26 ottobre 2010

La solitudine

Passo al volo in giro in bici per Sarzana. Faccio semicerchio nella piazza sotto il cielo d'autunno, tra foglie che cadono e i piccioni, bambini che corrono e signore dell'est sedute sulle panchine nella pausa del primo pomeriggio.
Lo vedo, elegante e distinto, e ci incrociamo per un attimo gli occhi. Da un po'di tempo mi pare invecchiato oltre misura. Poi io volgo lo sguardo altrove. Lo so che vorrebbe scambiare quattro chiacchiere, ma ha solo quel suo cagnetto di razza, pure lui carico d'anni.
Ricordo i primi tempi in piazza con Apua, quando lei, la mia volpina cicciottella cercò per giocare quel suo piccolo cane e lui lo richiamò con fermezza. Mi spiegò che non voleva che il suo cane giocasse con gli altri cani, perché il suo cane era pulito, gli altri cani non si sa, hanno le malattie, le zecche e dunque lui non voleva che il suo cane stesse con gli altri cani.
Io ci rimasi male. Sono una persona espansiva, socievole, ma tanto rigore mi intimorì. Apua tenerella tirò innanzi, mentre lui, quel piccolo cane con tanto pedigree e nessun amico, la guardò con uno sguardo di nostalgia infinita.
E così sono passati gli anni e li ho visti sempre soli, lui e il cane.

Apua ed io invece insieme abbiamo conosciuto il mondo.
Ci fermiamo con quel pensionato che ci racconta delle sue figlie, oppure non so come, riusciamo a parlare con quella signora anziana rumena, anche se lei non conosce l'italiano e io non conosco il rumeno, ma sarà che Apua è un ex randagia di Bucarest e conosce quel linguaggio d'amore per gli animali che oltrepassa le nazionalità e le differenze linguistiche. E che dire della Sabry, che incrociandoci a spasso con i cani, siamo poi diventate amiche?
E tutti gli altri e le altre, che incontriamo nel nostro quotidiano di giri con i nostri amati cani, che si scambiano, zuffe, pulci, abbaiate e bacetti, mentre noi "padroni" chiacchieriamo.

Mi dispiace per quegli altri due che non partecipano delle nostre relazioni d'amicizia, più che altro mi dispiace soprattutto per il cane, perché noi bipedi in qualche misura siamo responsabili della nostra solitudine.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

"Poi io volgo lo sguardo altrove. Lo so che vorrebbe scambiare quattro chiacchiere, ma ha solo quel suo cagnetto di razza, pure lui carico d'anni."
Avrebbe dovuto farlo per tempo?
Oggi la condanna è definitiva?
E' triste questa storia.... ma il bello è che quel cane carico d'anni ha Lui e Lui, carico d'anni, ha almeno quel cane.
Matrix

Unknown ha detto...

lo snobismo ha il prezzo esoso della solitudine.

peccato che certi individui, contaminino l'estro degli animale da cui si fanno accompagnare: in altre vesti, quel cane, sarebbe più simpatico.

Black75 ha detto...

marò... ma che ventata di allegria che tira per adesso, Saretta!
menomale che c'erano le piantine grasse qualche post fa ^_^'
domani se riesco ti faccio un colpo di tel.

viola ha detto...

E pensare che tu e Apua siete due tipette così interessanti, proprio un peccato per lui.. ma chissà quale storia si porterà dietro.. sarà il caso di riprovarci oppure è proprio tempo perso ?? :) buona serata

Sara ha detto...

@Matrix è una storia triste, perchè le storie di solitudine degli anziani sono ancora più tristi.
@Saamaya...povero cane! Apua si gode un mondo le nostre passeggiate.
@Blake non ti volevo intristire! si caro!
@Viola, è vero, è un signore anziano, chissà, magari solo al mondo...però forse ha scelto lui si isolarsi dal contagio degli altri. Chissà...

marco de carolis ha detto...

sommandosi, le solitudini non s'annullano...

Kylie ha detto...

Una persona povera di spirito e di cuore. Gli animali se non cercano di azzannarsi sono anche belli da vedere quando giocano.

Un abbraccio forte e buona giornata!

@enio ha detto...

dove abito io c'è un posto apposito per portare a "correre" il cane, uno spazio come mezzo stadio di calcio, recintato dove ognuno lo lascia libero di fare e spesso qualcuno è costretto ad aspettare fuori dal csancello perchè il suo cane non lega con gli altri anzi litiga e anche violentamente... certe razze sono come i padroni, meglio lasciarli da soli!

Anonimo ha detto...

Lo fanno anche con i figli e i nipoti.
Non devono giocare con il figlio dell'operaio perché non è allo stesso pari;
con il figlio del dipendente pubblico perché è un fannullone;
con il figlio dell'extracomunitario che mammamia...
La mamma di un compagno di classe di mio figlio ha chiesto alle maestre che la sua discendenza non viaggiasse dando la manina all'egiziano, ché ha saputo che a scuola ci sono i pidocchi.
Che tristezza infinita.

Ale66 ha detto...

l'anonima sono io ...ehm...

Ernest ha detto...

Chissà quanti padroni ci sono che trasmettono la loro personalità ai cani, le loro manie come in questo caso.
un saluto

Charlie68g ha detto...

La cosa che più mi intristisce è il fatto che quel cane, per colpa del suo "padrone", non possa socializzare con altri animali.
Ma e se ti facessi trovare appena uscita da un auto lavaggio con la tessera sanitaria del cane che attesta che ha fatto tutte le vaccinazioni del caso, mentre lui sfoggia il suo nuovo collarino antipulci, antizecche e antipadronistronzi?

Sara ha detto...

@Marco che bella frase che hai detto!
@Kylie noi proprietarie di cagnolini ci divertiamo un mondo a vederli giocare felici!
@Ennio, si non so se siano più feroci certi padroni o certi cani: meglio stare alla larga?

Sara ha detto...

@Ale non ci avevo pensato! non avendo figli non mi figuravo tanta deficienza e cattiveria...che pena deve essere quella mamma! un caro saluto! quando di leggo m'ammazzo di risate!
@Ernest ...si, io so di un cane che abbaiava ai fascisti, fai un po' te!
@Charlie forse oltre la tessera sanitaria vorrebbe anche un certificato di genealogia canina! sono passata dal tuo blog, ci ritornerò presto!

enzo ha detto...

Il fatto che quel signore sia anziano ha dato al tuo racconto uno spesso velo di tristezza. Se fosse stato più giovane, l'avrei liquidato: "Che stupido!"
E' perché non so niente della sua storia, magari costellata di tragedie e solitudine, quell'essere soli che consuma l'esistenza fino a che nelle tasche non restare niente.

Passando ad altro:
se c'è una ricordo che mi dà nostalgia della città, è proprio di quando portavamo Gina (Max non era ancora nato) alle Piagge, dove s'incontravano altri cani, altri umani, altre storie con le quali riempire le tasche nostre e di Gina.

Ciao Sara, buon fine settimana a te e ai tuoi cari, bipedi e quadrupedi, fiori e alberi, profumi e colori.