01 marzo 2008

Ho portato via dal giardino dei miei due rose bellissime, una Ferdinand Pichard e una Sweet Juliet e le ho messe a dimora nel giardino coniugale: mi dispiace aver privato il giardino dei miei, che poi è "Il mio giardino", cioè di pertinenza esclusiva della sottoscritta, di tanta bellezza, ma là per motivi di spazio le avevo costrette in condizioni davvero anguste. Che è pur sempre zeppo di rose quel giardino sull'Aurelia, "le mie rose". In questa settimana le ho potate recandomi in loco mezz'ora prima di andare al lavoro, e ieri mi ci sono dedicata l'intera mattinata. Potare le rose è una faccenda che mi prende lo stomaco. Intanto le guardo con l'ottica potatrice già nei mesi precedenti. Poi quando arriva il momento opportuno, quando arrivo al dunque di ogni singolo esemplare, ci giro intorno, mi allontano, ci penso, taglio.
E poi mi pento. Avrò tagliato troppo/poco/giusto/sbagliato...
quindi io ho bisogno di una certa tranquillità.
Si affaccia l'inquilina dei miei, che ha la porta sul "mio giardino"nondimeno ne ha circondato il perimetro con vasi di piante strinate,in cui si alternano insieme nello stesso vaso una pala di fico d'india, una conifera nana,che non vorrei sembrare maligna, ma mi sembra completamente secca, oppure quello che un tempo era un geranio convive ora con una stoica stella di Natale nuda, senza foglie, ma ostinata a campare,ora un carpobrotus con una begonietta... così che pure entrarci in giardino è un problema. Mi ha pure piantato un'agave nel mio giardino, ma poi l'ha pure levata di mezzo prima che io la vedessi.
E attacca "sei a potare le rose?". Evidentemente. "Quella lì non l'hai tagliata troppo?" E io "Sto procedendo ad un'opera di svecchiamento" "Ah...oh non mi sciupare la mia!". La tua? Sono tutte mie!E se ne torna in casa. Solo che a me poi resta l'ansia.
Mio padre nel mio giardino non fa niente, a parte tagliare l'erba e potare le siepi quando proprio non ci se la fa più . Ora sono io a potare e puntualmente arriva. "Ma questa non la tagli che va in mezzo?" "No! è un rampicante, voglio che si arrampichi"."Ma chi l'ha messo il vaso sopra il mirto?!" Fai un po'te dov'è finita l'agave. Ora in vaso. "Quelli lì cosa sono?" "Non li vedo da qui!"ma di sicuro quando li ho piantati gliel'avevo detto.E continuo l'opera di taglio trascinandomi dietro il sacco nero dove buttare i rami...lui allora si mette a strappare un po'd'erba e poi mi dice "portami il sacco qua" si guarda sono qua apposta e dopo "dammi un attimo le forbici" e si mette intorno a una pyracantha, bofonchia che è sempre stata "balorda" e poi a riprova ci da dei colpetti contro il tronco con la punta delle mie forbici. Le mie forbici! " "Babbo ma perchè non ti compri un cane e vai a passeggio?" (n.d.r. si ne ha due di cani, ma si vede che non gli bastano a quanto pare).
Son lì china a terra a cercare la linea giusta di una pianta che fa fiori stupendi (Golden Celebration) che ho messo proprio in confine con la coop, così che quelle che vanno alla coop( la mia coop!) capiscano la levatura giardinicola della sottoscritta, che loro vanno da Giovanelli a Ponzano a comperare le rose e io da Barni a Pistoia e esce una signora dalla coop appunto e attacca che lei ha dei fiori gialli che quest'anno non gli sono fioriti e allora secondo me cosa può essere?
L'opera di potatura è proseguita tra altre pause relazionali imposte dal via vai di pedoni sull'Aurelia di modo che nel corso della mattinata mi è toccato dar notizie sull'andamento della mia vita matrimoniale/ lavorativa/sarzanese.
A pensarci bene tutta l'angoscia che mi mette la potatura, non è solo una questione di taglio.

Nessun commento: