05 febbraio 2008

Chi è Stinfalo?

Stinfalo è Alberto, per intenderci quel bell'uomo che quando recitavamo le tragedie faceva sempre la parte del re, tranne quando al sovrano capitava qualcosa di tremendamente brutto, allora lui faceva Apollo oppure Dioniso, praticamente quello che sistemava la situazione. L'ultima volta che abbiamo recitato insieme io facevo Athena e lui Apollo: scena finale, lui ed io ai lati, al centro il coro femminile solleva un idolo che sta a significare che le Erinni, vengono assimilate come deità legali e la piantano di inveire contro Oreste, il quale aveva ammazzato sua madre, Clitemnestra, la quale aveva ammazzato suo marito, Agamennone perchè aveva ammazzato sua figlia Ifigenia.
Per la cronaca i due coniugi avevano pure una tresca ciascuno, lei, interpretata intensamente da Susanna se la faceva con Egisto-Luigi, del resto Agamennone era partito, se ne era andato per 10 lunghi anni a Troia e si era pure portato a casa come souvenir Cassandra. Ora cosa dove fare Clitemnestra? dirgli "bravo Agamennone che ti sei fatto gli affaracci tuoi per 10 anni?" Lei gli dice invece "vieni qua che ti preparo un bel bagnetto...". E Cassandra che la sapeva lunga inizia a gridare, capisce che aria tira"Ah! sciagurata! compirai questo delitto, mentre farai lucente, lavandolo, il tuo sposo, il tuo compagno di letto". All'epoca non c'erano i ris di Parma, quindi il colpevole, anzi la colpevole viene individuata subito e Oreste, cioè Fabio, piglia e parte e fa giustizia del padre. Clitemestra morendo si giustifica "non è stata colpa mia, è stato il destino..."
Cassandra ero io e mi ero messa il vestito nero lungo, con due spacchi laterali chiusi a stringa di mia cugina Manuela, ai tempi che faceva la cubista. Gran vestito. Giuro che ho pianto lacrime vere nel mio monologo, ricordando la "mia" città in preda alle fiamme. Si, aggiunsi proprio un "mia" che non era nel testo "oh, greggi, greggi innumerevoli sottratte al pascolo e immolate sotto le mura". Che io anche quando leggiucchio ogni tanto l'Iliade spero sempre che cambi il finale e vincano i Troiani.
E va beh...scena finale sono Athena e ho ben altro per la testa, a parte l'elmo, che era il 2006 e insomma io avevo un appuntamento impegnativo in San Francesco, ma già alle prove c'è un certo fermento circa l'idolo da sollevare a fine spettacolo. Trattasi di opera del maestro Giuliano Diofili, artista eccellente e persona molto gentile: però quell'idolo ha tre puppe, dico tre! e ha pure una passera nera! ed è in croce. Ma come si fa a sollevarlo pubblicamente? C'è da vergognarsi!
Ora a me non me ne fregava, avevo altro da fare in quei giorni,l'ho già detto, ma le mie amiche son le mie amiche"ma si, nascondiamolo!". La compagine femminile, le Erinni, le dee del sangue, cioè che tutelano i legami primari, si ribellano e decidono per l'ammutinmento.
E fu così che sul finale dell'Orestea, con Athena da una parte e Apollo-Alberto dall'altra, l'idolo viene sollevato con un telo drappeggiato intorno a coprirgli intenzionalmente le pudenda.
Il regista si arrabbiò e dopo iniziò la tragedia vera.

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