26 gennaio 2020

Segnalazione - La leggenda dei pedoni che finiscono sotto le auto perchè passano la strada distratti

A piedi di andiamo tutti.
Siamo come tutti  gli altri, quantunque ciascuno di noi sia unico e irripetibile. 
Siamo stati tutti bambini e se ne avremmo la fortuna diventeremmo anche vecchi, anche se non ci piace affatto pensarlo.

12 commenti:

Mark Renthon ha detto...

Non te lo auguro di investire uno che ti attraversa la strisce a due metri dalla tua auto. Tutti vanno di fretta, automobilisti e pedoni. Io quando attraverso a piedi mi accerto sempre che il guidatore mi abbia visto e cominci a rallentare (come quando faccio le rotonde in moto, sono io che sto attento agli altri) se lo fai è difficile che ti mettano sotto. Tra l'altro, aggiungo che con l'avvento delle auto elettriche gli investimenti sono destinati ad aumentare perchè la gente non le sente arrivare (problema riscontrato in Norvegia dove il 50% dei veicoli è elettrico).

Francesco ha detto...

il pedone non ha sempre ragione ma di sicuro in caso di incidente ha la peggio sempre lui

Mariella ha detto...

Ottimo articolo. Sono un pedone e purtroppo anche consapevole delle tristi abitudini degli automobilisti che, piuttosto che rallentare, accelerano, nella speranza di fare in tempo a passare prima che il "pedone" si trovi sulla stessa sua traiettoria.
Delinquenti e assassini, sì.

UIFPW08 ha detto...

Niente male il post. Dobbiamo riflettere. Un abbraccio Sara
Maurizio

Alahambra ha detto...

Credo che se uno è attento quando guida è attento anche quando cammina o va in bicicletta. Viceversa, se la strada è tutta sua, userà lo stesso parametro anche a piedi.
Capita spessissimo in città che i pedoni attraversino senza minimamente guardare, fuori dalle strisce, in diagonale, corricchiando i pimi centimetri uscendo da dietro i cassonetti.
Qui da noi in stagione attraversano la statale (limite 90 km/h) buttandosi senza una logica, e non apro neanche il discorso biciclette per pura carità.
Insomma, io credo che ognuno debba essere responsabile per se stesso in primis e non costringere il resto del mondo ad esserlo in sua vece.

Anonimo ha detto...

Io vado in motoretta, bicicletta e a piedi, non possiedo automobile.

Mi sembra ovvio che questi discorsi sono tutti campati per aria perché cercano di affrontare un problema meccanico con strumenti mistici - metafisici - ideologici.

Il fatto che i pedoni vengano investiti non dipende da nessuna delle cose scritte nel post collegato sopra, scritto dallo scrittore freelance e insegnante di yoga ma dipendono dal fatto che CI SONO SEMPRE PIU AUTO CIRCOLANTI.

Una volta quando andavo al Liceo ho percorso la statale Valassina in bicicletta, attaccato al motorino di un mio amico, per fare una ventina di chilometri, il ritorno sotto un temporale estivo, tra parentesi. Prego notare che sulla statale è vietato l'ingresso sia dei motorini che delle biciclette.

All'epoca era una cosa stupida e da incoscienti ma, dato che la circolazione delle auto era relativamente scarsa perché le auto rimanevano parcheggiate sotto un telo durante la settimana, fattibile. Al giorno d'oggi io ho paura a fare la stessa strada in moto perché c'è un flusso ininterrotto di auto e camion e in quella massa di veicoli ci sono inevitabilmente alcuni che, per motivi qualsiasi, si comportano in maniera pericolosa (velocità eccessiva, nessuna distanza di sicurezza, sorpassi azzardati, ecc). Ogni volta che percorro la Valassina mi caco di più nelle mutande, tanto che ho praticamente smesso di girare per diverntimento.

Non basta, mi è capitato diverse volte di essere bloccato in coda causa incidente. Anche li, è facile misurare il problema del traffico misurando la frequenza degli incidenti e la lunghezza delle relative code. Una volta ti capitava, che ne so, due volte l'anno. Adesso ti capita tutti i giorni o quasi.

Veniamo alla soluzione: dato che il problema è nel sistema, cioè nelle abitudini, la soluzione necessariamente richiede il cambiamento del sistema e quindi delle abitudini. Se io inculco nella gente che "viaggiare" o "muoversi" è un requisito fondamentale del "vivere", poi mi trovo con gente che "viaggia" e si "muove" senza una necessità ma semplicemente perché sta "vivendo". Considerato che è diverso abitare in un ranch del Wyoming e in una casa popolare a Rozzano.

fracatz ha detto...

attento o non attento, quando è giunta la tua ora scritta nella tua via, il percorso si chiude e bonanotte a tutti

Ernest ha detto...

a piedi, in moto, al volante o quello che è bisogna andare con criterio

Francesco ha detto...

Lorenzo, non ti facevo così fifone😅

fulvio ha detto...

Purtroppo la distrazione spesso è fatale per l'investito e per l'investitore.
Ciao fulvio

Marco Poli ha detto...

Ebbi già modo di scrivere in altro commento le differenze di comportamento abissali tra gli italici e i Popoli che vivono sopra le Alpi, tra gli automobilisti di qua e di là.
Questione di educazione, certo, e di città sviluppate nel Dopoguerra dal mulo e non da urbanisti degni di questo nome, da cui il chaos quotidiano anche nelle aree urbane medio-piccole.

Più di mezzo Paese sarebbe da abbattere a da rifare, così come la testa del 90+% degli italici.

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Mirtillo14 ha detto...

A volte son distratti i pedoni, altre volte son distratti gli automobilisti, certo è che, in ogni caso, ad avere la peggio sono i pedoni. Io , quando sono a piedi, sto molto attenta, mi fermo proprio davanti alle strisce pedonali e guardo che intenzioni hanno gli automobilisti. Se qualcuno si ferma, allora attraverso, se nessuno si ferma, sto ferma io e aspetto. Anche quando guido, sto attenta se arrivo alle strisce e rallento sempre. Qualche mese fa, stavo guidando e un ragazzino che correva sul marciapiedi, a svoltato di corsa e , sempre correndo mi ha attraversato la strada sulle strisce, senza guardare. Fortuna che andavo già piano e ho frenato di colpo. Se andavo un pochino più forte, non so dove finiva questo ragazzino che ti taglia la strada di colpo e di corsa !!! Saluti.