26 gennaio 2007

Cuore e la gatta Piera


Non mi ricordo di preciso quando quando lessi per la prima volta Cuore, ma senza ombra di dubbio lo acquistai in un'edicola di Pisa. La fortuna editoriale di quel settimanale "verde bile" ha coinciso con i miei primi anni di università, quelli in cui comunemente si è più propensi nel vivere a pieno la vita universitaria, come un momento culturale che non resta confinato nel binomio lezioni-esami, ma più in generale si è ricettivi e critici verso una più ampia gamma di istanze a carattere sociale. Io frequentavo la facoltà di Filosofia e nonostante mi sia tenuta alla larga da collettivi, assemblee e occupazioni, tutte realtà che ho vissuto come una sorta d'impiccio tra me e la "mia" laurea, non disdegnavo a titolo meramente individuale, coltivare la mia coscienza politica. Così leggevo avidamente quel giornaletto satirico che denunciava, attraverso le sue vignette, le esilaranti rime di Stefano Benni, gli editoriali geniali di Michele Serra, tutta una serie (biapartisan) di personaggi politici che ammorbavano il Paese. Altri tempi, comunque. Poi c'era il Giudizio Universale sul paginone finale in cui si votavano i 5 motivi per vivere, "la Pace" non spiccava in vetta alla classifica, forse perchè all'epoca l'Italia non partecipava a tutte quelle missioni di pace che si fanno oggi. Anzi penso che "la Pace" fosse di gran lunga superata nella classifica da, testuali parole "quella cosa rosa e pelosa che fa rima con Cossiga".
Tra le tante copertine voglio ricordarne una memorabile che recitava "COCCIOLONE IN MANO AI CROATI:ma allora è un vizio". Mi ci sono fatta pure una foto in piazza a Nicola con quella copertina.
Quelli di Cuore organizzavano tutti gli anni a luglio, badate bene a luglio,una festa nelle campagne di Montecchio, un paese tra le province di Parma e Reggio,avvertendo tuttavia a più riprese i lettori che ivi avrebbero saggiato un caldo spossante , buono solo per "le zanzare grandi come elicotteri" che ci aspettavano fameliche. Di questi due particolari non parlai ai miei amici, ma magnificai solo la giornata "alternativa" che ci attendeva. E così partimmo una domenica mattina dal Motel Agip di Sarzana , eravamo in 8 su due Pande e cioè: la Paola e Riccardo (che all'epoca erano fidanzati), una bellezza mora, la Laura, una bellezza bionda, ovvero la Micky, mio fratello Luca, il tipo con cui stavo, tale Ilic (uno a cui i genitori avevano dato il nome di Lenin "poeo fante!"), il Pino ed io.
I dettagli non li ricordo, ma mi ricordo una giornata bellissima, non voglio dire un po'freak perchè non è il termine esatto, ma mi colpì insieme a quella folla di persone giovani la partecipazione di tanti anziani del posto: roba che se da noi organizzi un raduno un po' rave così col cavolo che li vedi tutti insieme a suonare la chitarra, a cantare o semplicemente a chiacchierare...un'altra cosa che mi è rimasta impressa in quel raduno di umanità variegata, che nessuno passasse a questuare spiccioli o a scroccare sigarette. Ilic si comperò un libro sulla vita di Togliatti. Secondo me deve leggerlo ancora adesso. E io finalmente votai per il Giudizio Universale innanzi ad un gigante rasta dagli occhi azzurri (si, quello me lo ricordo...) e al primo posto dei miei 5 motivi per vivere misi la mia adorata gatta Puzzola. Gli altri 4? Cose contingenti a quel periodo. Rattonammo tutto il giorno tra gli alberi e il prato e quando dalla festa muovemmo per andare a cena a Parma, eravamo sporchi, stanchi e stazzonati tanto che i pochi residenti del ducato che ci incrociavano (era domenica e tutti gli altri erano accalcati in autostrada al ritorno dal mare) ci guardavano male. Il Pino ci fece fare mezza Parma a piedi, ovviamente, prima di farci approdare in un bar "che conosceva lui" dove consumammo dei tost tristi. Ma la giornata fu bellissima comunque.
A casa al ritorno ebbi una sorpresa, una mia gatta, per la precisione la sorella della Puzzola, una gatta nera a cui non ci siamo mai premurati di dare un nome e alla quale i veterinari a fronte di una pancia enorme, seppero diagnosticare "un brutto male", aveva dato alla luce 6 gattini neri . Di quella cucciolata oggi, a distanza di 15 anni dalla festa di Cuore, resta una micia nera che si chiama Piera, bella, forte, ma un po'anarcoide, nota frequentatrice dei gatti più malfamati del circondario, non viene se la chiami, viene quando accidenti vuole lei.Capace di star via giorni interi e poi tornare a casa, rimpinzarsi e piombarsi poi in un sonno efesino. La Piera è nata quel giorno che noi siamo andati alla festa di Cuore e di quella festa, mi piace pensarlo, ha assunto l'indole.

1 commento:

Sara ha detto...

Rileggo questo post dopo tanto tempo.
La gatta Piera avanza verso il suo 18esimo compleanno, con lo spirito ribelle che l'ha sempre contraddistinta. Non so se frequenti ancora i peggiori gatti del circondario, anche perché oggi i mici sono quasi tutti castrati e non si relazionano più come un tempo.
Io invece avverto ancora, anzi, l'avverto sempre più intensa, una gran nostalgia per la festa di Cuore.