A febbraio c'è poco da fare in giardino, o meglio devo aspettare ancora 20 giorni per entrare nella fase operativa che si apre a fine mese, quando è opportuno potare le rose. Ho ancora 20 giorni davanti a me ed è tutto l'inverno che mi prudono le forbici, ma resisto. Vedo i rami fuori misura, disordinati, privi di foglie e provo un gran desiderio di fare: zac! Ma non va bene, non ora, bisogna aspettare la ripresa vegetativa della pianta...quella fisiologica che si verifica a fine inverno, non quella patologica determinata da questa stagione bizzarra. Poterò le rose a fine febbraio, dunque. E io sono una di quelle che ci va cauta con le forbici, perchè non è vero il luogo comune che più poti e meglio è. La potatura serve per eliminare i rami vecchi e per stimolare l'immissione di nuove gemme, tuttavia un conto è dare ad una pianta giovane una potatura di formazione, che deve essere più energica, altra cosa è la potatura di mantenimento che richiedono le piante più vecchie. Nell'incertezza è meglio essere parsimoniosi con i tagli. Mio padre lo scorso anno mi ha detto che ho fatto andare tutti i rami "in fuori"; beh, ho fatto bene, perchè la pianta deve prendere aria al centro e andare verso l'esterno.
Unitamente alla potatura procedo alla distribuzione del fertilizzante, va beh, do il concime. Il guano della Compo da ottimi risultati a tutte le rose giovani o con un numero non troppo elevato di anni; a quelle vecchie, che sono quasi di piccoli alberi, i tre cucchiai di guano, cioè la dose consigliata sulle confezioni, sono acqua fresca, ci vogliono interventi più massicci. La cosa è ancora in fase di sperimentazione da parte mia, tuttavia ho avuto risultati discreti con l'apporto generoso dei fondi del pollaio e del letame della Rosita. Se il concime è un po'invecchiato è meglio, comunque basta piazzarlo lì, ai piedi della pianta,muovendo un po'la terra con una palettina, poi le piogge o le annaffiature,faranno si che la pianta lo assorba. Con questo sistema lo scorso anno ho avuto ottimi risultati, ma devo avere ulteriori certezze.Pare che il concime "bruci", ma anche questo mi sembra un luogo comune, o meglio, il concime non va fatto entrare a contatto direttamente con le radici, questo si, lasciandolo decomporre piano piano, per il resto io problemi non ne ho visti. Mi sembra una cosa opportuna, che si tratti di concime chimico o organico, l'alternanza dei vari tipi, per costituire una sorta di menù differenziato per le varie piante.
Ci sono poi rose pigre, come la Ferdinand Pichard della foto. Senza dubbio è bellissima e ha un profumo di caramella, un po'artificiale, che non mi dispiace: da due anni a questa parte vive nel mio giardino, mi regala una discreta fioritura a maggio e poi campa a scrocco per tutta l'estate, o meglio, si limita a crescere in vegetazione, ma non fiorisce più. Il suo caso è un esempio, credo,di una peculiarità presente in talune piante: se le nutri tendono a fare nuovi getti a discapito della fioritura. Penso che quest'anno la metterò a dieta.
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