19 novembre 2012

"Cuore" e la gatta Piera


Non mi ricordo di preciso quando quando lessi per la prima volta Cuore, ma senza ombra di dubbio lo acquistai in un'edicola di Pisa. La fortuna editoriale di quel settimanale "verde bile" ha coinciso con i miei primi anni di università, quelli in cui comunemente si è più propensi nel vivere a pieno la vita universitaria, come un momento culturale che non resta confinato nel binomio lezioni-esami, ma più in generale si è ricettivi e critici verso una più ampia gamma di istanze a carattere sociale.
Io frequentavo la facoltà di Filosofia e nonostante mi sia tenuta alla larga da collettivi, assemblee e occupazioni, tutte realtà che ho vissuto come una sorta d'impiccio tra me e la "mia" laurea, non disdegnavo a titolo meramente individuale, coltivare la mia coscienza politica. Così leggevo avidamente quel giornaletto satirico che denunciava, attraverso le sue vignette, le esilaranti rime di Stefano Benni, gli editoriali geniali di Michele Serra, tutta una serie (biapartisan) di personaggi politici che ammorbavano il Paese. Altri tempi, comunque. 
Poi c'era il Giudizio Universale sul paginone finale in cui si votavano i 5 motivi per vivere, "la Pace" non spiccava in vetta alla classifica, forse perchè all'epoca l'Italia non partecipava a tutte quelle missioni di pace che si fanno oggi. Anzi penso che "la Pace" fosse di gran lunga superata nella classifica da, testuali parole "quella cosa rosa e pelosa che fa rima con Cossiga".
Tra le tante copertine voglio ricordarne una memorabile che recitava "COCCIOLONE IN MANO AI CROATI:ma allora è un vizio". Mi ci sono fatta pure una foto in piazza a Nicola con quella copertina!
Quelli di Cuore organizzavano tutti gli anni a luglio, badate bene a luglio,una festa nelle campagne di Montecchio, un paese tra le province di Parma e Reggio,avvertendo tuttavia a più riprese i lettori che ivi avrebbero saggiato un caldo spossante , buono solo per "le zanzare grandi come elicotteri" che ci aspettavano fameliche. Di questi due particolari non parlai ai miei amici, ma magnificai solo la giornata "alternativa" che ci attendeva. 
E così partimmo una domenica mattina dal Motel Agip di Sarzana , eravamo in 8 su due Pande e cioè: la Paola e Riccardo (che all'epoca erano fidanzati), una bellezza mora, la Laura, una bellezza bionda, ovvero la Micky, mio fratello Luca, il tipo con cui stavo, tale Ilic (uno a cui i genitori avevano dato il nome di Lenin "poeo fante!"), il Pino ed io.
E così andammo alla festa di Cuore!
I dettagli non li ricordo, ma mi ricordo una giornata bellissima, non voglio dire un po'freak perchè non è il termine esatto, ma mi colpì insieme a quella folla di persone giovani la partecipazione di tanti anziani del posto: roba che se da noi organizzi un raduno un po' rave così col cavolo che li vedi tutti insieme a suonare la chitarra, a cantare o semplicemente a chiacchierare...un'altra cosa che mi è rimasta impressa in quel raduno di umanità variegata, che nessuno passasse a questuare spiccioli o a scroccare sigarette. Ilic si comperò un libro sulla vita di Togliatti. Secondo me deve leggerlo ancora adesso. E io finalmente votai per il Giudizio Universale innanzi ad un gigante rasta dagli occhi azzurri (si, quello me lo ricordo...) e al primo posto dei miei 5 motivi per vivere misi la mia adorata gatta Puzzola. Gli altri 4? Cose contingenti a quel periodo. Tipo passare un mese su un'isola deserta con Piero Pelù. O con il Liga. O forse era una settimana? Rattonammo tutto il giorno tra gli alberi e il prato e la polvere e quando dalla festa muovemmo per andare a cena a Parma, eravamo sporchi, stanchi e stazzonati tanto che i pochi residenti del ducato che ci incrociavano (era domenica e tutti gli altri erano accalcati in autostrada al ritorno dal mare) ci guardavano male. 
Il Pino ci fece fare mezza Parma a piedi, ovviamente, prima di farci approdare in un bar "che conosceva lui" dove consumammo dei tost tristi. Ma la giornata fu bellissima comunque.
A casa al ritorno ebbi una sorpresa, una mia gatta, per la precisione la sorella della Puzzola, una gatta nera a cui non ci siamo mai premurati di dare un nome e alla quale i veterinari a fronte di una pancia enorme, seppero diagnosticare "un brutto male", aveva dato alla luce 6 gattini neri! Di quella cucciolata oggi, a distanza di 15 anni dalla festa di Cuore, resta una micia nera che si chiama Piera, bella, forte, apuana, un po'anarcoide, nota frequentatrice dei gatti più malfamati del circondario, non viene se la chiami, viene quando accidenti vuole lei.Capace di star via giorni interi e poi tornare a casa, rimpinzarsi e piombarsi poi in un sonno efesino. La Piera è nata quel giorno che noi siamo andati alla festa di Cuore e di quella festa, mi piace pensarlo, ha assunto l'indole.

post vecchio di qualche anno, la gatta Piera, nera,  oggi non c'è più ha resistito fino a 19 anni, frequentando gattacci  dagli occhi pesti, incontrati nei rave felini a margine dell'orto dei miei.  
Oggi avrebbe 20 anni, tanto è il tempo trascorso da quella giornata d'estate del 1992.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

il 1992 fu un anno molto bello per me. Cuore lo leggevo meno che agli inizi, diciamo che lo leggevo molto nel 90/91, ovvero quando facevo il servizio civile (lo so che ti stupisco ma all'epoca ero un pochettino impegnato). Mai andato al festival di cuore, perche' le feste dell'unita' emiliane le conoscevo bene e sapevo bene cosa significava sfidare la pianura padana. Dicevo, anno bellissimo perche' coincise con la mia laurea a pieni voti in quell'estate funestata dagli attenti mafiosi che costarono la vita a Falcone e Borsellino, con un'esperienza di lavoro molto bella in campo educativo e con le successive vacanze d'agosto in Croazia, tra le cinque vacanze più' belle della mia vita.

Francesco sloggato di ritorno

Paola ha detto...

Anni lontani, pieni di eventi tristi ...assai difficili...ma la difficoltà ancora ci è compagna, e chissà per quanto tempo ancora.
Ciao sara cari saluti

nucci massimo ha detto...

Straordinariamente coinvolgente
e ben raccontato.
Ho tutti i numeri di cuore, quelli dellaprima ondata, bellissimi quando prendevano in giro la Iotti.

Kylie ha detto...

Dai me lo ricordo anch'io Cuore! A Lettere e Filosofia a Venezia andava via come il pane!

Un bacione

Nik ha detto...

Invidio molto questi tuoi ricordi di vita vissuta!
Purtroppo la mia vita è stata molto più piatta, morto mio padre una settimana prima degli esami di terza media, la mia gioventù è finita in quel momento e sono diventato vecchio all'istante, ho cercato subito lavoro per mantenere la famiglia (e dura ancora adesso dopo 37 anni) buttando all'aria il progetto di studi che avevo imbastito da 14enne secchione e accontentandomi di scuole serali per arrivare almeno ad una maturità tecnica.

Le avventure delle gioventù altrui le leggo sempre con molta partecipazione, quasi a volerne vivere un po' anch'io per osmosi.

Grazie per le tue storie condivise.

francesca ha detto...

Anche il mio e` il figlio della gatta nato 9 anni piu` tardi in un primo maggio speciale....ora ne ha 11.
Ciao francesca

viola ha detto...

Ma quanto mi piacciono i tuoi racconti !! brava Sara, scrivi, scrivi, scrivi:) un bacio

Lara ha detto...

I primi numeri di Cuore sono ancora indimenticabili, per me.
Ha ragione Viola, questi tuoi racconti sono scritti benissimo.
Ciao:)
Lara

enzo ha detto...

Oh, come è bella la nostalgia, che bei tempi mi verrebbe da dire, anzi mi viene! con l'indicativo bello piantato sulla frase.
Altre storie, altra italia...
Ci racconti una storia dall'altro mondo, bella e schietta, come sempre quando scrivi.
Ciao amica, buona giornata

Melinda Santilli ha detto...

Io nel 1992 ero una bambina, avevo appena 8 anni e i miei periodi universitari sono venuti molto dopo e non sono accaduti a Parma però trovo che il post sia molto bello, ha molto di te.
Un abbraccio!

nonno enio ha detto...

bel racconto di un periodo chew oggi non c'è più, perchè forse non ci sono più quegli ideali... magari fricchettoni, ma capaci di tenere insieme tanta gente che la pensava alla stessa maniera... la tua gatta ne è un esempio... indipendenza assoluta senza essere arroganti e capaci di gestire appieno, da soli, la nostra esistenza... oggi i figli non li schiodi più neanche a 40 anni