28 dicembre 2011

A proposito della condanna Unar alla trasmissione "Lo zoo di 105"


Unar condanna trasmissione "Lo zoo di 105" ed apre un'istruttoria


"Il diritto di satira non può trasformarsi in esercizio esclusivo quotidiano e arbitrario di criminalizzazione di intere etnie o comunità nazionali, né tantomeno di precisi gruppi, quali le persone LGBT, come accaduto in passato proprio su radio 105." Con queste parole Massimiliano Monnanni, direttore dell'Unar - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri- ha confermato l'avvenuta apertura di un'istruttoria nei confronti della trasmissione "Lo Zoo Di 105" della Radio 105.

Durante la trasmissione infatti, il conduttore interpretava un personaggio di nome "Zlatan" che svolgeva attività delinquenziali, proveniente dalla "Zingaria, Romania o Albania" e nel quale venivano condensati tutti gli stereotipi e i peggiori pregiudizi attribuiti alle comunità Rom e Rumena.

"Provvederemo a segnalare anche all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni il grave fatto, al fine di evitare il diffondersi attraverso i media di questi stereotipi negativi e garantire il principio della parità di trattamento e di non discriminazione, indipendentemente dalla razza o dall'origine."

Conclude Monnanni "Ci piacerebbe che nel "Lo zoo di 105" si affacciasse ogni tanto anche qualche satira dei tanti episodi di discriminazione, razzismo e xenofobia che inquinano la convivenza civile in Italia e contro cui l'UNAR si batte ogni giorno con vigore".



Ok, la notizia non è recentissima, ma dello scorso 15 novembre. L'ho copiata dal sito del Dipartimento per le Pari Opportunità. Istintivamente non ho mai avuto in simpatia questo modo di fare radio, che trovo personalmente omologante, ma forse è perché ho 41 anni e magari resto indietro rispetto al modo odierno di fare la radio, che non dimentichiamo, è stata storicamente un'incomparabile veicolo di emancipazione.

Come cantava Finardi "se una radio è libera, ma libera veramente, piace ancor di più perché libera la mente". E' che ho come il sospetto che radio libere oggi siano rimaste poco. Nondimeno chi parla a milioni di persone, in gran parte giovani, deve assumersi la responsabilità di ciò che dice.

5 commenti:

Ernest ha detto...

Ho paura che le onde non siano più libere...

enzo ha detto...

Apprendo ora da te questa triste e meschina notizia.
Le "radio libere" le ho frequentate negli anni 70, le radio del movimento pisano: Radio 20 Giugno e Radio Centofiori. Fortunatamente non ho mai "incocciato" quelle frequenze, ascolto Radio 2 e 3, a volte radio radicale, niente più.
La bassezza degli istinti è come un gorgo, attrae le persone di poco peso, come i conduttori di 105.
Sono anni che penso ad una radio web, ma mi fermo al pensiero.
Hasta la vista

Anonimo ha detto...

Le cagate razziste e stereotipate sono il modo più semplice per divertire. E' sempre lo stesso concetto: prendersela con il diverso e più debole.

oriana ha detto...

sono "radiodipendente", nel mio laboratorio la radio è perennemente accesa, quindi ho bisogno di ascoltare trasmissioni un po' soft. Lo zoo di 105 per me è troppo becera e caciarona aldilà di qualsiasi argomento o contenuto. Viva la radio abbasso la tv....

Vera ha detto...

Sono anni che ormai riesco ad ascoltare solo radio 3. Sono tra i pochi che non gridano; aiutano a pensare anche quando non si è daccordo con ciò che dicono.

Ti auguro un buon anno pieno di fiori Sara, reali e metaforici.