Spero che il latino sia centrato. Due sere fa ho pronunciato queste parole nello studio di un giovane professionista ed è rimasto un po'a bocca aperta, poi ha camuffato e ha acconsentivo. Sebbene inflazionata credo che quella formula di buon senso generale, ma pure peculiare della disciplina archivistica, gli fosse del tutto ignota, già me lo vedo, lui che s'impegna a fare il professionista rampante a far sfoggio di questa piccola raffinatezza.
E poi dopo il negozio di frutta, sono andata in un negozio di lane e di filati che mi hanno suggerito le mie colleghe, dato che mi è tornata, dopo 20 anni, la voglia di fare le borsette all'uncinetto. Quindi ho comperato il cotone a fettuccia e ho iniziato la sera stessa, anche se la mano dopo tanto tempo, lascia molto a desiderare, tuttavia credo che dopo la/le borsetta/e, confezionerò altre cose all'uncinetto. Le presine. Il centrotavola. Un cappello. Un portacellulare. Un fiocco per capelli. Una collana. Etc. Il bello dell'uncinetto è che se di una cosa ti stufi, la butti giù e ci fai dell'altro. C'è qualcosa di magico nel filo, indefinito, che diventa una cosa determinata.
La vita per me è un viaggio e non avrebbe senso se nel farlo non avessi come scopo quello di diventare una persona migliore. Perchè altrimenti niente avrebbe un senso. Anche alla luce di quanto mi è accaduto intorno, fino alla morte di Lunic@ la cagnolina di mio marito, che è mancata proprio quando stava diventando il mio cane. Che forse è difficile spiegare questo passaggio. S. Agostino diceva che il mondo è "res e signa", che tradotto "cose e segni" tuttavia non rende bene. Credo che saper interpretare i "signa" ci aiuti ai vivere meglio, magari non nel senso materiale, ma anche per godere delle cose materiali ci vuole cuore e prospettiva.
Alle volte non facciamo in tempo a dire delle cose importanti alle persone a cui teniamo, perché la vita le allontana da noi.
Io sono stata fortunata perchè sono riuscita a dire a mio marito che stando accanto a lui "mi aveva fatto volare", nel senso che mi aveva messa nelle condizioni atte a dispiegare la mia personalità. Gliel'ho detto il giorno in cui sono uscita da casa.
Un anno dopo invece feci giusto in tempo a dirgli con un sms che lui mi aveva insegnato molte cose. Sono contenta di questo.
15 commenti:
Io conosco "Quieta non movere et mota quietare" che può essere tradotto in
"non agitare ciò che se ne sta quieto e rabbonisci ciò che è agitato".
Ma al giorno d'oggi un detto latino te lo puoi anche inventare, con quello che insegnano i moderni prof nei licei. Basta ascoltare le interviste ai maturandi i giorni dell'esame di maturità per farsela addosso dalle gran risate.
le carrube??? vabbè dai, robba da prima infanzia in nazioni contadine o reduci da guerre disastrose, certo anche una mou od un cioccolatino mi rendevano più felice, specialmente quando mi accorsi che anche i vermi le amavano, un po' come le ciliege senza trattamenti
Ciao Vincenzo, ho adoperato un congiuntivo con valenza esortativa.
Aggiungo che per il neutro plurale sovente si usa la terza persona singolare.
Con l'uncinetto son riuscita al massimo a fare la "catenella", bon, poi il nulla!
A volte basta poco per essere felici..
Buon Venerdi Sara
Maurizio
anche se ho faticosamente concluso il classico in piazza verdi, ero un somaro anche in latino, quindi mi fido ciecamente di te come di mia moglie che invece era, come te, una brava studentessa
ma veniamo alla parte interessante: non male la metafora dell’uncinetto riguardo lo scegliere e il determinare nella vita e soprattutto apprezzo l’eleganza di saper raffigurare riflessioni profonde partendo da piccoli oggetti, un po’ gozzaniano ed io amo la poesia di Gozzano; certo scrivi benissimo
Niente da obiettare sulla grammatica e sulla sintassi. Confermi comunque che te lo sei inventato tu. Perfetto. Viene accettato.
Ciao, ho trovato casualmente il tuo spazio, lo trovo interessante (ho anche visto molte ottime iniziative legate agli animali e all'attenzione doverosa verso di loro), penso di ripassarci e quindi... piacere di conoscerti :)
Un saluto e buon fine settimana
p.s: stimo molto chi sa lavorare all'uncinetto, mi ricorda di tempi un pochino andati ed è una tradizione che mia madre non ha perso, insomma è una bella cosa secondo me :)
no, l'ho trovata in un libro.
Ormai il latino non lo sanno più nemmeno parecchi preti. E a dire che quello che sapevano era il tardo latino, abbastanza maccheronico.
Le carrube sono dolci (anche se hanno un retrogusto che (a me) ricorda un po' il parmigiano) e confesso che mi piacciono tanto!
Qui si trovano correntemente, alcuni quando sono secche le immergono nell'acqua bollente ad ammorbidirsi.
Da me si chiamavano "carate", ai tempi di mia mamma bambina.
Ti abbraccio Sara!
E' bello che tu abbia detto quelle cose a tuo marito.
Quasi tutti abbiamo cose che dovremmo dire ma non diciamo.
Ho fatto diverse borse a uncinetto! In genere a due colori, tapestry crochet. Ci farai vedere le tue.
Riuscire a interpretare i segnali non è cosa facile Saretta, perché si rischia spesso di essere convinti di aver capito bene, quando invece magari non ci si è riflettuto abbastanza. Però questo non mi sembra quello che è successo a te, soprattutto nell'ultima parte del post che è secondo me molto tenera! :-) Un bacione Nico
PS. Sai dove ho mangiato l'ultima carruba? Circa 20 anni fa alla Riserva Dello Zingaro in Sicilia. Nel percorso a piedi ce n'erano una valanga :-)
Frase latina raffinata ( anche nella versione, più prosaica, "quieta non movere").
Un grande saluto, Costantino.
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