26 agosto 2015

l'uomo che vende fiori

Rientrare al lavoro non mi ha pesato, anzi. Sarà che le mie ferie sono state come il finale dell'Edipo Re, ovvero pianto, rovina, morte, vergogna, di tutti i nomi della sventura, nessuno manca all'appello,nondimeno sono stata contenta di essere a disposizione della mia famiglia e spero di essermi adoperata al meglio per portare sollievo in questi momenti impegnativi.
E'vero che mi sarebbe piaciuto andare in Grecia, in fondo  negli ultimi anni ho fatto ferie a dir poco anomale, cioè ho studiato per quattro estati di fila e nelle altre due estati successive mi sono separata, quindi di spensierato mi è rimasto ben poco, però verrà pure un momento in cui me lo potrò permettere. Del resto essere stata  un po'saggia in passato mi ha consentito di avere un po'di  risorse per gestire questa situazione difficile. 
Adesso sto arredando per intero una casa nuova  e farlo da sola è veramente impegnativo, anche per l'aspetto non secondario di doversi relazionale con i professionisti del settore. Così ieri ho chiamato un tale che mi ha sparato una cifra esagerata per un lavoro da farmi in cucina, cioè per due giorni suoi, in nero,  mi ha chiesto una cifra equivalente a un terzo del mio stipendio mensile e allora per una questione di principio, anzi di lotta di classe gli ho detto che rinuncio.
La bici è il mio divertimento estivo e  mi conduce lungo le strade dissestate di questa contrada bersaniana, tra buche nell'asfalto e rovi che debordano ai margini della carreggiata, roba da pigliarseli in faccia mentre sfrecci pedalando e nella zona sulla marina dove muoversi a due ruote sarebbe funzionale ed economico per tutti, invece diventa un azzardo che ti mette a rischio l'incolumità fisica. 
Ma si è mai vista una zona di mare, anzi balneare, pianeggiante, dove è così difficile andare in bicicletta?
Quando  arrivo innanzi al porto mi confronto con l'evidenza grottesca di un porto che non porta, perché questo è un porto in cui non ci sono navi! Ma come fa a vivere un porto che non porta?
Il porto: un  deserto assolato bianco e azzurro. 
Pedalo a un passo dal mare, schivo bagnati a piedi e sorpasso le bici che procedono lentamente. Mi colpisce una ragazza decisamente in carne che pedala in senso contrario e fuma una sigaretta. 
Ho dovuto lasciare anche il mio giardino e non ho la possibilità logistica di realizzarne un altro, così mi accontento di avere dei vasi sparsi qua e là vicino casa. Non è stato un sacrificio da poco. Come tutto il resto in questi due anni.
Pedalo mentre la strada si allarga e vado in cerca di un cartello che mi aveva incuriosita nei giorni scorsi: vendo fiori, pittato a vernice con una mano un po'incerta. Mi guardo in giro tra quel banchetto improvvisato di fiori di tipi assortiti. Un cane  dorme sotto una roulotte. Altri oggetti messi in vendita. Una fila di quadretti di legno raffiguranti la Madonna.
Avanza un uomo anziano e scambiamo due parole sui fiori. Mi sento di dirgli di fare attenzione a restare da solo in questo posto un po'isolato. Alza le spalle "io qui devo stare. Estate e inverno". Quando pago la lantana bianca, gli lascio un euro in più "le offro un caffé", lui mi risponde con un sorriso "è una scatoletta per il cane" . 
C'è molta dignità in chi si impegna a vivere così, con un banchetto improvvisato di fiori. Chissà se li compra o glieli regalano, cioè quel gruppo assortito di piante non mi pare il risultato di un rifornimento sistematico. Però  ho idea che dovendo ricrearmi un giardino, se pure in vaso, ripasserò qualche volta di qua.  
E poi penso che a casa ho tante piantine grasse deliziose, che stagione dopo stagione ho l'abitudine di coltivare per regalarne ad amici, parenti etc. molte di queste sono aloe che nascono praticamente da sole, manutenzione zero eppure costicchiano un po' e allora ne preparerò una bella cassetta e la porterò come regalo all'uomo che vende fiori. 

12 commenti:

UnUomo.InCammino ha detto...

> gli ho detto che rinuncio

Questo è un meccanismo di volontà e quindi spirituale straordinario.
La rinuncia come agente sovversivo dei meccanismi che vanno per la maggiore nella società.
La rinuncia come terapia all'ingordigia altrui.
Che meraviglia!
Grazie, Sara.
:)

Nuvola ha detto...

Cara Sara, mi spiace che tu abbia dovuto lasciare il tuo giardino...
...sulle altre cose non mi posso pronunciare davvero. Una separazione puo' essere anche l'inizio di un capitolo di vita migliore. Ma non so nulla di te e quindi faccio meglio a tacere.
Ti auguro un periodo più sereno e tranquillo.
E riesci sempre a intenerirmi, con il tuo pensiero di regalare le piantine al signore che vende fiori...

Un abbraccio,

unrosetoinviacerreto ha detto...

Se fossimo più vicine ti direi di passare dal mio giunglardino quando hai voglia
di " giardino" e ti darei vasetti di piante da portare al signore dei fiori.
Forse si potrebbe fare! Buon tutto . Ciao

Claudia ha detto...

Spero che lo ritroverai. Io avevo promesso piantine di zucchina siciliana a un venditore di fiori e verdure, perché non le sapeva far nascere, ma non l'ho più ritrovato.

diego ha detto...

molto molto bene, leggi la vita e la descrivi con amore e intelligenza, fai bene a regalare, è un regalo a se stessi regalare a chi lo merita

comunque, sei troppo simpatica, non sarai mai una spezzina doc, per fortuna

Unknown ha detto...

E' bellissima questa storia! sei una gran bella persona :)
Baci

thefashionwings.blogspot.it/

LaLaura ha detto...

Stavolta ti chiamo Saretta. E aggiungo un bacio, un fiore e un saluto.

viola ha detto...

Anche senza un giardino rimani la mia giardinicola preferita Sara! Il giardino sei tu, la meravigliosa rosa sei tu:) Grazie per essere come sei, mi insegni tanto:)

Lucia Cirillo ha detto...

Ho l'impressione che tu sia in una fase di rinascita che percepisco molto promettente. È come tutte le cose promettenti all'inizio si fa un po' fatica, ma per chi sa coltivare così bene problemi irrisolvibili non c'è ne sono :)

Sara ha detto...

Ciao Lucia!sono in una fase. Se di rinascita ancora non lo so!

Novella Semplici ha detto...

Un po' credo di capire, anche io sono separata.

E anche io mi son dovuta adattare a un terrazzo di città.

Che bello il tuo racconto sull'uomo dei fiori.

UIFPW08 ha detto...

C'è sempre un sole che nasce ogni mattino e con esso il sorriso..
quello che non dobbiamo perdere mai..
M.