07 gennaio 2007

Due invettive


Un vago desiderio d'incontrarti guida il mio cammino.
"Cosa fai da queste parti?" "Abito qua vicino."
Ti presento il mio cane, di cui vado orgogliosa
"Cosa fai nella vita, lavori...o cosa?"
"Vai ancora a scuola ala tua età?!"
"Studio Filosofia, all'università."
"Filosofia...e quando finisci cosa ci fai?"
"intanto mi laureo, poi non si sa mai."
"Filosofia...e cosa studi precisamente?"
"Studio di un monaco un po'puritano
che lancia anatemi sul concepimento umano.
E studio anche Yeats, il vate irlandese,
anch'io scrivo versi, ma senza pretese..."
Scrivere versi, a te sembra strano,
tu non lo conosci il mio guidogozzano!
Questo mio mondo,l'hai sempre ignorato
nella tua boria da illetterato!
"E quella per cui m'hai lasciata?"
"Ancora questa storia, non l'hai dimenticata?"
"Ti devo salutare, il cane mi trascina."
"Sai volevo dirti,ti sei fatta più carina..."


Un'insana aridità ti spinge in modo perverso
a sottomettere il testo a un attenta lettura del verso,
in quella fluenza che in te è pura
di cui è incapace la mia italica natura.
Estrapoli, analizzi, circoncidi il lemma
con la tua proverbiale flemma,
mal si concilia tutto il cicisbeo,
con il mio poetico "furor" plebeo!
E se Yeats giudicasse noioso
tutto il tuo lavoro cavilloso?
Se Yeats passasse di qua (1)
che sdegno avrebbe della tua università!
E se si capovolgessero le sorti, per uno scherzo villano(2)
e io ti imponessi di leggere in rima il mio guidogozzano?
Ma anche così non ci sarebbe comprensione,
perchè io faccio poesia, tu vivisezione.

note
1)il testo rimanda alla poesia di Yeats "The Scholars", ove ai vv 11-12 leggiamo "Mio Dio, che cosa direbbero se il loro Catullo passase di qua?"
2)Il rimando è alla poesia di Yeats "On a Picture of a Black Centaur by Edmond Dulac", dove al verso 4 leggiamo "conoscevo lo scherzo villano, lo sapevo micidiale"

Nessun commento: