Volevo scrivere un post su una rosa, che poi è una storia carina, ma ora non ne ho voglia, sono pigra.
Sto studiando, ma conto di finirla a breve, questa è la penultima volta che mi vado ad avventurare in una cosa del genere. Poi alla fine sto bene dove sto, in senso lavorativo, cioè ho la mia dimensione quotidiana che mi va bene.
Ho smesso con il gruppo di teatro perché non ce la facevo a conciliare troppe cose, compreso l'ennesimo filone patologico di mia mamma che nel frattempo si era aperto, ma per fortuna pare rientrato.
Mi sento molto i miei anni, come dimensione. Sento che il tempo passa e non me ne resta tanto da vivere come vorrei. Cioè ho 52 anni e le cose che posso fare sono determinate, non posso sprecare tempo, energie e soldi. 52 anni non sono 32 e manco 42.
Bisogna essere realisti, appunto.
Pure questa ennesima, penultima, avventura di studio, fatta con pochissima convinzione, zero passione, un atto dovuto, è uno spreco nella mia economia di vita, ma va beh, almeno ho imparato un po'di cose.
Vorrei tornare a teatro nei prossimi mesi, ma non so se cambiare gruppo, perché quello che ho frequentato negli ultimi due anni, pur avendo un insegnante veramente bravo, non è il tipo di teatro che mi appassiona. Vorrei recitare un teatro più tradizionale, meno sperimentare.
Insomma comunque gli anni io me li sento e provo insofferenza verso la gente della mia età che si crede di essere giovane o comunque di dimostrare di meno.
Gli anni sono una questione anagrafica, non estetica.
Sabato scorso sono stata a una festa bellissima e c'era tutta gente della mia età, a parte qualche ragazza giovane e magra, che credevo che fossero pagate per essere lì, come modelle, ma forse erano solo figlie di qualche presente.
Non eravamo male, tutti con i vestiti carucci, lì a ballare, nel Tempio del Vermentino, con la passione che solo la nostra generazione può avere e c'era pure il cantante/intrattenitore irresistibile, che era
uno famoso quanto noi eravamo ragazzini.