18 luglio 2021

La masseria delle allodole

Vado in piscina per abbronzarmi e per divorare libri. Sto leggendo La masseria delle allodole di Antonia Arslan, un romanzo incentrato sul genocidio degli armeni avvenuto  nel 1915, per opera del governo dei Giovani Turchi. 
Mi sta appassionando molto questa vicenda della quale confesso di conoscere pochissimo.
Leggendo in rete ho trovato che solo a partire dal 1965 alcuni stati hanno progressivamente iniziato a riconoscere il genocidio, in Europa poi alcuni mancano all'appello, mentre la Turchia ancora oggi nega con fermezza che di genocidio si sia trattato. 
Il genocidio fu stato compiuto con la complicità dei curdi; le donne e le bambine furono prede di guerra. Gli armeni furono perseguitati perchè cristiani, per uno stile di vita vicino ai modelli occidentali del tempo e perchè ai loro aguzzini facevano gola le loro ricchezze.
Quando qualche anno fa la Turchia ambiva a entrare in Europa, una delle condizioni richieste verteva proprio sul riconoscimento del genocidio armeno. 

20 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Pur di entrare in Champions League, questo ed altro..

Ferruccio Gianola ha detto...

Hanno sempre suscitato il mio interesse un po' tutte le diaspore della storia: e dopo essermi interessato a quella ebraica e a quella dei nativi americani aveva scoperto già da adolescente quella armena, della quale non si parlava a scuola. Io poi sono anche fan di Charles Aznavour ed ero rimasto colpito dal fatto che fosse armeno

Pier ha detto...

Credo sia un effetto della storia scritta dai vincitori, io ne ho sentito parlare pochissimo e come dici tu, per la Turchia è un bello scheletro da tenere nell'armadio.
Potranno anche chiedere scusa a cose fatte, ma quanta ipocrisia....

Federica ha detto...

Non l'ho mai letto perché, da codarda, temo mi faccia stare troppo male.
Tutti però me ne hanno parlato un gran bene

UnUomo.InCammino ha detto...

Mamma li turchi!

antonypoe ha detto...

se ne parla da decenni. ma il riconoscimento cosa cambierebbe? in genere, anche quando accade, si tratta solo di formule vuote. come quando si volta pagina. occorrerebbe un profondo ripensamento, seguito da concreti cambiamenti. cose difficilissime.
ciao

Anonimo ha detto...

Non mi capacito.
Non basta consultare gli Archivi di Stato della Turchia?

semola ha detto...

... molti anni fa ho visto un film sulla deportazione degli armeni ...
... tra le tante violenze non riesco a cancellare quella perpetrata ad un armeno che, scalzo, chiedeva un paio di scarpe e gli venne inchiodata ai piedi la suola degli scarponi ...

Sara ha detto...

@ Sconosciuto ho letto che infatti la Turchia ha proposto la consultazione dei propri archivi. Magari molte informazioni sono anche negli archivi di altri Paesi.

fracatz ha detto...

ma se ormai, in un mondo globalizzato, tutti i bobboli si sono affratellati ed i caporioni chiudono le fabbriche qui da nojos perché altrove la manodopera costa meno mentre qui c'è il reddito di cittadinanza.
Perché osteggiare i turchi ??????
Dovrò mettere qualcosa nel programma del mio partito, tipo che possiamo globalizzarci solo con coloro che stanno mejo de noi o che hanno le 40 ore (36 per gli statali esclusi i prof), la 13^, le ferie, la liquidazione, la pinzione e tutti i caporioni satali che quatambino quanto i nostrani e che almeno ogni 5 anni ci siano le ilizioni politiche

Anonimo ha detto...

Sara, sveglia.

La consultazione degli archivi della Turchia non viene considerata perché evidentemente se la Turchia vuole occultare un genocidio avrà espunto dagli archivi ogni voce che potrebbe incriminarla e avrà artefatto altre voci in modo da corroborare una tesi alternativa.

Gli investigatori non chiedono ai sospettati di fornire le prove dei loro crimini. Perché sarebbero rei confessi altrimenti, non sospettati.

Fa eccezione solo la Germania, dove, come insegna l'ispettore Derrick, quando il poliziotto fa la faccia brutta e dice: "è stato lei, signor Dussendorf!", l'accusato si accascia sulla sedia e replica sempre: "si, è vero, sono stato io, ecco il coltello e lo scontrino della ferramenta dove l'ho acquistato".

Poi, se ci sono "informazioni" negli Archivi della Armenia e altri Paesi, la Turchia farà il ragionamento inverso e dirà che le cronache altrui sono state artefatte in modo da incolpare la Turchia e distorcere l'accaduto.

L'unico modo per raggiungere la "verità" è imporne una manu militari. Se la Turchia non fosse una potenza regionale, non fosse parte della NATO e titillata per vari interessi come la Cina, che infatti è in ballo con altre rogne analoghe, si farebbe come per la nostra "Liberazione", suffragata dagli "Archivi" e se qualcuno prova ad obiettare, scatta la "Legge XYZ" stile "1984" che punisce lo "psicoreato".

Nuvola ha detto...

Letto anni fa, mentre ancora vivevo in Turchia.
Ovviamente l'ho letto mentre ero in vacanza qui da mia madre.

Pensieri: un gran bel libro, obbligatorio da leggere, per me che in Turchia ci ho vissuto e lavorato 8 anni.

Io amo la Turchia, sia chiaro. Amo il suo popolo, la sua gente, il clima, la mia vita quando mi trovavo là. Ovviamente la Turchia non è il paradiso ma è molto rappresentata male, per via della solita narrativa internazionale e nazionale.

Ciò non toglie che questi fatti siano accaduti. Nella mia regione, nel mio paese, abbiamo avuto diversi armeni sfuggiti allo sterminio. Uno era il medico di mia madre da piccola. Ironia della sorte: in paese era chiamato "El Turco". Le pronipoti di quel medico da piccole erano due bambine con dei boccoli ricci stupendi, alla maniera delle donne turche e armene.

La cosa che più mi stupisce nell'occidente è la venerazione per i curdi. Boh, forse io sono di parte, ma preferisco di gran lunga vive e lavorare con i turchi che con i curdi. All'occidente fa piacere destabilizzare la Turchia, che è più intraprendente e mira ad un ritorno di una Turchia grande. Quindi, aiuti ai Curdi e Turchi brutti e cattivi. Nemmeno i turchi sono santi, ma grazie ad Ataturk i turchi non sono fanatici e sono molto più vicini all'Europa di quanto non immagini il medio europeo.

Il genocidio degli armeni è imputato ai turchi, e tutti chiudono gli occhi sui curdi. Boh, se i turchi devono pagare, allora devono pagare anche i curdi, a mio avviso.

Sara ha detto...

Grazie Nuvola, è molto preziosa la tua testimonianza!

Anonimo ha detto...

Nuvola, due cose ovvie.

Primo, la Turchia contemporanea è un paese teocratico, col solito dittatorello che gioca a fare una volta il successore di Maometto e una volta il successore del Saladino, quindi versetti del Corano e roteare di sciabola sopra la testa. Ataturk è stato da lunga pezza archiviato. Se vuoi ti spiego la ragione. Il Credente non si spiega come mai non ha il dominio su tutte le Genti e può scegliere tra due vie, abbandonare la Fede come una montagna di scemenze oppure assumere che non ha abbastanza Fede e quindi diventare via via più ortodosso, in una spirale di frustrazione.

Secondo, tu non hai vissuto in Turchia come un abitante del luogo ma come una "expat", una straniera protetta e privilegiata all'interno di una bolla, che non si alza all'alba per lavorare in fabbrica o per mungere le vacche, non ha un marito turco e parenti turchi, non deve seguire tutte le convenzioni sociali turche, eccetera.

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Circa il cosiddetto "Occidente", di cosa parli?
L'Ungheria è sotto scacco perché la UE in sostanza vuole deporre Orban e sostituirlo con qualcuno che sia conforme alle direttive. Idem la Polonia. In entrambi i casi il principio che viene affermato è che le direttive della Commissione o le sentenze della Corte di Giustizia hanno la supremazia sia sui Parlamenti nazionali che sulle rispettive Costituzioni. Nota che in entrambi i casi si sta affermando che la democrazia non può esistere, che il Popolo e la Gente che citavi sopra non si devono auto-determinare.

Se vogliamo essere pratici, l'Italia non può avere relazioni alla pari con la Turchia perché in Turchia attualmente il Corano ha (ancora) la supremazia sul Parlamento e la Costituzione. Anzi, su entrambi i Parlamenti ed entrambe le Costituzioni. Da questo dato di fatto non si può uscire. Poi se aggiungi la parte della nostalgia per la "conquista", quindi il fatto di avere a che fare non solo con un governo teocratico ma con una propaganda che ti mette nella posizione del "nemico" con cui si può avere solo una tregua, diventa addirittura masochista.

Un po' come la tua sindrome di Stoccolma, eh...

UIFPW08 ha detto...

..a però
Maurizio

Nuvola ha detto...

Secondo, tu non hai vissuto in Turchia come un abitante del luogo ma come una "expat", una straniera protetta e privilegiata all'interno di una bolla, che non si alza all'alba per lavorare in fabbrica o per mungere le vacche, non ha un marito turco e parenti turchi, non deve seguire tutte le convenzioni sociali turche, eccetera.

Vero.

in Turchia attualmente il Corano ha (ancora) la supremazia sul Parlamento e la Costituzione. Boh, probabilmente.

Ai tempi di Ataturk però non era così, perché i militari avevano il compito di garantire lo stato secolare.

Ma, volendo la Turchia entrare nella UE, non poteva essere così militarizzata: la UE ha messo la condizione di depotenziare i militari (garanti dello stato laico... sì, in Turchia è così).

Quindi, l'occasione era imperdibile per chi desiderava salire al potere in barba ai militari... la situazione attuale della Turchia è stata praticamente facilitata dalla UE.

Una volta ottenuto il potere, chi glielo fa fare di volere entrare nella UE e sottostare ai diktat degli stati più influenti? Ovviamente, il buon E. ha continuato con la sua agenda. La Turchia è per molti effetti in Europa, è anzi un paese che ti conviene mettere quando fai domanda per i grant europei (per dire). Per altri effetti, non credo gli convenga diventare stato membro. Meglio, per la Turchia, diventare leader in medio oriente. I Turchi una volta avevano un impero e hanno la mentalità di volere una grande Turchia. In un certo senso, per questo sono meno brainwashed degli occidentali (per altre cose no).

Culturalmente, a parte il fatto di essere musulmani, sono praticamente come gli italiani del secolo scorso (nelle campagne), e molto moderni nelle metropoli (parlo della classe "medio-alta").

Sindrome di Stoccolma :) :) :)

Anonimo ha detto...

Nuvola, non ci inventiamo niente.

In TUTTI i Paesi "islamici" la Legge Divina ha la supremazia su qualsiasi altra cosa. E' stata la ragione per cui mentre i "migranti" germanici si assimilarono ai Romani col tempo, i "migranti" arabi rimasero sempre un corpo estraneo alle culture assoggettate.

Ovviamente facendo la tara che la Legge Divina può essere interpretata esattamente come la Legge Umana e quindi due "giudici" possono teorizzare ed agire in due maniere diverse. Cosa ancora più vera in una religione che non ha un "clero" organizzato.

Sotto questa coperta c'è un sistema tribale che esprime dei "generalissimi", cioè i cosiddetti "signori della guerra". Quando uno di questi ha la forza per imporsi sugli altri, diventa "generalissimo" dell'intero Paese. I "generalissimi" sono pragmatici perché abituati a trattare variabili materiali con metodi materiali.

Indossano il cappello del "successore del Profeta" e della "guerra santa" quando devono aizzare le tribù, banalmente nobilitano se stessi e la propria causa con l'antichissimo trucco del "Dio lo vuole" o "Gott mit uns".

Sempre ricordando che l'idea di Stato - Nazione - Popolo è una idea europea e i Paesi islamici sono TUTTI stati creati sulla carta durante una fase coloniale in cui i confini e le denominazioni le decidevano gli Europei.

Anonimo ha detto...

I "generalissimi" sono più facili da gestire quando indossano la uniforme rispetto a quando indossano dei paramenti sacri. Perché come "militari" trattano soldi, armi, bevono e vanno a mignotte e capiscono la "politica" nel senso macchiavelliano. Questo è il motivo per cui quando in un "Paese islamico" minaccia di prendere il potere qualche setta di fanatici, fai conto i Fratelli Musulmani, spesso e volentieri "qualcuno" finanzia e facilita un colpo di stato per mettere al potere un "generalissimo".

Ataturk era un "militare" di carriera, generale, il quale dopo avere fatto esperienza coi Tedeschi e coi Russi, DEPOSE IL SULTANO MAOMETTO VI. Lo depose diventando una specie di "sultano laico" (laico significa "non appartenente al clero", passami il termine). Morì nel 1938, quasi cent'anni fa.

E. è il leader di un Partito fondametalista del 2021 che in altre condizioni sarebbe come Hamas o Hezbollah. L'unica ragione per cui non ha scatenato l'ennesima guerricciola per rifondare un califfato o un sultanato è PERCHE' NON NE HA BISOGNO. Ha due leve che può usare internamente, una è quella della ortodossia religiosa, l'altra è appunto riproporre l'epica imperiale. Esternamente, vive di rendita, è meglio un diavolo conosciuto di un diavolo sconosciuto. Se E. fa le cose che fa è perché la Turchia di Ataturk era ESTRANEA ai Turchi, mentre la Turchia "islamica" è nella loro natura.

Accludo accoglienza dell'emissario palestinese. Notare i figuranti in costume da carnevale. Contentissimo il Palestinese, considerato che la Palestina era un altro dominio ottomano.

Poi, voi donne siete masochiste per natura. Vi andate a cercare i guai e poi vi lamentate quando li trovate.

Siamo dalla parte del "receiving end" della scimitarra che E. rotea sopra la testa. Non adesso, non ieri ma da secoli. Quando dico "noi" intendo prima l'Italia e poi l'Europa, basti pensare alla annosa questione di Cipro e il continuo attrito tra la Grecia e la Turchia. Capisci che nessuno può costringere i Greci ad essere amichevoli con un Paese confinante i cui governanti ogni momento promettono/minacciano di riprendersi un impero di cui la Grecia era un dominio. Sarebbe come se la Merkel minacciasse ogni giorno di invadere la Polonia.

Dire che i Turchi sono come gli Italiani... Per quale motivo? Perché hanno due braccia e due gambe? Allora i Turchi sono come chiunque altro. Rimane il fatto che tu, mentre ti godevi le bellezze dei luoghi e la amicizia della gente, pur dentro la bolla privilegiata, avevi il terrore di esporti ed incorrere nella repressione poliziesca. Non esiste un Paese europeo dove avresti avuto quello stesso timore. Adesso vieni a dire che, pur con tutte le sfighe cattocomuniste che abbiamo, saresti nello stesso stato d'animo davanti ad un giudice italiano e un giudice turco. O, esagerando un attimo, a pestare i piedi ad un Carabiniere o a un Armigero turco.

Dai, anche te.

Nuvola ha detto...

Adesso vieni a dire che, pur con tutte le sfighe cattocomuniste che abbiamo, saresti nello stesso stato d'animo davanti ad un giudice italiano e un giudice turco. O, esagerando un attimo, a pestare i piedi ad un Carabiniere o a un Armigero turco.

No, veramente non l'ho detto.
Certo, mi piaceva la mia vita là, ma mi sono spostata altrove per via di un'offerta lavorativa migliore.
Sono cosciente che là ero relativamente privilegiata (ma non ero una dell'elite che paghiamo profumatamente, expat di professione, etc).
Mi fa comunque paura sia pestare i piedi ad un carabiniere che ad un armigero turco.

La chiudo qui.

Anonimo ha detto...

Allora non ci capiamo.

Se l'Italia deve intrattenere delle relazioni con il Paese X è necessario che i due Paesi condividano più o meno le stesse convenzioni sociali.

Per esempio, io vendo caramelle e voglio aprire una succursale nel Paese X. Devo essere sicuro che quando vado a parlare coi collaboratori, fornitori, clienti del Paese X non mi trovi in condizione di essere arrestato arbitrariamente, processato come nel Far West e magari sparire nel nulla o "suicidarmi" in cella. Più semplicemente, devo essere sicuro anche che i miei beni non siano soggetti a sequestro e/o esproprio oppure che la mia attività sia chiusa ancora abritrariamente dalle "autorità", generali o locali.

Se poi fossi donna, sarei un attimo preoccupata dalla possibilità che, se chiamata in giudizio contro un uomo, avrei più o meno le stesse possibilità di un animale da cortile. Questo in primis a livello della strada, visto che in Italia siamo tutti ringalluzziti per i "diritti", la "discriminazione", lo "odio", eccetera e parliamo di un contesto del tutto diverso. Però sarei preoccupata sopratutto dalla teoria e dalla prassi "ufficiale", come ho detto, cioè cosa succede quando entri nel macchinario della burocrazia e delle autorità.

Ora, ripeto, se una "expat" come te, pur stando dentro la bolla privilegiata, ha il timore di quello che le potrebbe capitare se si esponesse, se si deve guardare le spalle, non solo è palese che parliamo di due sistemi che non possono coesistere ma sul lato personale non capisco come si concilia lo "amore" per il "popolo", la "gente" quando si scrive il Diario di Anna Frank.

Sono vieppiù perplesso.

Poi si, simpatico il panettiere o il venditore di pistacchi, che ne so.