Ieri sera in tv ho visto un servizio dedicato agli "uomini che odiano le donne" e quindi la storia di una ragazza di 23 anni, una ballerina di night, di nazionalità rumena, uccisa, anzi massacrata da tre ragazzi della sua età. I tre volevano darle una lezione, perché la ragazza era "colpevole" di chiedere soldi al padre di uno dei tre e quindi un uomo di 58 anni che pagando una ragazza che poteva essere sua figlia, aveva anche la pretesa di comprarne i sentimenti e la fedeltà.
Era una ragazza minuta, l'hanno letteralmente massacrata di botte, e poi l'hanno finita colpendole la testa con un paletto di cemento.
L'avvocato di uno degli imputati raccontava che il suo assistito, era stato adottato e che tuttavia conservava ancora il ricordo delle violenze subite dal sua papà naturale. Questa testimonianza mi ha fatto ancora più ribrezzo, perché per giustificare un assassino che non merita definizioni, non si è esitato a strumentalizzare l'esperienza dell'adozione, quasi che fosse una possibile causa di turpitudine d'animo.
Siamo purtroppo abituati al fatto che certi delitti,impropriamente detti passionali, riscuotono delle pene ridicole nelle aule dei tribunali.
In questo paese dove se non paghi la tassa al parcheggio, ti perseguitano per tre generazioni.
Io invece, ferocemente, con tutta me stessa, vorrei che costoro, che hanno ucciso a bastonate uno scricciolo di 23 anni, non vedessero più nemmeno un filo di luce naturale per il resto dei loro giorni.
6 commenti:
ho pubblicato, grazie!
Non so, per quanto molte sentenze siano criticabili, sento comunque che la giustizia, pur con alcune distorsioni, è l'unico modo per non cadere nella vendetta privata. Quanto alla pena dovrebbe avere una finalità rieducativa... che sia veramente così è un'altra cosa.
Questo fatto e' orribile .... Dici tutto giusto !!!!
Io mio animo è pro-umanità.
Ma quando non c'è umanità l'evento non può essere gestito come tale. E se anche biologicamente fossimo simili alle bestie che hanno compiuto l'atto, esse non posso essere considerate umane. Pertanto non occorre stabilire una pena, come faremmo coi nostri simili, ma bisogna assumere il ruolo di specie dominante del pianeta e sottoporre ai nostri voleri gli animali inferiori, come facciamo quotidianamente con cavalli, cani, gatti e tutte le altre specie.
Così come il verbo sopprimere ci allevia le responsabilità di gestire la sofferenza di qualcun'altro, allo stesso modo in tali casi possiamo pretendere di liberarci di un peso societario non indifferente.
E mostrarlo pubblicamente al mondo diventerà un monito che potrebbe mitigare per tempo la prossima bestia.
Io sarei una giustiziera come Lisbeth Salander.
davvero davvero orribile.
La giustizia in questo paese è sparita da molto tempo.
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