19 luglio 2013

Estate

C'è un giardino chiaro, fra mura basse, 
di erba secca e di luce, che cuoce adagio la sua terra. 
E' una luce che sa di mare.
Tu respiri quell'erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.
                            Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un'erba che so,
con un tonfo. Così trasalisci tu pure
al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d'aria
e il prodigio sei tu. C'è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.
                                              Ascolti.
Le parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro 
che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
con un tonfo, e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.


Cesare Pavese, Estate

[3-10 settembre 1940]

5 commenti:

Maura ha detto...

Un forte abbraccio a te, amica Sara!

Ernest ha detto...

grazie :)

Anonimo ha detto...

Bello :-)
Buon week-end!

Mariella ha detto...

Adoro questa poesia. La adoro.
Grazie Sara.
Grazie.

Adriano Maini ha detto...

Incanto di tempi andati!