13 gennaio 2020

Sara Turetta a I soliti ignoti



Chi salva cani abbandonati?
Sara Turetta di Save the Dogs , che stasera era in tv a I Soliti Ignoti!
Seguo l'attività di Sara da molto tempo, credo almeno dal 2004. Nel dicembre 2005 chiesi a SDT  di poter adottare un cane e il 16 gennaio del 2006 andai a Milano in un canile vicino a Linate a prendere una volpina nera che si chiamava Ela.  Sulla strada del ritorno, lungo la Cisa, stringendola tra le braccia, cercando un nuovo nome da dare alla piccola, ebbi una folgorazione : Apua!

La nuova vita che Apua ha avuto, non si può raccontare, chi mi conosce di persona, chi segue da tempo questo blog, sa che ne ho voluto che Apua fosse una sorta di testimonial per raccontare quello che accade ai cani randagi in Romania.
A distanza di molti anni da quando Sara ha iniziato la sua attività a sostegno dei randagi rumeni, mi pare che il Paese in cui opera , di progressi ne faccia pochi in generale, non solo per quanto concerne i diritti degli animali, ma anche per quelli delle persone.  
Per contro rispetto a quando ho adottato io Apua, oggi vedo dalle mie parti tantissima gente che porta in giro cani di razza, insomma avere il cane è di moda, a patto di avere meno problemi possibili. Quindi tappetini per fargli fare bisogni in casa, carrelli per portare il cane al supermercato, anche se i cani NON vogliono stare nei luoghi chiusi in mezzo al casino, ma  quale posto migliore per esibire un cane, se non la galleria di un centro commerciale? E che dire di quei cani messi al guinzaglio di bambini   che li trattano come giocattoli?
La cosa paradossale è che i cani acquistati provengono spesso da quei Paesi come la Romania, dove la strada più semplice per affrontare il randagismo è fare intervenire gli accalappiacani.  
La Romania per i cani è un po'come certe regioni del nostro Sud, che preferiscono dare soldi ai canili privati, dove NON  si fanno entrare i volontari che controllano, piuttosto che fare massicce campagne di sterilizzazione. 

14 commenti:

Francesco ha detto...

evviva Sara !

Marco Poli ha detto...

Se tanta organizzazione fosse posta nelle faccende prettamente umane, avremmo un altro Paese.
Pur non avendo nulla contro i quattrozampe – in particolare, mi sono simpatici i gatti – quella di dedicarsi agli animali, io la continuo a vedere come una sconfitta dell'essere umano, che rinuncia ad affrontare questioni del suo livello a favore dei peluche vivi.

===

blogredire ha detto...

Mi accodo!

Sara ha detto...

Marco gli animali sono in mezzo a noi e quando vivono male è per colpa di gente che li tratta male.

Anonimo ha detto...

Sara io non sono e non voglio essere il tuo medico.

La ragione per cui mi trovo qui a metterti davanti per l'ennesima volta al tuo male è che le conseguenze ricadono su di me.

I cani non esistono in natura, sono prodotti tecnologici, cioè fabbricati ad arte, che esistono solo per due ragioni.

In origine erano degli strumenti di lavoro, si adoperavano nella caccia, nella pastorizia, eccetera. Erano pochi, perché solo chi ne aveva davvero bisogno si accollava un cane.

Poi sono diventati dei giocattoli. Mentre quelli originari erano selezionati per le abilità necessarie al loro impiego, i cani-giocattolo erano selezionati per avere caratteri infantili, quindi buffi, divertenti. A costo di creare dei mostri, cani-nani, cani deformi, cani senza pelo, cani con troppo pelo, eccetera.

Oggi siamo al terzo giro, il cane-giocattolo sta diventando progressivamente un succedaneo dei figli, con ulteriore accentuazione della caratteristiche infantili. Non tanto nel cane, perché gli esperimenti di eugenetica ormai li hanno esplorati tutti, quanto nel "proprietario", vedi "babbo" e "mamma".

Veniamo al dunque: se non esistessero persone con problemi mentali, persone che non sanno vivere, che non riconoscono il Bene dal Male, persone cristallizzate nell'infanzia, eccetera, insieme a tutta una serie di comportamenti assurdi non esisterebbero nemmeno i cani-giocattolo e non staremo qui a leggere di cani-orfani e di "pie donne" che mettono in piedi una organizzazione che SPRECA risorse per portare gli orfanelli in giro e affidarli alle cure amorevoli di "babbi" e "mamme".

Una cosa che non solo è un insulto alla gente che muore di fame, con le crocchette e le scatoline di carne di agnello al marsala e gli oggetti da rosicchiare contro il tartaro dei dentini, è una commedia dell'assurdo quando il cretino tatuato e palestrato, che ovviamente non è stanco dopo otto ore in fonderia perché lavora nei "new media", porta il pittbull a cacare sulla porta di casa mia.

Siccome io non sono ancora completamente stravolto dal lavaggio del cervello, se un bimbo caca sulla porta di casa mia, non mi adombro. Cosi come non mi adombro più di tanto se il bimbo rompe un vetro della finestra col pallone.

Esiste questa campagna strisciante per convincere la gente che i bambini sono un fastidio, l'ennesima moda che gente inconsapevole assume dalla anglosfera. Quindi non ci sono più i cortili vocianti e il rumore del pallone contro il muro. Quello oggi porta in tribunale.

Invece, mezzo chilo di merda sulla porta di casa, prodotto dal "cane-giocattolo-figlio", è un simpatico vezzo. La gente che va al parco come se andasse in guerra perché il "cane-figlio" rischia di essere aggredito o di aggredire, altro simpatico vezzo. Sarai mica "contro gli animali"???

Nel condominio sono vietati i bambini ma la gente è contenta di vivere in mezzo alla merda e al piscio e i più coscienziosi si chinano un paio di volte al giorno a raccogliere la merda fumante con le mani. Una cosa che vorrei vedere se gli fosse imposta dal "datore di lavoro", cosa succederebbe.

Sara, l'unica ragione per cui io non penso bisogni sterminare i cani è che se anche si potesse fare, un secondo dopo i dementi che godono a raccogliere la merda fumante li ricomprerebbero. La malattia non è il cane, quello è il sintomo.

Siamo davanti all'ennesimo caso per cui se non sei la soluzione sei il problema.

Gus O. ha detto...

Ogni settimana invito a pranzo un barbone che dorme alla Stazione ferroviaria.
A differenza di un cane non mi lecca ogni parte scoperta del mio corpo.

Marco Poli ha detto...

@ Sara : il loro vivere male può anche essere conseguenza di priorità comprensibili.

===

fracatz ha detto...

pensi che IO, come presidente del partito degli under 70.000, potrei far domanda per andarci ?

Anonimo ha detto...

Aggiungo:
Nel recente passato dalle mie parti la gente campava di noci, castagne, galline e conigli. Tanto che galline e conigli erano censiti e lo Stato li pretendeva in pagamento delle imposte.

Avanti veloce, una mia amica americana viene in Italia in visita. Andiamo al ristorante che nel mio caso non sarà stellato e nel menu c'è del coniglio. Quando traduco "coniglio" con "rabbit" la mia amica è incredula. Ma davvero mangiamo il coniglio? Rimango un po' perplesso e indagando scopro che negli USA, almeno tra la gente che non vive nei boschi, il coniglio è considerato un "pet", quindi come da noi il cane o il gatto.

Ora, è risaputo che il cane è allevato anche come animale da carne in Asia. Quello che la gente non sa o non ci pensa è che in Italia era prassi non solo mangiare i piccioni che erano tenuti per quello nelle città murate ma anche i gatti, che erano probabilmente più comuni dei cani in quei contesti, tanto che pare fosse emanata una circolare ministeriale (28-2-1943) che vietava di uccidere i gatti per uso alimentare, perché non si voleva sterminarli e favorire il proliferare dei topi. In aggiunta della carne, pare che allora le pellicce dei gatti avessero un valore commerciale di 60 lire l'una.

Qual è il punto? Che tutta questa faccenda del "pet" che prima è giocattolo per benestanti e poi diventa succedaneo del figlio, è un evidente prodotto della decadenza di una società che non concepisce più l'idea della necessità ma solo del godimento e attraverso queste lenti guarda il mondo.

Il Berlusconi con il proverbiale "Dudù" non ha alcuna preoccupazione al mondo se non il passare del tempo. Non ha nemmeno nessuna incombenza al mondo a parte guardare il tempo che passa. Quindi non vede nessuna cosa nell'universo, compreso "Dudù", come qualcosa che si regge sull'equilibrio precario del dare e avere, della vita e della morte. Lo vede solo come un qualcosa che gli da "piacere".

Vediamo il caso del coniglio. Mentre meno di cent'anni fa il coniglio era questione di vita e di morte, adesso è un dipiù, perché volendo puoi mangiare fagioli cileni come parte della tua dieta vegana. Allora, perché fabbricare conigli? Perché sono tanto carini.

Domanda, è più laido ammazzare conigli per mangiarli oppure fabbricarli come giocattoli?

A me pare evidente che sia la seconda, che sia più laido sostenere che i conigli siano "quasi-persone" e poi fabbricarli come giocattoli che vederli come risorsa alimentare, perché la risorsa alimentare risponde ad una necessità e, quando viene meno la necessità, viene meno anche la risorsa, tanto che mi dicono molti allevamenti di conigli da carne hanno chiuso perché sta progressivamente diminuendo la richiesta al consumo.

In altre parole, i saggio che ritiene il "pet" o gli animali in genere essere "quasi-persone" non li tiene in casa, non alimenta l'industria del "godere" di cui questi animali sono causa e conseguenza. Li lascia rispettosamente nella loro nicchia ecologica e, se gli piace, li va ad osservare in quel contesto.

Poi c'è la considerazione accessoria che in natura il coniglio è una specie infestante, non solo nel caso proverbiale dell'Australia ma anche da noi, per esempio deve essere periodicamente rimosso dalle aree degli aeroporti. Cosi come il cane, nella sua forma naturale, è un predatore che occupa la stessa nicchia ecologica dell'Uomo, quindi a sua volta deve essere attivamente contenuto.

Ernest ha detto...

complimenti davvero!!!

Mirtillo14 ha detto...

Io , infatti , ho visto la puntata di ieri sera de "I soliti ignoti", è un programma che guardo tutte le sere perchè mi piace provare ad indovinare.
Io non ho mai avuto cani, solo gatti, ho un amore sfrenato per i gatti ma non ne posso più tenere perchè abito troppo vicino ad una strada un pò trafficata e i gatti , in cortile, non ci stanno più di tanto , loro vogliono esplorare e , poi, si cacciano nei guai.
Io credo che chi va a prendere un cane in canile fa solo del bene . Il cane è un amico fedele, ti sta sempre accanto, inutile comprarne uno di razza, meglio dare una casa e un pò di affetto ai tanti che vivono nei canili, loro sapranno ricambiare. Saluti.

Costantino ha detto...

Una grande persona, con la G maiuscola.

LaLaura ha detto...

Fra le altre cose è anche bella

UnUomo.InCammino ha detto...

L'esplosione della popolazione di animali domestici è una catastrofe anche dal punto di vista ecologico.