05 settembre 2019

Zelinda e la fortuna

Ottavio era vedovo, anzi, bivedovo. La prima moglie Stellina era morta di inedia, consumata a soli 50 anni da un male che nessuno dei suoi  7 figli era riuscito a capire. Poi fu la volta di Andreina,  un matrimonio durato appena due anni e poi una nuova vedovanza per Ottavio. 
Si faceva accompagnare il sabato  mattina  in macchina dal  genero al cimitero, lui non guidava, perché la mano destra l'aveva compromessa , essendo un ragazzo del 99 infatti l'aveva immolata alla causa della patria, ma qualcuno diceva invece che fu per un incidente di  lavoro alle cave di marmo a Carrara.  
Con indosso il suo bel cappello a tesa larga e il fazzoletto al collo , andava al cimitero per far  visita a entrambe le mogli, ma anche per adocchiare tra  le vedove e cercare una terza compagna che si innamorasse dei suoi begli occhi color del cielo, del resto non aveva ancora 70 anni e non voleva certo restare solo. 
Fu così che un giorno, quella che gli sembrava una possibile candidata, rispose ai suoi approcci galanti: ne lu, im lasc star, che me omi an ne voi pu.
Insomma la vedova in questione fu perentoria nel liquidare Ottavio ed egli non insistette, ma le chiese se conoscesse qualche vedova che ambisse a pigliare marito.  La signora rispose che vedove non ne conosceva, ma aveva una cognata che non era maritata che forse poteva fare al caso suo.
Il sabato successivo Ottavio si preparò con cura e le sue belle figlie ,  messe al corrente delle sue intenzioni, gli si fecero intorno mentre si apprestava a salire sulla macchina del genero. Quella gli sistemava il fazzoletto al collo, un'altra lo canzonava affettuosamente, un' altra ancora diceva ai suoi tre maschietti "Fate ciao al nonno!"
E così Ottavio andò in quel paesino di montagna sopra Carrara, dove le case erano ancora per lo più di sasso e si recò all'indirizzo indicatogli dalla vedova del cimitero.
Bussò! "Chi è?" chiese una voce da dentro la casa e Ottavio si annunciò "Sono la fortuna!".
E così Ottavio e Zelinda si conobbero: lei non era certo una bellezza, aveva circa 50 anni, ma ne dimostrava molti di più: aveva perso la mamma giovanissima e si era fatto carico di tutti i suoi fratelli, li aveva cresciuti, li aveva aiutati a sistemarsi e a metter su famiglia, ma al prezzo di rinunciare a farsi una vita sua.
Si fece andare bene Ottavio, quel vedovo che aveva 20 anni più di lei, ma pretese da lui il matrimonio in chiesa : perché a son com'as dev essr.
Insomma nonostante gli anni, Zelinda era come doveva  essere una che non aveva preso marito, ovvero ancora illibata.
E così si sposarono e Zelinda lasciò il paesino sopra Carrara, per andare ad abitare a casa di Ottavio, giù nel piano. Lì attorno vivevano le figlie di lui, l'unico figlio maschio e tantissimi nipoti, dato che Ottavio era nonno e pure bisnonno.
La ricordo così, la mia bisnonna Zelinda seduta a casa dei miei nonni, con lo sguardo dolce , che cuciva sempre, sempre e parlava poco.

4 commenti:

fracatz ha detto...

Sembrava solo un bel racconto e invece..... magari poi le riusci' pure di diventare trisavola

Nuvola ha detto...

Una bella storia... :)
Che bella la tua bisnonna :D

LaLaura ha detto...

❤️

Novella Semplici ha detto...

❤❤