26 dicembre 2016

lutto mediatico

Si, va beh, ma si muore ogni giorno.
Di fame, di guerra, di rabbia per l'amore respinto.
Si muore di droga, si muore d'amianto.
Si muore per un ticket  d'esami troppo caro, si muore per prevenzione mancata e per uno stop non rispettato. Si muore per una manciata di soldi, si muore per il pane quotidiano.  Si muore per un'idea, si muore per il proprio dio.
E non essendo piu'l'umanita'nella sua fase adolescenziale, qual e'il dolore che possiamo realisticamente provare per l'ennesima rock star che viene a mancare prematuramente? I servizi televisivi riprendono gente che porta fiori, lumini e pupazzi.  
La morte di un protagonista dello spettacolo deve necessarianente guadagnare le prime pagine dei giornali?

12 commenti:

UnUomo.InCammino ha detto...

Mia madre ha acceso la scatola inquinamenti oggi e ai TG ci sono stati dei pipponi pazzesca sulla morte di George Michael.
Se tu non dai il circo e i suoi riti, icone, festività il bobbbolo non sta consueto.

Programmare le masse con falsità e ciarpame di ogni tipo.
Basta vedere cosa sta avvenendo con la grande sostituzione, ad esempio la tizia di Sulmona fatta hamburgher da un dono tunisino.
Macellare le pecore col loro consenso e approvazione.

Novella Semplici ha detto...

Fa audience. Tutto qua. De Gregori in una canzone "Festival" dedicata a Luigi Tenco ma adattabile ad altri personaggi canta:
Si ritrovarono dietro il palco,
con gli occhi sudati e le mani in tasca,
tutti dicevano "Io sono stato suo padre!",
purchè lo spettacolo non finisca.

E' l'ultima possibilità di sfruttare commercialmente un nome, un marchio, figurati se se la lasciano scappare. E purtroppo è così anche perché la ggggente questi sentimentucci innocui che lasciano il tempo che trovano li cerca e li brama, per avere anche loro un attimo di notorietà.

Ciò non toglie che quando muore il tuo artista preferito una sorta di lutto lo vivi davvero, bene o male la sua voce, la sua arte ti hanno accompagnato, sarebbe innaturale non averne un po di malinconia. Ma credo sia una cosa da non sbandierare più di tanto.

Marco Poli ha detto...

Gli Wham sono stati una delle band di culto degli anni '80 e di quella spensieratezza, della nostra adolescenza;
la mutazione va letta in chiave simbolica, oltre che, eventualmente, personale.

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Franco Battaglia ha detto...

Ti sei risposta da sola: "la morte di un protagonista dello SPETTACOLO". E' lo spettacolo che fa la differenza. Morire di fame che spettacolo è?

Alexander Biagiolius ha detto...

se vendi 100 milioni i dischi meriti la prima pagina almeno per me è cosi è un modo pagano di ricordare una persona

Sara ha detto...

Si, tra un attentato e l'altro, un terremoto o la morte di una rockstar, tutto fa brodo...

@enio ha detto...

visto che si muore così tanto e per cosi tante ragioni io stamattina prima di uscire mi TOCCO e spero che non mi tocchi

viola ha detto...

E' vero c'è una grande brodaglia di notizie... un vero caos.. e tutto passa così velocemente.. Non abbiamo tempo per fermarci e per riflettere su nulla.. La mia testa a volte va letteralmente in tilt con questa accozzaglia di eventi buttati così alla rinfusa ... a volte, anzi spesso, ho bisogno di pace..di tranquillità.
Ed in questa pace affiora ciò che sento veramente..
E mi ricordo di quando, poco più che ragazzina, sono fuggita a Londra per spensieratezza, per la voglia di inseguire un sogno, per passione... ed era il tempo dei punk e anche degli Wham!... il tempo in cui credevo ancora nella storia bella dell'Amore, quello pulito e per sempre.. ed ero felice semplicemente per il fatto di essere VIVA.
Ecco, George Michael mi ricorda questo ed altro ancora ed allora, per un pezzo, la sua morte fa parte di me.

Patalice ha detto...

oddio...
è un po' strano dover rispondere ad una domanda che sinceramente non ha una risposta sola, e se ce l'ha non trovo sia per forza giusta o sbagliata... nel senso che, certo muoiono persone ogni giorno, è vero, ma è normale e legittimo che le personalità note abbiano un risvolto mediatico più accentuato... normalissimo oggettivamente

nico ha detto...

Faccio una piccola citazione se me lo permetti, e cioè "questo ricordo non vi consoli quando si muore si muore soli"...buon anno Saretta, un abbraccio

Marco Poli ha detto...

Il mio pensiero esteso, l'ho pubblicato [ qua ].

{ buona giornata }.

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Marco Poli ha detto...

Il lato positivo è che non puoi mentire sul fatto che uno sia morto.

Ma certo che si può mentire sul fatto che uno sia morto, si può mentire su tutto;
l'entità nucleare del messaggio, il cosiddetto fatto, è tanto più vero quanti più sono i testimoni sensoriali che lo hanno osservato e/o maneggiato ( come nel caso di un cadavere );
viceversa e con altre parole, si può asserire che la probabilità di imporre un fatto falso è inversamente proporzionale al numero di persone che lo hanno osservato/maneggiato direttamente;
ma guai a credere che la “informazione” sia coerente con il “fatto”, la “informazione” è una costruzione, quasi sempre non disinteressata, e ricevuta da persone già istruite a credere ad un pattern non credibile ( vedi la politica globalizzatrice a mezzo stampa ).

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