18 marzo 2012

L'educazione delle fanciulle

Ci troviamo innanzi l'una di fronte all'altra, io sono quella che ha la condizione per così dire, privilegiata.
E dunque questo confronto con lei e accipicchia mi sono dimenticata di portarle le uova per il bambino e complice un abbassamento di voce, una volta tanto, sto zitta e ascolto quella vita più difficile della mia. Almeno adesso che sta affrontando un quotidiano di assistenti sociali e associazioni di beneficenza.
Non mi sembra capace di destreggiarsi, però. Le dico di far domanda in un posto, so che lì cercano. "E come faccio?" mi domanda. "E vai lì e glielo chiedi!"ribatto io. "Ma non ho confidenza..." "Ma non c'è niente di male se chiedi come fare a fare domanda d'assunzione!".
E così mi dice che è rimasta fregata perché non ha preso il diploma di ragioneria, pur avendo studiato 5 anni, ma poi non ha fatto la maturità. E le sue erano scuole private: "Ho fatto le scuole private, i miei potevano permetterselo", anche perché c'era da far conciliare il percorso di studi con i ritmi della sua attività sportiva. " Facevo ginnastica artistica, mi dovevo allenare anche la domenica, non potevo andare a scuola normalmente". Prima ancora aveva fatto danza classica, poi spinta dalla madre, è approdata a questa disciplina che è stata la sua vita per tanti anni. "Per mia madre era importante essere sempre in movimento, essere sempre impegnati in qualcosa. L'impegno in qualcosa serve anche tenere i ragazzi lontani dalla strada".
E io ne convengo con lei. Anzi, è un grande rimpianto della mia infanzia e della mia gioventù, quello di non essere stata coltivata in niente e di esser venuta su come un fiore di poggio. E se fossi andata da mia madre a dire che volevo andare a danza, mi sarei sentita una litania di rimproveri, che già ero fortunata, che lei e mio padre facevano già tanti sacrifici etc.
Nel piccolo mondo dove sono cresciuta io, questa era la regola generale, era il costume dominante. I figli li mandavano a scuola e stop. Tutto sommato fino a che eri piccolo/giovane risultavi anche un po'di peso, anzi come attività alternativa allo studio, se eri una femmina ti toccavano regolarmente e indiscutibilmente i lavori domestici e pure qualche turnazione agricola per tutti.
Però guai se trascuravi lo studio! Era concettualmente inammissibile, pena la gogna al negozio di commestibili sotto casa, in primo luogo restare incinta anzi tempo e quindi non prendersi almeno uno straccio di diploma.
Anzi, proprio nel mio ambito relazionale per così dire di clan(inteso come contesto pluri-famigliare allargato e solidale), proprio perché femmina, per raggiungere un certo status di dignità pari al maschio, dovevi necessariamente studiare il doppio.
E ora che ho davanti questa coetanea dal viso fresco, ma il cui fisico abbondante nulla lascia intuire del passato da campionessa, resto quasi inorridita all'idea che i suoi genitori le abbiano permesso di sacrificare un percorso scolastico per fare sport.
Ma poi nell'esperienza scolastica quotidiana, anche nei brutti voti, nel doversi confrontare con insegnati che proprio non ti possono vedere, nelle strategie per saltare le interrogazioni o nel metodo di studio che uno si elabora, insomma in tutti quegli aspetti forse minori, rispetto ai contenuti che si apprendono, credo che si acquisisca un bagaglio formativo assolutamente imprescindibile.

7 commenti:

Conte di Montenegro ha detto...

Guarda i ragazzi di adesso: non sanno prepararsi un piatto di pasta da soli, si ammazzano di canne e alcool e a scuola fanno pena. Chi mi spiega come fare un aglio olio e peperoncino?

P.S. Oh, finalmente ritorno alla vita del blogger commentatore!

Francesco ha detto...

conte, i ragazzi di oggi verranno fatti a pezzi (giustamente) dai figli degli immigrati cinesi ed egiziani

Anonimo ha detto...

giusto.....il risultato sarà pur importante ma è il processo che è formativo!
luigi

Kylie ha detto...

Forse siamo state più fortunate noi che abbiamo fatto poco sport e siamo state spinte a studiare. Mi dispiace per la tua amica, anche molte delle mie sono in quella situazione.

Bacio e buon lunedì!

Ernest ha detto...

grazie Sara per aver condiviso con noi questa storia... e quante ce ne saranno
:(

Adriano Maini ha detto...

Ho letto, da curioso di costume, ma non sono in grado di dare giudizi.

Melinda Santilli ha detto...

Sara, lascia che ti dica una cosa, noi donne ci faremo anche un c... così per riuscire nella vita, ma in verità noi dovremo sorridere e non lamentarci perchè noi, seppur faticando, siamo sempre superiori ai maschi: abbiamo testa, cuore, grinta, siamo mature e sappiamo fare tutto da sole.
Dì alla tua amica che ce la può fare, ma abbattersi!