Il Festival della canzone italiana è una gran bella cosa. Che premi la canzone migliore, l'interprete più bravo, invece sembra una faccenda del tutto aleatoria.
Personalmente nutro dubbi circa il sistema del televoto, che è più consono ad un certo pubblico televisivo, ma anche perché non mi sembra del tutto improbabile che una casa discografica o un agente possano garantirsi la vittoria del loro candidato, a fronte di un investimento di qualche migliaia di euro con cui pagare sms e telefonate. Anche all'epoca in cui si votava con il totip, c'era il legittimo sospetto che la votazione potesse essere alterata, rispetto al presunto sistema di democraticità popolare.
E quindi mi fa ridere il richiamo che dalla Clerici, alla Marcuzzi e viva via fino a Miss Italia , invoca il "popolo sovrano" per stabilire il vincitore. Ma al di là dei miei dubbi circa la validità del sistema, siamo proprio sicuri che ciò che il decreto popolare equivalga a Giustizia?
Non so perché ma mi viene in mente il primo sondaggio della storia: volete Gesù o Barabba?
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4 commenti:
Io ho tentato di televotare cristicchi. Mi ha dato numero inesistente.
Mia madre voleva televotare Povia (ognuno ha i suoi gusti). 400 km a sud di Torino ha avuto la stessa risposta.
Non ti pare curioso tutto ciò?
Ciao Alessandra!!uhm...puzza di bruciato questa cosa del televoto!!
Vero hai ragione ma non tanto per il puzzo di bruciato, per far vincere il preferito non è necessario fare giri loschi è sufficiente mettere tutto in mano a un sistema di voto dove sono più solerti a votare coloro che hanno più dimistichezza con il mezzo per votare. Mi sembra di vedere stuoli di ragazzine dodicenni innamorate del mito capellone ricostruito post Amici e il Grande Scemo.
La tivù è fatta per i pensionati, salvo nei tre giorni di San Remo che in questi tre giorni se la sono fatta propria i ragazzini.
Non è un caso che in finale sia finiti tre ragazzi e nessuna donna.
Il sistema della musica è un sistema multinazionale, l'artista e la creatività non c'entrano più niente. Multinazionali che fanno tutt'uno con la grande distribuzione: questa mattina le librerie Feltrinelli avevano in vetrina tutto il merchandising di Valerio Scanu. Gli editori non sono più industria culturale ma industria dell'ententairnment.
Poveri noi non ci ossiamo nemmeno più divertire a criticare le mise di Sanremo, è tutto così antipatico e indigesto come la sogliola con cui si è fatta l'abito la Clerici.
@si, Trem, un festival per ragazzine 12enni. Mi scoccia tremendamente perché la tradizione delle canzoni italiane,che piacciono in tutto il mondo, che a noi garbi o meno, va a farsi benedire.
Non sono solo canzonette....
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