01 dicembre 2010

Temistocle VI

Sei sparita! sei scomparsa la notte del mio trionfo. Sono tornato. C'erano tutti ad attendermi, solo tu non c'eri.
C'erano tutti, ma io volevo solo te. E le nostre instancabili notti d'amore.
No, non ti ho cercato. Non ti ho cercato perchè non si deve cercare chi decide di allontanarsi, sparire, come sei sparita tu.
Ti ho rivista in un'immagine, una copia di te, in un ritratto esposto all'agorà, avevi la bocca colorata di rosso, come una conchiglia, e intorno un corteo di eroti armati con il tridente, mentre prendevi un bagno, come Venere, nelle acque cristalline di una nostra lontana colonia.
La nostra patria è stanca e avara e il governo vuol convincere i cittadini dell' opportunità che riservano le terre nuove e tu ti sei prestata, con la tua bella persona,a favorire questo progetto . Ti sei prestata si, perché sei generosa. Perché ci sei sempre quando c'è da aiutare gli ultimi. Soprattutto quando c'è da mettere in mostra quanto tu sia bella.
Ma ti capisco, lo sai, perchè io sono Temistocle, il migliore e lo devo sempre dimostrare in ogni circostanza.
Faceva freddo stasera, pioggia mista a neve mi cadeva addosso, mentre camminando verso casa mi stringevo nel mio mantello. Qualche fiocco di neve restava imprigionato, per la breve magia di un attimo, fra i petali di qualche rosa coraggiosa che ancora osa portare i suoi i suoi fiori oltre il limite dell'inverno crudele.
Erano tutte in fiore nel giorno del nostro primo appuntamento, là sulla marina. Una distesa di piccole rose rosa.
Ed eri così bella quel giorno che non sapevo chi tra te e le rose vincesse la battaglia di Venere. Ma le conoscevi una ad una. Non avevo ai visto nessuno chiamare per nome le rose.
Un sorriso di chi la sa lunga mi dicesti orgogliosa: "E'un mio liberto che si prende cura delle rose".
Chi passava sulla marina, ci guardava e non sapevo se guardavano te, che sei così bella o se guardavano me, che sono Temistocle e sono il migliore.
Troppa gente ci guardava.
Mi hai detto "vieni!" prendendomi per mano e mi hai accompagnato in un folto di piccoli arbusti, dove alcune pietre disposte come una panchina garantivano un luogo discreto per gli innamorati.
Ci siamo seduti e io ti volevo baciare, ma tu, ridendo, hai voltato la testa dall'altro lato. Ma io sono Temistocle, io non do ordini, io comando. Te l'ho detto con fermezza "vieni qua!". Ti ho colto in un attimo d'imbarazzo: hai abbassato gli occhi.
Poi mi hai preso la mano destra. L'hai guardata. L'hai accarezzata tenendola tra le tue stesse mani. Hai premuto con i polpastrelli sulle nocche e hai sospirato "pensiero razionale! Temistocle tu sei tutta testa!".
Hai accostato la mia mano alle tue labbra e hai sfiorato una ad una la punta delle mie dita con piccoli baci.

Temistocle V
Temistocle IV
Temistocle III
Temistocle II
Temistocle I

9 commenti:

nonno enio ha detto...

preferisco le notti insaziabili d'amore a i bacini sulle nocche delle dita, meno poetico ma molto più funzionale!

Sara ha detto...

biricchino!

chechimadrid ha detto...

che emozione!

enzo ha detto...

Bello, romanticissimo e struggente. Sembra di sentire aleggiare una tragedia che prima o poi arriverà a distruggere il loro amore e la loro bellezza.

Grazie, questa tua semplicità ingentilisce il tutto.

Unknown ha detto...

Il ritorno di Temistocle non delude le aspettative... Poesia allo stato puro!

Sara ha detto...

@chechi che cara che sei!
@Paolo, beh, forse la tragedia c'è già stata, ma anche molta passione. Grazie a te, mi imbarazzi!
@Ale...ti pensavo. Si, ti pensavo...

Alberto ha detto...

Dura la vita col migliore. E allora te ne sei andata. Passione finita?

Ernest ha detto...

si quoto Ale!

Sara ha detto...

@Alberto ma sai che non ci avevo pensato!
@Ernest! grazie caro!