25 gennaio 2021

12 anni

Sono passati 12 anni da quando la mia collega Catia ha preso ferie per sempre: era il 25 gennaio del 2009. 
Catia aveva compiuto 41 anni da poco più di un mese, una morte improvvisa l'ha strappata alla sua mamma, alla sua famiglia, al nostro affetto di amiche - colleghe. 
Negli anni dei particolari legati a lei, si sono rivelati dettagli importanti nella mia vita, tracce che solo io sono in grado individuare , come se il nostro legame fosse continuato, ma su un piano diverso, non più diretto.
Perdere un collega è come perdere una persona di famiglia: noi stavamo insieme tantissimo, ore ed ore, lunghi pomeriggi, giorni di festa, una stagione dopo l'altra. 
Catia oggi avrebbe 53 anni e sarebbe ancora una donna giovane bella, con i suoi capelli biondi, il suo sorriso e sempre una nuova idea per la testa!


6 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Quando perdi un'amica, anche collega, quindi legata tantissimo, resta un vuoto. Da riempire di memoria, e di vita responsabile.

Joanna ha detto...

Mi dispiace molto, la perdita di una persona casa è sempre uno strazio.
Io ho perso un figlio, anni fa, comprendo il tuo dolore e quello dei familiari della tua amica.
È un dolore sordo, che non passa mai del tutto.
Buona giornata e un grande abbraccio.

Sara ha detto...

Grazie a entrambi! I posti di lavoro spesso sono luoghi di tensione, ma ci sono anche realtà che sono simili a una grande famiglia.

Francesco ha detto...

è bello che tu la ricordi sempre

Anonimo ha detto...

Le famiglie non sono mai stati luoghi fisici e metafisici di letizia. Leggevo tempo fa della Cicilia Gallerani, amante sedicenne del Duca di Milano, ritratta da Leonardo ne "dama con ermellino". Pare che l'avessero collocata presso il Duca i sette fratelli che per alcune vicessitudini si trovavano in ristrettezze economiche e che dovevano rientrare in possesso di terreni che gli erano stati confiscati. All'epoca per le donne di "buona famiglia" c'erano due alternative, il matrimonio combinato, previo contratto tra i due clan che spesso veniva sottoscritto quando la dama era ancora bambina, oppure il monastero. Il Duca la dovette allontanare quando nacque un figlio bastardo, dato che nel frattempo aveva preso moglie ma non era un cattivo soggetto e le fece dono di svariati terreni e palazzi.

Poi si dice "fratelli coltelli", dato che dai tempi di Caino e Abele ci si scanna per una vigna. Vogliamo ricordare la faccenda di Edipo, di Menelao o del Moro di Venezia?

Invece, secondo me se la famiglia è lo sfondo delle tragedie, il lavoro è lo sfondo delle bassezze umane, della mediocrità. Un giorno mi dirai che cosa intendi per "tensione". Per me per esempio significa un bilancio con un meno davanti ad una cifra con sei zeri.

Ernest ha detto...

purtroppo capisco cosa provi… sono sempre con noi