Quando Quinto Cecilio Metello fu nominato console nel 206 a. C. più per l'appoggio del partito aristocratico che per meriti personali, Nevio scrisse un famoso verso saturnio "Fato Metelli Romae fiunt consules". Appare chiaro che la valenza satirica sia da ricercare nel termine fato, che potrebbe significare "per volere del destino", ma anche, "per caso".
L'anno successivo per volontà delle famiglie aristocratiche dei Metelli e degli Scipioni il poeta fu incarcerato senza regolare processo, una forma di arresto preventivo, per motivi di ordine pubblico, in quanto a loro avviso, fomentava le sedizioni fra il popolo.
Nevio verrà liberato nel 204 a. C. per intercessione del tribuno della plebe M. Claudio Marcello, andò quindi esule a Utica, non ci è dato di sapere se cacciato da un bando della fazione oligarchica o se, come è probabile, scelse l' esilio volontario perché a Roma non poteva più far rappresentare le sue commedie.
(poi dicono che il latino è una lingua morta)
5 commenti:
Mi intriga in particolare la storia dell'antica Roma.
Cavolo !!!!
Lo sapevo che dovevo fare il liceo classico
Io di latino fatico anche a conoscere i numeri ...
Volentieri trascorrerei una vacanza ad Utica.
In esilio ,poi, sarebbe la soluzione migliore.
Pesca, barca a vela anche d'inverno,ottimo tempo anche a gennaio.
Mi candido, mandatemi, per favore !
Non sarà una lingu morta, ma tenerla in vita odora di accanimento terapeutico!
Intrighi e casini anche nella Roma antica...
Qualche similitudine con il giorno d'oggi c'è.
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