12 gennaio 2018

Foto libere dei beni culturali, una cosa di sinistra.

Segnalo il mio post dedicato alla liberalizzazione delle fotografie negli Archivi di Stato, una misura importante a tutti coloro che hanno la necessità o il desiderio di scattare fotografie di beni archivistici, senza fini di lucro. 
Lavorando nel settore so quanto è stata attesa la disciplina da coloro che fanno ricerca d'archivio, che in precedenza dovevano pagare un minimo di tre euro a scatto! Con più scatti presi da unità archivistiche diverse, la questione poteva diventare impegnativa! 
Mi dispiace che la portata di una tale novitá non sia stata sufficientemente messa in evidenza anche dagli addetti a lavori come una misura che veramente ha portato un sostegno concreto alla ricerca. Per altro vorrei ricordare che analoga innovazione a favore delle opere dei musei nazionali era già stata introdotta nel 2014.
Ma rendere libere le foto non è una cosa di sinistra?

13 commenti:

Pier ha detto...

All'estero fare foto nei musei è permesso da non saprei dire quanto tempo... qui pare che sia una concessione, come se lo scatto 'rubasse' chissà quale copyright... ci sono musei che manco hanno il catalogo delle opere nemmeno custodissero segreti di stato.
Se 10 anni fa era complesso far foto oggi la tecnologia permette copie di buona qualità, risparmiando magari fotocopie più invasive per il materiale conservato.
Resta che ho sempre più l'impressione che l'Italia sia ancora nel medioevo delle autorizzazioni.

fracatz ha detto...

si mo' vedrai che prima o poi il controllore da praivasi, quello che campa alla grande sui pensieri astrusi thajatani, si accorgerà che qualcuno fotografa cose non sue e che invece riguardano fatti ed interessi altrui e ve bloccherà il tutto. La praivasi è essenziale per i caporioni, mentre per noi morti di fame sarebbe tanto bello che tutto stesse in rete specialmente le sentenze dei tribunali ed accessibile a tutti, potremmo difenderci dalle truffe, dai malfattori senza dover pagare avvocati e giudici

Sara ha detto...

@Pier nei musei nazionali , quelli del mibact , si può fotografare, anzi ci sono numerose campagne sui social per fare anche foto per celebrare un tema determinato.

Francesco ha detto...

Chissà che lavoro importante e quante tasse paga quel tipo in alto, che con i suoi soldi si manda avanti il paese....

LaLaura ha detto...

Io non polemizzo. Se questo provvedimento fosse così scontato perché non farlo prima? Forse non era così scontato. E grazie Sara per averne parlato. Non ne avrei mai saputo niente.

Francesco ha detto...

vabbè, abbiamo capito che ripara pc in nero.....

semola ha detto...

cito...

"l'emendamento che nel 2014 in Senato ha escluso dalla liberalizzazione la riproduzione dei beni archivistici e bibliografici è stato presentato e accolto da tutto il PD, in sede di dibattito parlamentare. Prima firmataria Flavia Nardelli Piccoli, segretaria della Commissione Cultura della Camera, ma sottoscritto da tutti i componenti del PD di questa commissione e di quella delle Attività produttive (tra cui Pippo Civati e Matteo Orfini), un’accettazione trasversale alle diverse anime di sinistra. E’ grazie a questo emendamento che sono stati tolti dal campo di applicazione della nuova norma i beni bibliografici e archivistici"

... ma non era una "cosa di sinistra?"

Sara ha detto...

@Semola Purtroppo c'erano in ballo i servizi di ripriduzione effettuati dalle ditte esterne, sulla base del Decreto Ronchey, vale a dire la legge 14 gennaio 1993 n. 4.

Sara ha detto...

La regola è che le copie si pagavano, questo fin dal 1911, quando erano eseguite dai copisti.
Il decreto Ronchey ha poi regolamentato i servizi eseguiti dalle ditte private che si pagavano non pochissimo, pure la sala in alcuni casi,tuttavia la questione variava da un istituto all'altro, le realtà piccole non sono appetibili a un servizio a pagamento.
Io so per esperienza diretta nel Mibact che risolvere i rapporti di concessione in essere non è semplice, tre anni devono aver ampiamente preparato a gestire la cosa, anche se ad esempio all'Archivio di Stato di Palermo pare ci siano ancora problemi nell'applicare le nuove disposizioni.

Federica R ha detto...

3 euro a foto? Ma siamo seri? Mamma mia, direi che era l'ora di sdoganare sto furto!

Sara ha detto...

Tre euro in relazione all'unità archivistica, quindi magari 10 foto da una stessa unità erano sempre tre euro.

Marco Poli ha detto...

Ottimo provvedimento sociale ... che, sì, sarebbe dovuto ai cittadini, ma siccome siamo nella ''Italia'', ciò che dovrebbe essere normale spesso non lo è.

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UnUomo.InCammino ha detto...

Gaber (sia pur da sinistra) perculeggiò non poco l'accezione comune di destra e di sinistra.
Io scrissi molte pagine su 'sta solfa delle beghe destra - sinistra.
Ora scrivo così (da persona critica e razionale, quindi antagonista alle sinistre superstizioni settarie) ma i danni I R R E P A R A B I L I che questa ghenga di pazzi sadici invasati sta facendo alle genti e ai territori d'Europa mi rende il termine "sinistra" orribile, repellente.