02 luglio 2014

cestino da pranzo

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Questo è il mio cestino da pranzo,  lo riempio con le cose scelgo per mangiare quando vado al lavoro. Preferisco portarmi il cibo da casa, perché trovo che quello che si acquista già pronto, abbia in proporzione un costo sempre troppo elevato, rispetto ai nostri stipendi di dipendenti pubbliche, fermi da tempo immemore. Inoltre troppo spesso mi è sembrato che gli esercizi commerciali ai quali abbiamo fatto riferimento per i nostri acquisti di pizza, pasta, insalatone etc. spesso facciano le porzioni un po'a casaccio, il che rompe un po'.


Bisogna poi aggiungere che non sempre ciò che ci è stato proposto era dignitosamente commestibile, cioè in più di una circostanza c'è stato modo di accorgerci che il nostro fornitore aveva fatto il furbo, cercando ad esempio di rifilare le patate al forno del giorno prima, che notoriamente sono immangiabili. 
Ma la cosa che personalmente ho riscontrato nei nostri vivandieri è la scarsa propensione a emettere uno scontrino fiscale, salvo poi lamentarsi della mole di lavoro da svolgere e altre ovvietà di circostanza come accompagnamento a una porzione di insalata di farro da 5 euro.
E se hai tanto lavoro di cosa ti lamenti?! Ma assumere qualcuno no?
Se ci sono ancora troppi furbi che evadono il fisco è senza dubbio anche colpa di noi lavoratori dipendenti, abituati a considerare un peccato veniale l'evasione fiscale, che viene perpetrata in primo luogo ai danni di chi le tasse le paga. 
Personalmente non me la sento di sprecare il fiato al fine di ottenere lo scontrino, passerei per la rompiscatole, per quella che vuole distinguersi e per un altro mucchio di cose antipatiche, che ho già ampiamente sperimentato nella mia vita precedente, per intenderci quella in cui da rsu della cgil ho denunciato quelli che credevo sprechi e irregolarità, salvo poi essere defenestrata dalla mia stessa ex sigla. E dunque se non mi lancio in una campagna per lo scontrino in pausa pranzo, tuttavia mi sottraggo dal portare acqua, anzi, vile denaro, al mulino dell'evasore e il pranzo me lo porto da casa.
E si che Renzi mi ha messo in busta paga gli 80 euro e allora penso che quelli a cui Renzi non piace, forse anche legittimamente, perchè la democrazia è questo, potrebbero indirizzare un po'del loro livore, del loro odio intellettuale, verso chi le tasse non le paga o almeno le evade in parte.
Come dire, pagare di meno, pagare tutti.



10 commenti:

Francesco ha detto...

io odio gli evasori fiscali, lo sai....

Nik ha detto...

Il "baracchino" o pietanziera, li portavo già all'asilo nella prima metà degli anni '60, così ho continuato fino a metà degli anni'80 quando il benessere è entrato anche sui miei pasti. Da qualche anno sono tornato al "baracchino": con pochi euro riesco a fare un pasto curato mentre la mensa mi propina cibi che in 15 giorni mi portano la gastrite.

Siamo tornati indietro di 50 anni sia come portafoglio che come diritti.

Quello che invece è cambiato notevolmente è l'imposizione fiscale: negli anni '60 l'IGE era il 4% ora l'IVA è al 22%. Per non parlare di tutte le altre tasse occulte o meno: prova a guardare una bolletta del gas, l'80% dell'importo sono tasse.
Sarà per quello che ho dovuto rinunciare al riscaldamento centrale, proprio come nelle case degli anni'50...

fracatz ha detto...

brava, brava, saggi comportamenti.
Angh'io da ragazzo mi portavo il pranzo da casa, mia mamma mi preparava sempre 2 rosette (o michette), una con la fettina di manzo e l'altra con la verdura che lei non faceva mai mancare, un frutto ed una bottiglietta di vino.
Però erano altri tempi, io risparmiavo per comprarmi la fiat 500 rossa, per portarci a spasso le pischelle

Alberto ha detto...

Vedo che il portarsi il cibo da casa al lavoro sia un'abitudine che si sta diffondendo, tanto che l'altro giorno ho visto in vendita una schiscetta moderna. E al salone "fai la cosa giusta" distribuivano un libretto con una serie di ricette Il re della schiscetta.

Unknown ha detto...

Eppure cara Sara, ancora esistono "uomini" che se la prendono con i dipendenti pubblici che sono.gli.unici che pagano e fanno andare avanti questo paese. Fai bene a portarti il tutto da casa tua, se non altro mangi genuino. Tre mesi fa ho sbattuto in faccia un pasticciotto perché mi era stato dato non fresco, e tu lo sai che la crema si inacidisce per poi fare male al pancino. Dai, continuo! Bella la bottiglia con il tappo, bella! Ciao....

UnUomo.InCammino ha detto...

Benvenuta nella decrescita
o - sana
o - intelligente
o - edonista
o - ecologica
o - risparmiosa
o - liberatrice.

Ernest ha detto...

I prezzi che propongono bar e tavole calde sono imbarazzanti... poi ci son i poveri sfortunati come me che non hanno nemmeno dei ticket (su questo potremmo aprire un libri infinito ma lasciamo stare) quindi ben venga il cibo da casa.
Per gli evasori credo sia il problema della vita in questo paese ma che sarò davvero difficile da risolvere

Alexander Biagiolius ha detto...

suvvia sembra il cesto di cappuccetto rosso!passi per il bosco?okkio al lupooooo ..se ne fai una questione di scelta del cbio sono d accordo,ma il risparmio almeno per la mia esperienza è minimissimo

Anonimo ha detto...

Brava, bell'idea il cesto. Io mangio in venti minuti netti per via della mezzora di pausa.Per raggiungere la gastronomia impiego dieci minuti andata e ritorno. Ma non è mangiare questo, dannazione! Dovrei portarmi un cestino da casa, mangio in ufficio e via. Quando però mi scappa un caffè al bar,no scontrino. Ciao Sara!

Federica ha detto...

io lo scontrino lo chiedo nel 99% delle volte...