Gentile?

Domenica mattina. Turno di lavoro. In un ministero in carenza cronica d'organico, che vuol dire che quelli che restano compensano. Almeno quelli che non hanno smesso di sperare l'insperabile. Perché che ci crediate o meno, nell'ambito del famigerato Pubblico Impiego (perchè ho scritto maiuscolo?) si lavora anche con il sorriso sulle labbra, proprio per il piacere di lavorare (che non è una deviazione sessuale, come si vorrebbe dar da intendere in questi tempi corrotti).

Ho già fatto tanto stamani, ma quando arrivano gli ennesimi utenti/clienti, non esito, ma riparto da capo e me li trascino dietro per la piana: fiorentini, uno stock di funzionari, signore bionde con le meches, tutte vestite di banco e d'oro. Poi al gruppo si aggiungono altri 5.

E io sorrido educatamente a tutti , distribuendo democraticamente i miei sguardi tra i miei interlocutori quando parlo, cioè non privilegiando solo quello più importante o con l'aria più intelligente.

Li vedo che sono contenti, anche se non capiscono bene la fortuna di imbattersi nella sottoscritta: cioè ma mica penseranno che la mediazione dei misteri di Iside e l'excursus sui presocratici glieli fornisca istituzionalmente il Ministero?

Ringraziamenti e saluti, strette di mano. Si accodano al registro degli utenti, ci stanno un po', mentre tra colleghe ci guardiamo compiaciute in attesa di chissà quale sperticato ringraziamento.

E quindi leggiamo: personale gentile.

Ma vaffaunbagno!!!