Il nome non lo ricordo, ma mi sono soffermata su questo bel cognome evocativo:Lunabianca. Figlio di ignoti, si, su suo fascicolo c'era scritto cosi'. A seguire il suo foglio matricolare. Lunabianca, nato a Napoli e catapultato innanzi al tribunale militare di Venezia, perche' durante la guerra, siamo nel 1916, aveva avuto la sfortuna, l'ennesima temo, d'imbattersi in un sergentino prepotente e bugiardo, uno di quei gregari che provano piacere ad vessare la povera gente.
La parola dell'uno contro quella dell'altro. Lo riconoscono colpevole. Una mano diversa, anni dopo, scarabocchiera' la parola"amnistia".
Come per Mario, un bracciante di Reggio Emilia, anche lui ventenne, che innanzi a quel tribunale riconosce di aver sbagliato, aveva si trafugato le scarpe della sua divisa militare per rivenderle, ma era spinto dalle gravi condizioni di miseria in cui viveva la sua famiglia, privata anche dei proventi del suo lavoro, ora che lui era soldato.
Le loro storie giacciono nei faldoni d'archivio dei tribunali militari, insieme ad altri centinaia, migliaia di giovani uomini, finiti innanzi al tribunale nel corso di quella che chiamiamo Grande Guerra. Credo che conoscere le vicende di quella generazione di giovani, servirebbe un po'a tutti noi, per dare un giusto ordine d'importanza alle cose.
Ma mi si conceda,confrontarsi con le storie di vita dura, ingiustz di questi ragazzi, servirebbe molto alle madri dei "bulli" di Cuneo, che per aver umiliato un loro compagno in gita, poverini, hanno avuto 4 in condotta e forse rischiano di perdere l'anno.
Lunabianca era figlio di ignoti, ma sono sicura che era migliore di tanti cocchi di mamma.
03 aprile 2015
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3 commenti:
dico si. Sono con te.
molto interessante, davvero
ne riscriveremo
Le asprezze della vita che temprano.
Gli agi che corrompono.
Non penso che fossero migliori. Solo avecano avuto la disgrazia e la fortuna di conoscere la Vita nella carne, nelle pance vuote.
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