26 novembre 2016

Il piacere di leggere Sciascia

Nei miei mesi di studio ciclopico, ottundente, in cui addirittura sono arrivata ad appassionarmi al Codice dell'amministrazione digitale, avevo una gran voglia di leggere Leonardo Sciascia, uno scrittore che ho conosciuto solo lo scorso anno. Non potevo farlo perchè non avevo tempo! Adesso finalmente sono libera e così ho iniziato a leggere Il giorno della civetta, uno dei suoi romanzi più famosi, che mi ha appassionato fin dalle prime pagine.
Certo che ci sarebbero molte riflessioni sulla Storia della letteratura italiana del  secolo scorso, ovvero mentre lo Stato delineava la sua fisionomia unitaria, da nord a sud del Paese, nessuna regione  è rimasta indietro nel regalarci  splendidi ritratti di individui, caratteri, costumi, tradizioni, paesaggi:da Tommasi di Lampedusa a Emilio de Marchi,  da Grazia Deledda a Sibilla Aleramo, da Ignazio Silone a Natalia Ginzburg. Faccio fatica a pensare, capisco che sia un mio limite, che altre Nazioni durante il cosidetto Secolo Breve, abbiano maturato una letteratura bella come la nostra. 

6 commenti:

Magnoli@ ha detto...

Io ho letto qualcosa della letteratura inglese ed bellissima.
Di italiano leggo più altri letteratura moderna e post moderna.
Sciascia è nella mia collezione, ma ancora non l'ho letta.
Però mi stai facendo venir voglia.
Un abbraccio Sara.

Nuvola ha detto...

Il giorno della civetta è uno dei libri che amo di più.
L'ho letto non so quanti anni fa e, in seguito, riletto più volte.

L'altro che avevo sempre voluto leggere (e l'ho fatto solo un paio di anni fa) era La scomparsa di Majorana. Anche quello molto bello.

Buona lettura,

Marco Poli ha detto...

Ottimo scrittore, Sciascia;
notevole il lavoro di documentazione che sta dietro i suoi romanzi, e la sua abilità – speziata da un evidente compiacimento per la propria ottima cultura – di interpolare dati e fantasia;
ci si lascia prendere per mano volentieri, come da un vecchio zio colto e saggio che ti racconta cose.

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Anonimo ha detto...

evidentemente il Sig. Lorenzo SI conosce molto bene ed ha valutato il popolo italiano in base alla propria cultura ed alle proprie aspirazioni, in tutti i casi se non si trova in accordo con i pensieri di Sara può anche evitare di polemizzare tediosamente su tutto e tutti e non sentiremo la sua mancanza (almeno io) grazie
Angelo

Ernest ha detto...

hai detto bene... splendidi ritratti

Marco Poli ha detto...

I manufatti ''artistici'' – e tra essi i componimenti testuali – hanno la valenza importantissima di ri-collegarci a una gamma di sentimenti più vasta di quella esperita quotidianamente, attraverso i sentimenti ad altri esseri umani ed in senso lato ad una Realtà Estesa oltre il perimetro da noi usualmente frequentato;
si può parlare di arte consolatoria e cioè compensativa, di arte curativa che lenisce il dolore fisico e/o psicologico, di arte impegnata quando il manufatto è – materialmente e/o concettualmente – istanza politica, oppure di consumo vizioso dell'arte quando se ne abusa, e allora diventa decadenza ( come nell'abuso di altre sostanze ) ... e molto altro.

...

{ mi ero promesso di non interloquire né citare più il crociato Lorenzo, ma siccome egli persiste negli stessi luoghi informatici sociali che pure io frequento, non posso esimermi;
allora commento che è triste, questo aspetto di Lorenzo, cioè la sua apatia estetica per un qualsiasi bello e le sue funzioni ( alcune delle quali ho brevemente espresso ), questo suo intendere ''sensato'' qualunque manufatto e qualunque entità solo se funzionali alla Tecnica e al Lavoro;
i manuali di istruzioni vanno bene, i romanzi no ... robaccia stupida;
egli ha staccato la spina dei sentimenti e quindi dei sensi, dedicandosi solo ad un'algida riflessione ontologica in isolamento spirituale para-monastico;
personaggio interessante, ma sofferente in sé }.

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