27 settembre 2019

Assenza

Uscita dall'ascensore mi sono trovata senza riferimenti e ho impiegato un po'di tempo per orizzontarmi, tra quei corridoi stretti e grigi.
Ha ragione il filosofo Hillman,  certi uffici dello  Stato sono  mortiferi, sono pervasi dal senso di morte, ma questo decisamente più di altri.
Ho aperto la porta e il corridoio era pieno di gente in attesa,  uomini in completo grigio e donne per lo più vestite come uomini, grigie anch'esse e mi hanno guardata tutti, perché quando vengo qua, sarà l'età, o gli occhiali non so, credono che sia una di loro anch'io, ma il mio giubbottino a mezze maniche rosa baby, non è identificabile con il loro costume professionale.
Lo avverto in queste mura il malessere sedimentato, le ambizioni frustrare, le invidie, lo sgomitamento, il vorrei ma non posso, di quanti lavorano qua.
È stato quando ho guardato il mare dalla finestra, che le  mi sono salite le lacrime. È stato solo uno scorcio delle gru sul molo, ma è bastato.
Da ragazza trovavo noiosi e tristi tutti marchingegni che occupano i porti, quasi che rubassero il mare all'unica vera vocazione lecita, quella di essere un luogo di divertimento.
Oggi mi piacciono le gru, le navi, le banchine, il mondo del lavoro nel porto. E quel pezzo di mare visto dalla  finestra, unico scampo a quel corridoio mi ha fatto pensare a te. Che non avresti voluto per me questa sofferenza, quest'attesa indefinita, queste udienze da un trimestre all'altro. Non avresti voluto che accadesse  tutto questo. Ma hai pianificato tante cose, se non che all'ultimo ti deve essere sfuggito qualcosa.
Mi ha dato molto fastidio sapere di facebook, io che non ci sono nemmeno iscritta e che la tua storia, la nostra storia, fosse in balia di chiunque. Che quando prendi una tessera del supermercato metti 20 firme per la privacy e invece  una vicenda personale come la nostra, può finire in pasto ai social, giornali e perfino finire in tv.  L'ultima volta che mi ha chiamato Chi l'ha visto, stavo andando a camminare con Maria, chiacchieravamo e ridevamo, insomma ero lontana anni luce da quella telefonata. La violenza subita l'avevo già ammortizzata.
Perché nel frattempo sono passati anni e sono andata avanti, pur sentendomi una prefica  a fare quell'elenco di disgrazie, ma si che nel giro di un anno, tra il febbraio 2015 e il febbraio 2016 mi sono mancati prima uno zio giovane, poi sua moglie idem,cioè la sorella di mia mamma, la zia materna è come una vice mamma e poi mio padre e quindi si è consumata la tua vicenda, tragica e grottesca, e come una beffa finale del destino la tua cagnolina Lunic@. E alla fine mentre annaspavo, come un'Antigone, mia nonna  è rimasta inferma tre anni. 
L'ultimo pensiero in tutto questo tempo è stato per me stessa.  Prima c'è stato tutto il resto.
E poi quest'attesa interminabile, storie surreali di burocrazia, come quella volta che per avere il tuo certificato di nascita ho mandato una pec e mi hanno chiesto una busta preaffancata e denaro in contante per le spese di ufficio. Mi sono arrabbiata tantissimo, un mese per avere un certificato da una località all' altra della stessa provincia,35 km!
Queste vicende mi hanno sottratto energia, forza vitale, se non che la mia, modestia a parte, è una fonte inesauribile, quindi dopo un po'come da una sorgente d'acqua, la forza vitale torna a riemergere. 
Credo che  questa forza vitale , questo ottimismo fuori moda, coma direbbe  Kundera, sia pure la causa dei feroci livori femminili in cui incappo ogni tanto, ma anch'io se fossi certe donne tristi, sarei visceralmente  invidiosa di una come me. E comunque questa brutta storia deve averle soddisfatte un po', sapermi brancolare nelle disgrazie che arrivavano una dopo l'altra, idem.
E quindi questa vicenda sbattuta sui giornali, è stata comunque una cosa di cui avrei fatto a meno, questa è stata una violenza che ho subito, pure di sentirmi persone che non sapevano niente di te, darmi la loro opinione certissima a proposito della tua scomparsa. Con quanta delicatezza e rispetto per me che ti sono stata accanto per quasi 15 anni, te lo lascio immaginare.
E ora di non sono affranta, non ho rimpianti,  vorrei solo recuperare il tempo sottratto a me stessa. 

10 commenti:

UnUomo.InCammino ha detto...

Mi ha commosso questo tuo sfogo. Hai superato tempi ostili e l'affacciarsi ripetuto della Sorella Nera e le burocrazie (anche la giustizia è sempre più spesso degradata a burocrazia storta e ingiusta) e i luoghi necrotici nelle quali esse compiono i loro riti.
L'esposizione mediatica può essere un dispositivo sadico per le persone che la rifuggono.
Insomma, Saraccia, aveai anche un po' di sangue degli indomiti Apuani, no?!
Difficoltà, dolore, traversie superati significano, infine, buona autostima! :)
Non ti curar di loro ma guardace passa!

Sara ha detto...

Grazie Uomo!🌹

Nuvola ha detto...

Non so dire altro se non che ti mando un abbraccio.

Per il resto, è giusto: che tu abbia una fonte inesauribile di forza vitale. È sano e bello... ti aiuta a affrontare la vita.
Devi volerti bene e avere cura di te, hai già pensato agli altri quando era il momento, adesso è giusto che tu abbia anche un po' di tregua...

La bellezza "spirituale" di una persona, e la sua forza, si vedono anche da fuori: quindi testa alta, e chi ti invidia si mettesse a farsi i cavoli suoi e eventualmente pedalare...

fracatz ha detto...

qualsiasi cosa ti dicessi potrebbe essere fraintesa è questa la maggiore difficoltà comunicativa di noi pornodidattici, però una cosa è certa noi siamo molto avari ma solo verso noi stessi e tutti gli altri che ci circondano possono usufruire di questa nostra inusuale caratteristica e di questo gioiamo in attesa dell'ultimo respiro nella certezza di non aver mai fatto soffrire nessuno

Anonimo ha detto...

Ti abbraccio forte Sara carissima
Franca

Alberto ha detto...

Non ho parole. Un abbraccio.

LaLaura ha detto...

Ti sei spiegata benissimo. Ti stimo. Lo dico raramente, ammesso che ciò possa interessarti. 🌹🌹🌹👋🏼👋🏼👋🏼

LaLaura ha detto...

Inoltre sono tornata a leggere il post perché mi sono accorta d'improvviso, che cavolo! È scritto benissimo. Fallo. Scrivere intendo.

Maura ha detto...

Sono molto triste nel leggere tutto ciò.
Ti vedevo mentre giravi quei corridoi che sembravano volerti ingoiare..
Cara Sara, desidero anch'io che tu possa presto riprenderti il tempo perduto, essere forti, non poter avere mai cedimenti perchè dietro potrebbe arrivare chiunque a investirti miseramente sfinisce, basta, non puoi nemmeno essere stanca..
Pur nella loro ovvia diversità, ma mi sento vicina alla tua storia, ai tuoi dolori familiari, a te.
Per questo ti lascio un abbraccio forte e sincero, Sara carissima.

Tiziana P. ha detto...

Non so se era questa l'avventura giudiziaria di cui mi parlavi sabato...
Ciascuno di noi porta con sé un bagaglio di tristezza e quando conosciamo una persona nuova speriamo sempre che la sua sia lontana nel tempo e metabolizzata. Nel tuo sorriso contagioso non avrei mai letto invece un dolore così recente ed una ferita ancora aperta, per me sei veramente un esempio di resilienza.