbastanza spesso.
Per essere più carina mi sono fatta una maschera all' acido ialuronico.
Per la serie: il veliname del pubblico impiego!

03 agosto 2010

BACI D'AGOSTO

Devo andare a portare il cibo ai miei gatti randagi, dunque esco di casa in bici, crocchette, scatolette e una bottiglia di acqua fresca nel cestino.
Giro l'angolo e al margine della strada m'imbatto in una coppia di ragazzini che si sbaciucchiano ; avranno 13, al massimo 14 anni, sono ancora in quell'età in cui distingui a malapena chi è il maschio e chi è la femmina, un'ambiguità rafforzata dal fatto che hanno entrambi i capelli lunghi. Lui le si fa innanzi, lei si schernisce, forse per il passaggio della sottoscritta sul velocipede.
Penso all'instante che sembrano due gattini che giocano, proprio due gatti novelli!*

Arrivo dai gatti quelli veri, lego la bici, mi appresto a varcare il cancello del giardino del centro ricreativo che li ospita, ma mi fermo sul colpo, alla vista di una coppia che si bacia appassionatamente. Ancora!!! Due sui 30 anni. A mala pena vedo le chiome fluenti di lei.
Per non essere inopportuna , faccio marcia e mi accontento di nascondere una manciata di crocchette sotto la siepe, ripiglio la bici e pedalo verso casa :
MA COSA C'AVETE TUTTI OGGI ???

* nota i gatti novelli sono i gatti che sono nati l'anno precedente, cioè ancora giovani, ma non più cuccioli, partecipano delle dinamiche dei gatti adulti, cioè amorazzi, lotte, spartizioni di territorio etc.

LA DIRETTIVA SULLA VIVISEZIONE _UNA VERGOGNA EUROPEA



Il sito della LEAL raccoglie on line le firme contro una disposizione che il Parlamento Europeo firmerà a settembre : leggendo il testo che gronda di ipocrisia, già m'immagino chi farà applicare queste "procedure" e la serietà dei controlli, non posso non pensare troppo spesso invece si muore di malasanità perchè manca il personale idoneo, o perchè manca un'ambulanza o più semplicemente perchè i tempi di attesa per taluni esami sono siderali.
E dunque le cure per migliorare la nostra salute dovrebbero partire da queste cose, anche se il progresso della medicina non è l'unica scusa per giustificare la vivisezione. Che di sicuro è un bel business.

PER FIRMARE CONTRO LA DIRETTIVA EUROPEA : petizione on line