16 luglio 2013

Passaggi a casa di Virginia



Ho trascorso la giornata in una palazzina prestigiosa, che ha visto tempi decisamente migliori, ma che forse, se qualcuno di quelli che contano s'innamorerà di questo progetto, tornerà agli antichi splendori dell'ultimo ventennio dell'Ottocento. 
E oggi mentre due operai del verde, due ragazzi dominicani, liberavano le palme dalle foglie secche, io ero nella balconata dell'ingresso, ampia, di marmo, con le balaustre.
E la porta d'ingresso spalancata così che anche da fuori si potesse un po'vedere il salone.
E da lì osservavo  chi passava per il viale pioppi, guardando a un tempo, il giardino emendato dalle erbacce e il volto della palazzina finalmente liberato dal secco delle palme che svettavano . 
E consideravo che chi passava guardava anche me, presenza inattesa  in quello scenario d'abbandono, territorio incontrastato di gatti e colombi. 
E così ero contenta di star lì, con lo smalto rosso ai piedi, il rossetto rosso sulle labbra e rosse pure le rose della mia maglietta, con lo scollo a trapezio. 
E mi sentivo come la privilegiata padrona di casa, di quest'immobile prestigioso, inoltre misterioso ai più nella sua futura destinazione, così che qualcuno passava e mormorava  "chissà cosa ci metteranno qua?".
E mi sono vista in questa nuova fase, di un palazzo che prima di me ha visto altre donne, che magari, come me oggi, si sono compiaciute della bellezza dell'edificio, del marmo, del giardinetto, delle palme. Le palme! ci sarà stata magari una giovane donna che le ha viste  mentre le mettevano a dimora  in quello che era il "suo" giardino alla fine dell'Ottocento. 
E altre donne sono passate di qua, come me oggi, hanno visto operai al lavoro, progetti di nuove destinazioni, l'opera di un architetto, l'impegno di un direttore, un segnale da Roma...
E mentre ero lì, si è affacciata dal retro una bella signora bionda, e mi ha detto che un tempo, lei lavorava qua, lì c'era la timbratrice, là il laboratorio, ma che bello il pavimento, il progetto, il restauro! tutto bello! 
La signora bionda anni fa, quando l'edificio aveva un altra  destinazione, lavorava, dove stavo lavorando io oggi. E prima ancora chissà! E dopo di noi, quante altre ancora si affacceranno qua, compiaciute del marmo, delle palme e della balaustra?
Generazioni di passaggio, di donne.  
Questo è accaduto oggi nella città di Virginia, che magari un giorno di tanti, tanti anni fa, passando lungo questa strada, si è distratta un attimo dalla sua bellezza e dalle trame d'Italia, di Cavour e di Napoleone III e ha visto gli albori di questa deliziosa palazzina e delle due piccole palme nel giardinetto.

Dedicato a Virginia Oldoini, Contessa di Castiglione, la donna più bella dell'Ottocento. 
Spezzina.



9 commenti:

Francesco ha detto...

insomma, oggi hai avuto un'occasione irripetibile di pensare, pensare e anora pensare.... :-)

Alberto ha detto...

Grazie a te mi sono andato a leggere la storia di questa "intraprendente" nobildonna. E avrei voluto essere un passante e vederti lì dentro vestita d'altri tempi.

Le case antiche, che poi sono anche prestigiose perché quelle dei poveri non hanno resistito al tempo, hanno sempre il loro fascino misterioso. Lo so perché a Milano abito in una casa del Quattrocento che fu un convento, e al paesello la casa di famiglia ha almeno quattro secoli.

Mariella ha detto...

Gran donna la Contessa.
Ma poi sarà visitabile e quando?

MR ha detto...

Che fascino le storie antiche che riemergono!

francesca ha detto...

Adoro le cose di altri tempi.....
fra

Kylie ha detto...

È bello pensare che palazzi antichi possano ritrovare il loro splendore originario.

Un abbraccio

Ernest ha detto...

altre epoche davvero

marco de carolis ha detto...

...e il vento sfoglia il tempo...

Adriano Maini ha detto...

Non ricordavo che la Contessa di Castiglione fosse spezzina. La sua figura mi affascinò già per via di uno sceneggiato televiso degli anni '60. Che donna in anticipo sui tempi!