Vado al cimitero di buon mattino. Non che non avessi nulla di meglio da fare in questo freddo lunedì d'ottobre, ma è da un po'che ci penso che devo andare al cimitero.
Vado prima da nonna Linda, morta quasi centenaria, morta praticamente da sana, lei che il dottore lo vedeva giusto una volta all'anno e faceva un po' di commedia per farsi fare il vaccino dell'influenza.
Armeggio per un bel po' intorno alla tomba, strappo le erbacce, già che ci sono,ne strappo un po'anche in una tomba lì vicino, che mi pare proprio abbandonata. Mi sono portata gli attrezzi di giardinaggio per fare le cose per bene. Forbici & guanti.
E annaffio i vasi e con l'acqua che mi avanza nell'annaffiatoio, ne distribuisco anche ai fiori altrui.
Lo sguardo mi cade su di lei, ai margini di un filare di bosso.
Ma proseguo perché ho da fare. E vado da Giampaolo e mi piglia sempre male a vedere quella sua tomba di terra nuda, avvolta dalle erbacce e quei vasi! Quei vasi da fiori...brutti! Quel graptopetalo, quell'aptenia cordifolia che cresce male e a stento in vaso.
Bene inteso: anche con le piante povere si possono fare bellissime composizioni, ma bisogna saperle fare!
Giampaolo e quella tomba in economia! Ma cos'aspettano a fargli una tomba come si deve?
E io metto la composizione di piantine che ho comperato per lui e strappo le erbacce, mentre scambio qualche chiacchiera con una signora che è lì davanti alla tomba del figlio. E raccolgo quei 4 ricordi che conservo di quel suo figlio, morto giovane e glieli racconto con sincerità, perché mi colpi molto quella disgrazia. Anzi rimasi forse più colpita quando mancò quel suo figlio, che Giampaolo. Anche se negli ultimi mesi, ho imparato a far pace in me stessa, con lui.
Forse certe prove impegnative nella vita ci vengono richieste dalle persone che ci vogliono bene, in modo da temprarci quando ci imbattiamo con gente feroce e cattiva.
E lascio Giampaolo e la signora innanzi a quel suo povero figlio.
E mentre torno verso la bici, ripasso accanto a lei, nel folto del bosso. Ricordo di averla scorciata distrattamente una mattina che avevo le forbici dietro. Un gesto compiuto con la testa altrove, chiacchierando. O forse la prima volta che l'avevo vista, e cimata, non ero un pochino esperta come lo sono oggi.
E ragioniamo.
Parte monumentale del cimitero, ergo risalente agli anni '20-'30.
Bosso. Lento a crescere. Dunque lei c'era prima. Perchè non si piantano le rose in mezzo al bosso, piuttosto si mette il bosso dove forse prima c'erano le rose. Ne ho una simile a casa, ma d'un altro colore.
Ma io conosco chi si occupava dei giardini comunali all'epoca.
Dunque per circostanze storiche, ambientali e per aspetto, ne deduco che questa è una moss. Non mi resta che tirare fuori le forbici da femmina giardinicola e fare zac: talea!
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