Compleanno nell'aia.

E alla fine siamo arrivati al 90esimo compleanno di mia nonna. Per la cronaca, mia nonna è diventata nonna appunto a 38 anni, quindi è stata "nonna" più della metà della sua vita. Così capita che in questi contesti rurali, familistici sei "nonna" e gli altri si dimenticano che sei in primo luogo una persona, una donna, cioè che dovresti esistere in funzione di te stessa.

La preparazione di questa festa mi ha coinvolta molto dal punto di vista emotivo oltre che logistico. In questa aia innanzi a casa, ricordo a mia memoria altre due grandi feste:il matrimonio di mio zio nel 1979 e lo scotto quando furono ultimati i lavori della sua casa.

Questa festa ce la meritavamo un po'tutti, abituati come siamo ormai a incontrarci tra funerali ed ospedali, per contro è un po'la festa che suggellava il mio pieno inserimento in questa piccola comunità, io che in questi decenni trascorsi sono stata la più lontana e ho fatto ritorno alla casa dei nonni con un bagaglio di cose da fare, da pagare,da sistemare, che non finisce più.
Ho letto un brano a mia nonna e a tutti, ieri sera, nell'aia e si che a fare le prove mi si incrinava la voce e mi commuovevo, poi mi sono rimproverata ricordandomi che un'attrice non deve piangere e  ce l'ho fatta a leggere senza rompere la voce.
Il brano è tratto dalle ultime righe di un romanzo famosissimo, la storia di una nonna che scrive alla nipote appunto, Va dove ti porta il cuore.
Credo dopo tutto quanto, dopo questi anni di esami, concorsi, carabinieri, ospedali, falegnami, mobilifici, preventivi, tasse, di potermi concedere il lusso di coltivare un po' di  buoni sentimenti.