Nel bar dell'ospedale ho visto due che sembravamo noi.
Lei pero' era piu'giovane di me
Lui gli stessi anni di mio padre, o giusto tre o quattro in meno
Ho visto la sua stessa fatica a muoversi,
La fiacchezza del corpo provato
La fatica a respirare,
Forse per le troppe sigarette passate
O il "brutto male" presente.
Ancora lui
I capelli un po'lunghi come quelli di mio padre
Quando ero bambina mi imbarazzava un po'
Quel retaggio dei primissimi anni '70
Crescendo poi, me ne sono dimenticata.
E pure lui, con i baffi, come mio padre.
In lei, sicuramente la figlia, ho visto il mio stesso volto pallido
Il muoversi alla ricerca di un posto a sedere,
Li'tra i tavolini del bar
E il volto di chi fa finta che non stia accadendo niente di serio
Di vivere quella visita in ospedale come un fatto burocratico
Fingere il cuor leggero.
Sembrava me, ma piu'giovane
Padre e figlia
Ho rivisto questa scena
Sembravamo noi.
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7 commenti:
... e il cuore avrà iniziato a battere più forte ...
Sara bella.
tutti ti riportava a quel ricordo troppo recente.
Il bar dell' ospedale ... Quante volte ci ho portato papà, dopo il prelievo e prima delle trasfusioni ... Che tristezza ...
Anche a me l'ospedale rimanda a tristi ricordi ... per il mio papà.. un abbraccio grande
Una tua nota di malinconia.
c’è una piccola, tenue consolazione nell’imbattersi in persone che stanno vivendo quel che hai vissuto tu; anche se si rinnova il dolore, che è un dolore continuo, dilatato in giorni interminabili; io ti dico, le mia figliola mi vuole bene, ma davvero spero di poter morire anche presto, purchè sia per lei una cosa breve; la medicina ha fatto grandi progressi, ma a volte penso che il tempo strappato alla morte spesso è già un territorio suo, la morte addosso è peggio della morte che avviene, mi ricordo Pirandello, ma anche e soprattutto quel che ho vissuto com mia madre
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