28 novembre 2009

libero mercato

Io capisco. Capisco tutto.
Capisco che siete stanche e che manca poco più di un'ora al termine di una settimana di lavoro.
Capisco, perché sovente la mia settimana spesso non si conclude il sabato, ma comprende volentieri anche la domenica.
Capisco. Ed è per questo che quando vengo nel vostro negozio e ho con me la mia cagnolina, non entro e mi faccio servire restando fuori.
Se voglio un cespo di lattuga, lattuga sia! non sono una di quelle che pretendono di definirne con esattezza il peso, il numero di foglie, l'origine, il codice fiscale di suddetta lattuga.
A me va bene quello che mi date.
Anche adesso che vi vedo cogliermi con un'occhiata di sbieco, mentre arrivo in bici innanzi al vostro negozio. Vestita e truccata di tutto punto. No, non vado a ballare, vado a lavorare tra poco.
Perché lavoro anch'io con il pubblico e mi da fastidio quella falsa cortesia, quel ripetere ogni mia richiesta : un cespo di lattuga. "Un cespo di lattuga?"
"Poi vorrei un po'di radicchio" e guardo verso la cassettina dov'è contenuto.
"Rosso?" "si" le rispondo: non vedo altro radicchio innanzi. Esiste per caso del radicchio blu?
"Poi mi servono due limoni". E quella ripete "due limoni" come dire "solo due limoni".
Già non mi devo fare una limonata.
Ci devo condire l'insalata.
Capisco, sono pochi "solo"due limoni e per questo mi sento il dovere di giustificare quella mia micragnosa richiesta.
"Di solito li prendo dall'albero, ma adesso è troppo buio per riconoscere quelli maturi".
Annuisce senza guardarmi. Io invece mi sento attratta da un cilindro contenente delle castagne secche , ma ci rinuncio.
Pago con 10 euro, perché non ho spiccioli, tuttavia li cerco.
"Fa niente". E'mi rifila una banconota da 5 che ha visto stagioni migliori. Ma ne ha viste proprio molte.
Capisco. Ed è per questo che la prossima volta mi cercherò un'altra verduraia.

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