24 aprile 2011

I bambini che non vanno più a scuola

Mio nonno Nandino della Battilana ci ha fatto piangere tutti, più e più volte, quando ci raccontava che da bambino, aveva circa 10 anni, suo padre Ottavio un giorno lo chiamò e gli comunicò che lui non poteva più andare a scuola, ma doveva iniziare a lavorare nella segheria del marmo.
Scrisse la sua storia quando prese la licenza elementare tantissimi anni dopo, all'età di 70 anni circa, facendo piangere l'intera commissione delle maestre e la direttrice, al ricordo di quell'infanzia violata e interrotta dalla povertà e dal corso della Storia.
Penso che figli e nipoti e campi da arare con il suo trattore, non abbiano mai sanato quella ferita e ogni volta che ci raccontava quella storia crudele, quantunque anziano e sebbene quello fosse un destino comune alla sua generazione, non ha mai smesso di commuoversi e soffrire.

Ho ripensato a questo episodio di mio nonno in relazione ai bimbi rom, sgomberati con le loro famiglie da alcuni campi abusivi a Roma. Oltre a tutto quanto, questi bimbi saranno costretti ad interrompere il loro percorso scolastico, magari condotto fino ad oggi tra chissà quante difficoltà, per loro, loro famiglie, per le stesse maestre che chissà con quanta buona volontà devono essersi adoperate.
Che ne sarà di questi bambini la cui istruzione è messa così in pericolo? che possibilità hanno di integrarsi se vengono allontanati da scuola? se viene proposto un rimpatrio a 500 euro?

Siamo un paese curioso: da una parte si dichiara con insolita generosità di voler accogliere , dall'altra si spera che però la gente se ne vada, e poi chi c'è già da tempo, viene invitato a sloggiare.

4 commenti:

Franz ha detto...

Come per altri circoli viziosi del nostro ancora troppo vizioso Paese, il pensiero leghista è causa ed effetto insieme di questo degrado delle coscienze, rispetto alla tradizionale ed antica nostra umanità.
Quei bambini Rom subiranno la stessa sorte di tuo nonno; ma forse la loro storia non farà piangere nessuno, nè, tantomeno, potranno fregiarsi di un nome leggendario come 'Nandino della Battilana'...
:-)

Taglia46 ha detto...

Oltre che "curioso", siamo un paese profondamente incivile (senza virgolette), dove l'istruzione pubblica sta perdendo valore, minuto dopo minuto, in barba ad una generazione che potrebbe farsi portatrice di un futuro sano. Questo accade per i cittadini italiani, figuriamoci per chi italiano non è. E purtroppo siamo anche in un paese dove l'opinione pubblica è fortemente controllata dalla politica e dove capita di sentir la gente sul bus, dire che ai bambini rom e alle loro famiglie tutto interessa fuorchè la scuola.

Enzo ha detto...

Siamo il paese delle mille contraddizioni. Credo che l'Italia tutta abbia sviluppato un forte senso di solidarietà, almeno nelle intenzioni. Che poi viene inevitabilmente frustrato dalla impossibilità materiale di far fronte a tutto. E alla fine accogliamo e poi spediamo a casa. Anch equando le intenzioni sono buone,prima di agire bisogna pensare alle conseguenze..

viola ha detto...

Che bel pensiero questo che hai rivolto ai bimbi Rom.. peccato che tutti non la pensino come te, un vero peccato:))