20 aprile 2024

Sanità pubblica/sanità privata

Dovevo fare un'ecografia per una cosa che mi si è riproposta a distanza di un anno e mezzo. Una scocciatura più che un problema di salute. 
Un medico disse "togli!", un altro "non togliere!", medici dello stesso ospedale. Ho fatto togliere. 
Ora siamo daccapo e allora prenoto di nuovo la visita dal chirurgo, ma per l'ecografia le liste sono chiuse. Usl Toscana Nord Ovest.
Ora non è che io posso andare dal chirurgo con le mani in mano e allora mi sono rivolta a un centro privato, dove avevo fatto la stessa ecografia ormai due anni fa.
L'ecografia era in programma ieri. Sono arrivata con un leggero anticipo rispetto all'orario dell'appuntamento, 16.20 e ho avuto la possibilità di fare l'esame solo alle 17!
Cioè vai a pagare 80 euro e ti fanno pure aspettare 40 minuti!
Io ero molto sofferente durante l'attesa, ero stanca, ma soprattutto mi faceva rabbia l'idea che è pacifico dover aspettare anche se hai un appuntamento. La famigerata efficienza del privato non è una regola a quanto pare, del resto queste attività non hanno concorrenza.
Non ero l'unica a spazientirmi: una coppia si è lamentata del ritardo con un'operatrice e questa ha suggerito loro di andare a fare la spesa all'Esselunga, che è lì accanto. 
Se me l'avesse detto a me, diventavo matta!


12 commenti:

Filippo ha detto...

Insanità pubblica. E siamo ancora uno dei paesi dove funziona meglio.

antonypoe ha detto...

occorre aver molta pazienza.
una volta era più facile.
ciao

UnUomo.InCammino ha detto...

Lunedì scorso ebbi una lunga attesa dal mio egregio medico dentista (privato): complicazioni col paziente che mi precedeva, peraltro giunto in ritardo.
Fui...molto paziente.
UUiC

Anonimo ha detto...

Tutta la questione dipende dal fatto che la tua percezione delle cose non corrisponde alla "realtà". La Sanità pubblica collassa perché non siamo più capaci di sostenerne i costi e mentre di altri "servizi" possiamo fare a meno, delle cure mediche no, quindi il problema si manifesta in maniera drammatica. La Sanità privata viene investita dalle ricadute del collasso della Sanità pubblica, perché, se è vero che guadagnano ad ogni ecografia, si devono comunque dotare degli edifici, delle apparecchiature e del personale per soddisfare tutte le domande. Si raggiungerà un equilibrio tra domanda e offerta ma non credo ti piacerà perché inevitabilmente sarà "classista", cioè c'è una soglia di ingresso e chi non la raggiunge sarà escluso. Il "privato" insegue clienti solo per aumentare al massimo il proprio margine di guadagno, non per filantropia.

Se fossimo un Popolo con una Morale capiremmo che si tratta di darsi delle priorità, tanto nella sfera individuale che in quella collettiva. Siccome non abbiamo Morale, le cose andranno avanti per conto loro.

fracatz ha detto...

il privato usa l'overbookink, non può rischiare che se qualcuna non viene all'appuntamento i suoi dipendenti si grattino i coglioni come avviene nella sanità pubblica destinata a finire.
Se poi tutte arrivano agli appuntamenti al limite il privato paga lo straordinario e morirono tutti felici e contenti.
Amen

Franco Battaglia ha detto...

Ecco uno dei vantaggi di Roma, o comunque una grossa metropoli: usufruiamo di cure e disponibilità negate spesso a chi abita lontano o anche in altre regioni. Circostanze ingiuste.

semola ha detto...

... io mi incaz... inviperisco più per la prima parte ... "togli", "non togliere"..."poi decida Lei"...
... ma come, son venuto per un parere, pagando e poi ognuno fa una diagnosi diversa e devo decidere io?... e il più delle volte uscendo diciamo... "Grazie dottore!...

Mark Renthon ha detto...

Sull'argomento non dico che potrei scrivere un libro ma un romanzo breve sì. Da settembre a oggi ho speso più di mille euro tra visite strumentali e specialistiche, senza contare i farmaci non mutuabili e tutto il resto. Al di là dell'incazzatura quando tocca constatare che ci avviamo verso la sanità privata (ma senza che ci lascino i soldi in tasca per pagarla come succede in altri paesi), la cosa che più mi ha lasciato l'amaro in bocca è stata l'arroganza e la supponenza di certi medici, e non parlo di macellai ma professoroni di un certo lignaggio con un CV lungo un chilometro ma zero empatia. Ho dovuto girarne tre prima di trovarne uno che ha un po' a cuore la salute del paziente. E intanto i soldi sono andati...

Anonimo ha detto...

@Semola:
la Medicina infatti non è "scienza", a dispetto della vulgata ma una disciplina empirica, cioè basata sull'elenco dei casi noti.

In altre parole, c'è la malattia X, ti propongono la cura Y, la malattia X comporta una certa percentuale di decessi, una altra percentuale di invalidi e infine una certa percentuale di sopravvissuti senza danni apparenti. La cura Y comporta a sua volta una certa percentuale di decessi, una percentuale di invalidi e una percentuale di sopravvissuti. Alla fine si tratta di fare il conto e valutare, incrociando i dati statistici, se si corre più rischio tenendosi la malattia o affrontando la cura.

Per capirci, perché essere "scienza" la Medicina dovrebbe descrivere la malattia X, proporre una teoria su come si cura e verificare la teoria con un esperimento RIPRODUCIBILE, cioè tutte le volte che lo ripeti ottieni lo stesso risultato (che conferma la teoria). Siccome ogni singolo caso è diverso per milioni di ragioni, l'esperimento non è riproducibile, quindi l'unico modo per verificare la teoria è come sopra, vedere se CONVIENE applicare una cura, sapendo che comunque in un tot di casi andrà male o malissimo.

Questo spiega la follia dei NoVax che citano i casi tipo "Maria fece il vaccino e adesso è su una sedia a rotelle". Basta leggere il bugiardino dell'aspirina per capire come funziona.

Ah, poi tante altre discipline non sono "scienza", per lo stesso motivo. Per esempio la Economia, che teorizza ma non può verificare la teoria, in questo caso nemmeno con la casistica, dato che panta rei, tutto scorre.

Pier ha detto...

prendendo il discorso molto molto in generale; osso dire che le persone si fanno sempre di più i fattacci loro, ovunque, e poi chissenefrega se per i loro comodi, altri sono costretti ad aspettare o subire ritardi.
Questo vale per la tipa in coda al supermercato che invece di sbrigarsi crea una coda perché 'deve' chattare su whatsapp con le amichette, o quello che guida da lumaca perché sta telefonando...

Costantino ha detto...

La prima cosa da fare, secondo me, è togliere ( se c'è ancora ) il numero chiuso per l'accesso alla facoltà di medicina, permettendo a tutti coloro che la vogliono frequentare di poterlo fare, e aumentando quindi, nel tempo , il numero dei medici disponibili per il servizio pubblico a tempo pieno.

Anonimo ha detto...

Purtroppo devo frequentare un ospedale in questi giorni e vi assicuro che tutto il personale infermieristico non è italiano. Sono eterogenei ma ad occhio direi che in maggioranza sono sudamericani.

Riguardo i medici e il "numero chiuso", va bene però c'è una conseguenza, tutti i laureati si aspettano di guadagnare tanti soldi. Nessuno vuole fare "servizio pubblico" per filantropia.

Il problema a questo punto ritorna al fatto che non abbiamo soldi per qualsiasi cosa, anche perché essendo un Popolo di guitti e cialtroni, non abbiamo idea del concetto di "priorità" e non ce l'abbiamo perché non distinguiamo il "bene" dal "male" e il "giusto" dallo "sbagliato", infatti ci indebitiamo per appiccicare il polistirolo a case che andrebbero demolite o anche per fare finta di appiccicarlo.

Ve lo dico in altre parole: lo Stato spende tutti i soldi raccolti con l'imposizione fiscale e poi spende quelli che chiede in prestito TUTTO IN STIPENDI E PENSIONI.

In questi giorni si ciancia di "guerra" e di "armi", nessuno va a vedere quanto costano gli stipendi delle Forze Armate, vi assicuro che sono tra il 70 e lo 80% della spesa. Per cui comprare navi, aerei, sottomarini, eccetera, si fa con il 30 o 20%.

Poi certo, ogni commessa pubblica, ogni appalto, ogni incarico, si gestisce con il meccanismo degli "amici degli amici", quindi in ospedale ti danno una arancia che non sarebbe nemmeno vendibile e lo Stato la paga come se fosse un chilo di prima qualità.