11 aprile 2018

Urge un consiglio!

Mi serviva un certificato di nascita da parte di un Ufficio di un Comune nella provincia di Massa Carrara e su suggerimento di un impiegato di un ufficio spezzino, il 22 febbraio scorso ho inviato una PEC  unitamente al mio documento di identità.
Il giorno successivo mi arriva tramite PEC  un modulo standard che richiede come adempimento l'invio di 24 centesimi in busta unitamente a una busta affrancata con il mio indirizzo.
Sorvolando sul tentativo di dialogo telefonico  con le impiegate al fine di ottenere il certificato per posta elettronica,  dato che mi sono sentita dire più o meno scherzando :


  1. Faccia un giro e venga a prendersi il certificato qua!
  2. I 24 centesimi sono per i diritti di segreteria, ma nel mio caso li avrebbero messi loro se proprio volevo il certificato via mail.
  3. Mi sarebbe stato inviato il certificato mia mail, qualora io fossi in possesso della firma digitale.

A me serviva il certificato, quindi accantonati per un momento non solo i miei diritti, ma proprio l'applicazione del Codice dell'Amministrazione Digitale, ovvero il D.lgs 82/2005, ho fatto come prescritto. 
E così ho preso una busta grandina in cui ne ho inserita una preaffeancata e i famigerati 24 centesimi. Una volta in posta ho spero circa 2 euro o qualcosina in più perchè la busta superava il peso dei 20 grammi e finalmente ho spedito quanto richiesto! Siamo al 2 marzo, spedizione effettuata a La Spezia.
Passano i giorni...Poi ho chiamato il Comune per avere informazioni e ho così appreso che la busta era pervenuta nel Comune il giorno 12 marzo, ovvero 10 giorni di tempo per percorrere una 20ina di km, insomma provincie Massa Carrara e La Spezia, ma contigue!
Aspetta...aspetta...
Finalmente il 23 marzo ricevo questo dannato certificato cartaceo a casa e si che io abito in provincia di Massa Carrara, ci sono voluti altri 11 giorni.
In tutto da quando io ho iniziato ad adoperarmi per avere il certificato è passato più di un mese! 
Io credo che non sia accettabile che un Comune adotti una procedura obsoleta, anzi lo trovo proprio fuori legge. 
Mi sono sentita umiliata come cittadina a perdere del tempo per colpa di un approccio arrogante e inefficiente al servizio pubblico.
Non voglio passare sopra questa vicenda, mi sono rotta il belino  di subire per colpa di gente cialtrona e incapace messa in posti di responsabilità. 
Adesso sono indecisa: avevo idea di  scrivere al difensore civico digitale, però non vorrei che fosse una figura messa un po'li a fare rappresentanza. Perché poi noi non ci facciamo mancare nemmeno tutte queste figure di autorità e di garanti per il cittadino, che poi costano tanto e se servono chi lo sa?
Una volta mi sono rivolta alla consigliera  di parità per segnalare delle cose della Cgil e quella è andata a dirlo a due sindacaliste della Cgil  e io sono stata immediatamente silurata! Una vicenda kafkiana.
Insomma non so se rivolgendomi al difensore civico regionale o al difensore digitale, invece di ottenere giustizia, mi faccio un ulteriore arrabbiatura!
Pensavo anche di scrivere direttamente a quel Comune per chiedere le ragioni di lavorare in questo modo.
Ho bisogno di un consiglio, voi cosa fareste?
Fregarmene no, non posso, non è giusto!

11 commenti:

semola ha detto...

... se devi produrlo ad un organo della pubblica amministrazione o gestori di pubblici servizi basta un'autocertificazione anzi, il certificato non può essere neppure validamente ricevuto ...
art. 15, comma 1, della Legge 12/11/2011, n. 183 "Le certificazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione in ordine a stati, qualità personali e fatti sono valide e utilizzabili solo nei rapporti tra privati. Nei rapporti con gli organi della pubblica amministrazione e i gestori di pubblici servizi i certificati e gli atti di notorietà sono sempre sostituiti dalle dichiarazioni di cui agli articoli 46 e 47 del DPR 28 dicembre 2000, n. 445".

infine, le pubbliche amministrazioni allorquando, su richiesta dei soggetti privati, rilasceranno certificazioni dovranno apporre, a pena di nullità, la dicitura: "Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi". Costituisce violazione dei doveri d'ufficio, a carico del responsabile, la mancanza della suddetta dicitura sui certificati rilasciati dalla amministrazione (lett. c-bis del comma 2, dell'articolo 74, del DPR 28 dicembre 2000, n. 445, introdotta dall'articolo 15 della Legge 12 novembre 2011, n. 183).

Pier ha detto...

io ti direi 'fregatene'
mi succede puntualmente, tutti e dico TUTTI gli URP (regione, provincia, comune, asl) quando sono interrogati via web rispondono invitando l'utente a telefonare.

il problema?

ci sono impiegati assolutamente incapaci di gestire tramite altri canali che non siano quelli giurassici, i contatti con il cittadino.

Franco Battaglia ha detto...

Purtroppo mi viene proprio di dirti: "fregatene!" E pensa che non abiti a Roma dove puoi perdere secoli per qualsiasi tipo di certificazione (a meno che non conosci qualcuno in Comune..)

Sara ha detto...

Semola la conosco la 445, ma qua mi è stato chiesto da un professionista.

blogredire ha detto...

Consigli non ne ho,se non qualche insulto,hai tutta la mia comprensione,ciao!

fracatz ha detto...

IO in genere scrivo sempre al presidente, spiegando che con NOI del partito degli under 70.000 non sarebbe accaduto, in quanto NOI siamo per la messa in rete di tutto, anche delle bollette del gas, così ognuno desideroso di sapere dove è nata la persona che ha di fronte, col codice fiscale della stessa si collega e si stampa la carta d'indindirindà con relativa foto di formato ben visibile

Costantino ha detto...

Le opere di Franz Kafka e le correlate situazioni kafkiane sono quanto di più attuale possa esistere. Le farei studiare alle scuole dell'obbligo in sostituzione dei Promessi Sposi ( tanto chi si sposa più dal prete ?).

Natascia ha detto...

Lo so che è un'ingiustizia, ma secondo me ne ricaverai ben poco... purtroppo molto comuni, soprattutto se piccoli hanno una grossa difficoltà ad adattarsi al mondo che va avanti. Io spesso mi trovo a "litigarci" quando devo calcolare le imu e le tasi degli assistiti che vengono da noi: non riescono a entrare nell'ottica che la normativa di queste due imposte è a livello nazionale e non più comunale come accadeva con la vecchia ici, quindi si fanno i loro regolamenti che spesso vanno contro quello che prevede la norma, quindi ti trovi davvero in difficoltà perchè così il cittadino può essere sanzionato da una parte o dall'altra...
Hai pienamente ragione, ma a volte rovinarsi il fegato non ne vale la pena...

UIFPW08 ha detto...

Scrivi e denuncia tutto scrivi a fai valere le tue ragioni e per conoscenza scrivi pure al Sindaco, e al giornale questa è la nostra ITALIA non la loro!
Maurizio

Novella Semplici ha detto...

Io ho dovuto pagare 18 euro di multa perché non ho comunicato al comune che avevo preso la residenza. E chi lo fa il cambio di residenza? Il comune. In base alla legge Bassanini se non erro (non so se ci sono state legislazioni successive) un ente non può richiedere documenti di cui è già in possesso, fatto sta che l'ufficio tributi non dialoga con l'anagrafe e ho dovuto pagare perché fare ricorso costava più dei 18 euro di multa. Battaglia persa. Però concordo con Massimo Cacciari quando dice che il grosso male dell'Italia è questa burocrazia ingorda. D'altra parte siamo un paese dove parecchi appena possono truffano (assistito personalmente a falsificazioni molto ingegnose sul lavoro) e quindi abbiamo bisogno di regole su regole che però aggravano di pesi le persone per bene senza risolvere il problema di quelli che truffano.

Ernest ha detto...

Il "mi sono rotta il belino" è da applausi