La mia piccola comunità la incontro ogni mattina. E si che ogni tanto mi piacerebbe prendere il caffè in qualche bar più vip, dove i signori hanno la giacca blu e il capello curato e le signore ti rimandano zaffate di profumi puttaneschi.
E invece mi ritrovo nella mia piccola comunità, dell'arci nella prima periferia, dove arrivano a far colazione operai dalla pelle scura, che gli leggi la fatica nel viso e nel fisico asciutto, giovani mamme con prole al seguito, che hanno perso la taglia ma si ostinano ad infilarsi nei vestiti di "prima", la bellona triste che ha un' età imprecisata, i pensionati con i giubbotti sportware e il bichierotto di vino di primo mattino.
E la barista che ogni volta, imperterrita, mi chiama "Sandra!"
8 commenti:
Se per comunità intendi un mucchio di sassi buttati sulla riva dalle onde allora va bene.
Credo che in fondo ti piaccia la tua piccola comunità che sa di vita autentica, di mattine difficili e di nomi sbagliati. In poche righe hai descritto un microcosmo a toni caldi.
massimolegnani
( orearovescio.wp)
che impunita, ma armeno te chiamasse Sandrina
Io, abitudinario della colazione al bar, all'ora in cui vado ritrovo sempre la stessa umanità: i quattro pensionati che aspettano l'arrivo dei giornali per leggere a sbafo, i due operai di colore che prendono caffè e cornetto, la signora col suo cane al guinzaglio. Ormai mi ci sono affezionato.
sarebbe bello ritrovare un po' di senso di Comunità
... non mi pare ci sia molto dialogo tra i membri della Comunità cara Sandra...
situazioni da routine - come il barista che vedendoti entrare di guarda e dice: il solito?
Anche la mia piccola comunità del mattino è simile alla tua. Quella che preferisco. Bacio
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