Forse perche'della fatal quiete tu sei l'imago
A me si' cara vieni
O Sera!
U. Foscolo , Alla sera
Istintivamente avrei voluto afferrarti e tenerti aggrappato alla vita, quasi da condensare in quella stretta tutta la forza che tu hai dedicato a me, da che mi hai messa al mondo. Ma non si puo'.
E ripensavo allora a noi due in giardino, quando io ero piccola e tu strappavi la gramigna, canticchiando una canzone di Tenco, mentre uno dei nostri gatti, immancabilmente neri, passeggiava ozioso tra di noi.Seduta accanto a te, in queste ore, consideravo che stavo vivendo i momenti piu'preziosi della mia vita e che non c'era nessunissimo altro posto al mondo, in cui avrei voluto stare, se non li'accanto a te.
Poi quando e'passato il prete hai avuto voglia di scherzare anche con lui : deve pregare di piu'se vuole che io guarisca!
E passando in rassegna le cose che mi hai lasciato, in primo luogo, la tua onesta'. Rime di Dante sparse qua e la'. E poi che bisogno fare del bene "e non guardare a chi". Il libro dell'Argan che ti sei portato dietro per decenni. Il verso di Foscolo sussurrato presso la soglia di casa in certe sere d'estate, nel riverbero del sole sulle Apuane. Ma in special modo che devo pretendere da me stessa e non dagli altri.