05 febbraio 2007

De moltiplicatione rosarum

Fare le talee è un modo economico e soprattutto gratificante di avere nuove piantine. Di più, mi da una sorta di vertigine demiurgica la facoltà di moltiplicare la vita. Non tutte le piante vengono per talea, in alcune invece la cosa è facilissima che sembra quasi un'esigenza insita alla pianta stessa. Negli ultimi mesi ho fatto tante tale di elicriso, che mio suocero in sarzanse chiama "pedolaccio". In natura si trovano molti esemplari spontanei, ma forse a vederli non dicono un granché, invece quando lo si coltiva l'elicriso cresce a forma di pallone tondo e argentino ed è una bella bordura per i giardini chic, anche per il suo profumo di liquirizia.
Ho fatto inoltre una ventina di talee di rose e hanno preso tutte, perchè le rose amano essere moltiplicate in questo modo. Con una differenza: le rose cosiddette bastarde, quando si moltiplicano, l'esemplare riprodotto è identico alla madre.Con le rose comperate, che sono frutto di ibridazioni, accade invece che a fronte di una madre grande e generosa, sovente ti ritrovi una piantina che stenta a crescere e che produce pochissimi fiori, in aggiunta non belli come quelli dell'originale. Le rose che ho acquistato da Barni sono di quest'ultimo tipo, vale a dire, rose riprodotte per innesto, quindi non ha senso che io mi metta a moltiplicarle per ritrovarmi dei rovi insignificanti. Se fosse così facile avere gratis una rosa d'autore, non si potrebbe giustificare che Barni venda le sue a 10, 15 euro. E comunque le rose di Barni meritano senza dubbio il prezzo che costano perchè sono senza esagerare tra le migliori del mondo.
Tornando alle mie talee di rosa, ho sperimentato che è importante per farle attecchire, individuare un luogo riparato dai venti, in cui le piantine possano godere di una esposizione solare non troppo intensa e perchè no, di un riparo dalle piogge violente che possono pregiudicare, come pure la grandine, la stabilità delle loro esili radici. Piazzarle ai piedi di un alberello, che non tolga loro la luce, ma attutisca le intemperie, è la soluzione migliore, per quanto ho provato io. Ho appurato poi che l'uso di vasetti in plastica si rivela più idoneo allo scopo, rispetto a quelli in terracotta, perchè la plastica risente meno degli sbalzi climatici. Io sono sempre a questuare i vasetti di plastica alle me amiche!
Ho visto che anche i fondi delle bottiglie di plastica, tagliate a metà, possono funzionale, ma nel vasetto la piantina sviluppa meglio.
Le talee si possono mettere direttamente a terra, tuttavia, se ci va un gatto o un cane a raspare intorno...meglio il vasetto di plastica!
Non ho mai adoperato l'ormone radicante, che francamente mi sembra superfluo rispetto alla facilità con cui attecchiscono le talee. Un'altra accortezza indispensabile tuttavia è quella relativa alla cimatura delle foglie: io le tolgo quasi tutte, eccetto due o tre piccole.Di solito moltiplico le piante tra settembre e ottobre, quest'anno invece vorrei provare a riprodurre nuovi esemplari in corrispondenza con il periodo della potatura. Cosa ci faccio poi con tutte le piantine? Intanto quelle più robuste andranno ad abitare il mio giardino collettivo...quelle più robuste, perchè con i colleghi potatori che mi ritrovo...altre andranno a casa delle mie amiche o di alcuni conoscenti . Diventeranno comunque mirabili, intense, colorate rose!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ro-se rosse per te...
ho comprato stase-e-era....

ciao, un abbraccio,
charles vivian

delia ha detto...

Anche io amo le rose, le sto conoscendo meglio solo da qualche anno, e faccio qualche talea delle mie, oltre che a scambiarne con amiche e amici lontani. Che rose hai? Mi piacerebbe approfondire li discorso, ma non tramite commenti...