19 dicembre 2007

Genova (2)

Ci sono tornata oggi a Genova e ho camminato al seguito di una mia collega, praticamente da Principe a Brignole, che tutti mi avevano sempre paventato come una distanza consistente e invece è stata una camminata piacevole. Ho visto un negozio di abiti per cubiste, in cui mi sono promessa di entrare quando divento alta e magra. Nel complesso però resistendo a tutti gli impulsi del dio Ermes, Hillman sostiene che viviamo in un' epoca di intossicazione ermetica appunto, non mi sono comperata niente. Tre volte in poco più di un mese che vado a Genova e resisto alle sirene del consumismo e sono io stessa perplessa della cosa.
E pure San Lorenzo, chissà poi perchè, questa volta mi è sembrata meno bella.
Finiamo poi in un locale a ristorarci, la bella signora bionda ed io, uno di quei locali a catena, che hanno più o meno tutti il solito nome e la pizza al trancio ha sempre il solito gusto, tanto che la pigli al pesto, che ai funghi porcini. E adocchiamo una vecchietta che molla il tavolino e ci accomodiamo, se non che arrivano due giovani fanciulle slave, a dirci che il tavolo è il loro. Ma come, se la vecchietta l'ha lasciato a noi? Che ora si deve prenotare anche da McDonald's e da Spizzico? Da non crederci, arriva un cameriere con il berrettino rosso, manco fosse il maÎtre di Vissani a dirci che il tavolino appartiene alle due fanciulle e veniamo fatte sloggiare. Sic transit gloria mundi, mi verrebbe da considerare. O meglio: è che oggi ci ha prese in buona, se no...

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