15 febbraio 2007

Quando andammo dai croati...

Credo che in qualche modo la faccenda abbia a che fare con il Silvy, sono passati tanti anni, ma mi sa proprio che l'idea me la fece balenare lui.Mi è tornata in mente in questi giorni di contrasti diplomatici tra Italia e Croazia.
Si, deve essere stato il Silvy. E fu così che mi chiamò una signora, presumo la "capa" dei volontari, per sentire se ero disponibile. Ci ritrovammo una mattina imprecisata dell'estate del 1994 innanzi all'edificio scolastico di Casano ed eravamo 5 o 6. La Betty non me la ricordo, la Gianna di sicuro c'era, idem la Elena e c'era pure la Francesca, un po'perplessa e una presenza maschile, Pietro, che era venuto a vedere di cosa si trattasse. Il bello di avere degli amici è che ti può passare di mente l'idea più balzana e te i ritrovi accanto comunque!
La capetta ci diede disposizioni senza troppi convenevoli, forse era perplessa pure lei e ci lasciò lì. La scuola in quel periodo ospitava dei bambini e dei ragazzi provenienti dalla Croazia, ai quali il Comune di Ortonovo voleva riservare una vacanza collettiva, una parentesi felice, protetti dalla Pieve di San Martino (foto), lontano il più possibile dall'odore di guerra.
Poichè non ci avevano messo niente a disposizione con 500 lire comperammo una bottiglia di ammoniaca profumata e la Francesca era l'unica che previdentemente si era portata i guanti. E iniziammo, manco ci venissero dietro con le fruste, a pulire da cima a fondo l'edificio, bagni compresi. Insomma i bimbi erano in vacanza e noi demmo il nostro contributo in questo modo. Sfacchinando una mattinata intera. All'ora di pranzo rientrarono rumorosamente dal mare, giusto in tempo perchè noi avessimo finito il nostro lavoro. E scappammo via.
Senza indossare una divisa da "volontari", senza presenziare ad un'assemblea o rinnovare l'iscrizione annua. Perchè tutto sommato, come dice il mio filosofo, la Legge Morale, quando si presenta, va accolta "absolute". Probabilmente abbiamo fatto una piccola cosa, per quei ragazzi di cui non conoscevamo il volto e il nome. Però se ci rifletto mi viene da pensare che abbiamo regalato loro una cosa irripetibile e bellissima: una mattina d'estate della nostra gioventù.

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