15 agosto 2008
Mio nonno Nandino della Battilana
In linea di massima non ho mai avuto un rapporto affettivo dignitoso con i miei nonni, nondimeno ho avuto la fortuna di conoscerli e viverci accanto per diversi anni. Potrei anche assumermi tutte le responsabilità del caso, ma è un onere che non sono ancora in grado di sopportare e non so se accadrà mai e comunque non mi sembra nemmeno proficuo essere tanto generosa,dato che la vita è breve.
Mio nonno Nandino , patriarca paternalista dei Menconi di Battilana è mancato quasi due anni fa, confortato dall'affetto delle nipoti predilette, mentre io me ne stavo in disparte quasi un po'come una venuta in visita e non una di famiglia e poi sono andata direttamente a sdraiarmi sulla ottomana in soggiorno. Ci sarebbe da scrivere un libro sull'ottomana di mio nonno, ma per il momento mi limito a dire che ci andai e semplicemente svenni lì.
A suo modo forse mi avrà voluto bene, ma non ci siamo mai capiti. Io ero un ramo lontano del suo albero, i miei frutti non gli sono mai interessati . Nemmeno la laurea.
Pure quel lavoro modesto, ma tutto sommato dignitoso e gratificante che ho avuto la fortuna di ottenere speravo fosse fonte di una qualche soddisfazione, per chi comunque ha reso possibile che io ci sia, per chi è stato veicolo di trasmissione della vita che io vivo, ma per l'ennesima volta non fu così.
Comunista iracondo e bestemmiatore mio nonno, che prese da anziano la V elementare, scriveva cose divertenti e commoventissime: sei mesi dopo la sua morte fu fatta in paese una lettura di alcune sue poesie. Lo seppi per caso: nessuno pensò di chiamare la sottoscritta a leggerle, nonostante avessi in attivo, pur nel teatro amatoriale, un certo numero di letture poetiche da solista.
Mi chiamavano e mi chiamano ancora ogni tanto a leggere poesie altrui, ma per quelle di mio nonno non fui presa in considerazione, ma del resto, chi ha organizzato la cosa, si sarà attenuto a rispecchiare quelli che erano i nostri rapporti in vita.
Dei suoi beni materiali non mi è arrivato niente, secondo a sua volontà, perchè credo che non si fosse minimamente posto il problema della sottoscritta.
Se le determinazioni genetiche hanno un qualche influsso nell'animo, da lui ho preso una passione smisurata per la "mia" terra, cioè il campo, l'uliveto, la vigna dietro casa e una vena egualitaria a detrimento dell'ordine costituito, mentre con modi garbati cerco di occultare la scomoda appartenenza alla razza "dei matti" di Battilana.
Qualche mese fa mia mamma mi ha portato un libro che ha trovato tra le infinite cianfrusaglie che mio nonno accumulava:
non so perchè quel libro sia passato inosservato nella cernita dei beni terreni del mio progenitore.
Non so nemmeno come mai mio nonno, che nella vita, campagna d'Africa a parte, nei suoi spostamenti non andava oltre Bonascola o San Lazzaro, si ritrovò quel libro, in inglese poi, tra le mani.
Quel libro che ha disegni in bianco e nero e una copertina in cui è profilata stilizzata una rosa ed inciso in caratteri color oro "THE AMERICAN ROSE ANNUAL 1942" dell' AMERICAN ROSE SOCIETY.
Quel libro che, guarda caso, è finito proprio a me.
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