23 luglio 2014

la poesia serve a ricordare gli amici che non ci sono più

Un anno fa il nostro amico Riccà è partito per il più avventuroso dei suoi viaggi.
Ci ha lasciato il ricordo del suo bel viso, delle sue camicie fresche,  delle battute intelligenti, della sua irresistibile autoironia.
Ci ha lasciato anche la consapevolezza di essere diventati irrimediabilmente adulti e che un muro sottile e fragile ci divide da un abisso spaventoso.
Quella del nostro amico è stata una morte ingiusta, spietata, credo che ancora adesso, a distanza di un anno, solo pochi di noi abbiano potuto metabolizzarla, come si diceva un tempo, farsene una ragione.
Il fatto che non ci sia stato il funerale, ha impedito di dargli un ultimo saluto, d'altro canto questa scelta ci ha evitato lo strazio di sommare il nostro dolore.
Le parole che seguono le ho scritte un anno fa.

Baldo

E'rimasta solo un po'di cenere,
un po'di niente di te, di noi,
come un grido straziante di rabbia,
un rantolo d'accusa verso l'infinito.
di ciò che eri, di ciò che siamo adesso senza di te.
A un videogioco del Penny,
a una gita in gommone con gli amici del bar
a un lavoro svolto con responsabilità e orgoglio
a un viaggio in capo al mondo e ancora più in là
per ritornare  in quella grande casa, dove la strada sale verso  monte,nel sole
e una vendemmia che per parteciparvi dovevi prenotarti in anticipo.
Ai riccioli neri del tuo Amore.
Alla tua bellezza virile e raffinata.
Tanti doni, tante, tantissime  cose belle avute in sorte,
concentrate nella manciata di anni in una vita sola.
Non è vero che gli dei non si rubano chi è caro,
piuttosto  ci strappano via colui che invidiano.

2 commenti:

fracatz ha detto...

bisogna farsi coraggio
siamo quello che siamo
purtroppo non tutti sanno ancora guardarsi dentro e vedere accumuli di muscoli, grassi, sangue, ossa, purtroppo deperibili,
ma questo fa parte del disegno divino

Ernest ha detto...

da leggere in punta di piedi...