17 luglio 2007

Cronache Trentine (1983)

La prima volta che sono andata in Trentino, me lo ricordo bene, era l'anno che Piquet arrivò secondo al gran premio di Silvestone, ma io quel Gran Premio non potei guardarlo e mi vennero pure le lacrime agli occhi a causa della proibita visione. L'ho presa alla larga, va beh, definiamo i confini della questione: la scuola media "Ceccardo Roccatagliata Ceccardi" di Ortonovo era solita organizzare tutti gli anni un soggiorno estivo di 15 giorni in un'amena località montana e poichè in Val d'Aosta quell'anno non c'era posto, si ripiegò in Trentino. La scuola affittò una casa alpina in località Camposilvano, un minuscolo paesino in provincia di Trento, così piccolo che non lo danno nemmeno sulle mappe di Google. Invano negli anni a venire chiesi di Camposilvano ai trentini che ebbi in sorte d'incontrare, nessuno lo conosceva, chissà forse Camposilvano è sparito, si è dissolto...io di Camposilvano mi ricordo solo il negozio del tabaccaio, perchè ci andavo a comperare i francobolli. La casa alpina invece me la ricordo abbastanza...grande, con un mucchio di scale coi corrimano in legno, tipo le case del film Via col vento. Dovevamo farci tutto da soli, dalla cucina alle pulizie, secondo una turnazione che prevedeva però un solo giorno di lavoro su quindici...un po'per uno insomma, anche se con terrore pensavamo al momento in cui ci sarebbe toccato pulire i bagni, in comune pure quelli...
La scuola organizzava escursioni quasi ogni giorno, per lo più a piedi. Certe volte affittava un autobus che ci camallava fino ad un certo punto e poi...a piedi. Sentieri di montagna, pietre, sudore e sete, tantissima sete. Che io ho creduto per i 24 anni successivi che il Trentino fosse una sorta di deserto del Sahara, perchè nei nostri itinerari, mai è poi mai che c'imbattessimo in una fontanella, in un ruscello...in una schifosa pozza d'acqua insomma! Si che partivamo con la nostra borraccia, ma poi, pur centellinandola, la finivamo troppo presto, rispetto al tragitto.Devo averceli selezionati proprio per noi quei percorsi. Camminate, tutti i giorni camminate sui monti. Io lo so che c'è gente a cui queste cose piacciono pure, beh, ognuno è libero di fare ciò che vuole: articolo 21 della Costituzione "se a uno piace, può pure darsi delle martellate sugli alluci". Ma faceva così caldo lungo quei sentieri pietrosi, arsi ed irti! Io stavo sempre con il gruppo dei camminatori più accaniti, solo per mere questioni d'orgoglio, non certo per una personale predisposizione alle attività sportive in generale. Che io proprio la gente che si arrampica in cima ai monti non la capisco. Non un panorama mi è rimasto nel cuore, solo pietre. E caldo, e sudore. E quanto all'elevazione spirituale connessa a tali attività, mi sfugge, perchè ricordo solo il mugugno collettivo di noi ragazzi, inerpicati come capre, chissà poi perchè...ma avevamo 12, 13 anni e le pile si ricaricano presto a quell'età e il giorno dopo eravamo pronti ad affrontare un altro sentiero, un'altra salita, un altro itinerario da inveire. Ed era bello stare tutti insieme, in quella prima estate lontano da casa. Insomma è stato prezioso che la scuola media "Ceccardo Roccatagliata Ceccardi" di Ortonovo ci abbia offerto quell'opportunità di vita comunitaria e alpina. Che ci tenevano davvero a freno, perchè 100 ragazzi li governi con la disciplina e così perchè taluni fecero un po'di casino, la punizione collettiva fu la mancata visione del Gran Premio di Silverstone e per la sottoscritta, feroce piquettiana, fu un dolore sommato all'ingiustizia che colpa ne avevo io? Beh, comunque Piquet quell'anno vinse il suo secondo titolo mondiale.

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